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Crisi climatica: siamo vicini a 6 “punti di non ritorno” avverte l’Onu

L'analisi ci mette in guardia da alcune minacce come lo scioglimento dei ghiacciai o la scomparsa di specie animali. Ma evidenzia anche alcuni rischi che vengono citati meno spesso nelle discussioni sul clima.

Sono diversi e molteplici quelli che gli scienziati chiamano “tipping point”, ossia punti di non ritorno riguardo alla crisi climatica e al destino del nostro Pianeta. Scioglimento dei ghiacciai, caldo estremo, ma anche crisi dei sistemi assicurativi e detriti spaziali: a un mese dalla COP28, un nuovo rapporto dell’Università delle Nazioni Unite mette in guardia da sei minacce che potrebbero far collassare sistemi essenziali per la vita umana. Il concetto di punto di svolta climatico è ormai utilizzato regolarmente dagli scienziati.

Questi punti di svolta irreversibili danneggerebbero drasticamente la nostra capacità di far fronte alle catastrofi. Di cosa si tratta? Gli studiosi hanno evidenziato come sia cruciale la perdita dei ghiacciai montani, essenziali per l’approvvigionamento idrico in molte parti del mondo, inoltre più della metà delle principali falde acquifere del mondo si sta esaurendo più velocemente di quanto possa essere riempita naturalmente.

In alcuni Paesi, come l’Arabia Saudita, il punto di non ritorno per le acque sotterranee è già stato superato e in India è ormai prossimo. L’Arabia Saudita era un grande esportatore di grano negli anni Novanta, ma ora importa il cereale proprio dopo l’esaurimento delle falde acquifere.

Gli altri punti di rischio presi in considerazione dal rapporto sono il momento in cui l’orbita terrestre diventerà così piena di detriti che una sola collisione con un satellite scatenerà una reazione a catena; quando le ondate di calore supereranno il punto in cui la sudorazione naturale è in grado di raffreddare il corpo umano; e quando la perdita di specie di fauna selvatica interdipendenti si trasformerà nel collasso di un intero ecosistema.

I punti critici climatici sono cambiamenti su larga scala determinati dal riscaldamento globale causato dall’uomo, mentre i punti critici di rischio sono più direttamente collegati alla vita delle persone attraverso complessi sistemi sociali ed ecologici.

La crisi climatica sta aumentando la frequenza e la gravità degli eventi atmosferici estremi e, ad esempio, un importante assicuratore ha già smesso di assicurare le proprietà in California, a causa della “rapida crescita dell’esposizione alle catastrofi”, in particolare agli incendi boschivi. Anche in Florida i premi assicurativi sono saliti alle stelle e sei assicuratori dello Stato sono falliti a causa di inondazioni e uragani legati al clima. Secondo il rapporto, inoltre, si stima che entro il 2030 mezzo milione di case australiane non saranno più assicurabili, soprattutto a causa dell’aumento del rischio di inondazioni.

“Danneggiando la natura e la biodiversità, inquinando sia la Terra che lo spazio, ci stiamo pericolosamente dirigendo verso molteplici punti di rischio, che potrebbero distruggere i sistemi da cui dipende la nostra vita”, ha dichiarato Zita Sebesvari, autrice principale del rapporto.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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