Crisi della Biodiversità in Europa: l’80% delle Specie Autoctone Scomparse

Un allarmante studio rivela la grave perdita di biodiversità in Europa, con quattro specie autoctone su cinque ormai estinte. Scopriamo le cause e le possibili soluzioni.
Un dato sconvolgente sulla biodiversità europea
Un recente studio globale sulla biodiversità ha rivelato un dato sconvolgente: nelle foreste e negli ecosistemi naturali dell’Europa occidentale e meridionale, mancano quattro specie autoctone su cinque. Questo significa che l’80% delle specie che un tempo popolavano questi ambienti è scomparso, principalmente a causa dell’intensificarsi delle attività umane e della perdita di habitat. La ricerca, condotta da un team internazionale di scienziati, ha utilizzato una metodologia innovativa chiamata “diversità oscura” (dark diversity), che misura il potenziale biologico di un ambiente.
La crisi invisibile degli ecosistemi
Quello che rende questo studio particolarmente preoccupante è che la crisi della biodiversità non si misura solo dalle specie dichiarate estinte. Molte specie non vivono più nei luoghi dove dovrebbero trovarsi, creando una “scomparsa silenziosa” che spesso passa inosservata. Le foreste europee, pur apparendo verdi e vitali, ospitano solo una piccola porzione della loro diversità originaria. Secondo gli scienziati, le cause principali di questa crisi includono:
- L’agricoltura intensiva;
- L’urbanizzazione diffusa;
- La frammentazione degli habitat naturali;
- L’inquinamento;
- Il cambiamento climatico;
- L’introduzione di specie aliene invasive.
L’impatto dell’uomo su un continente fragile
La lunga storia di occupazione e sfruttamento del territorio ha profondamente trasformato l’Europa. In molte regioni europee, solo il 20% delle specie potenzialmente compatibili con l’ambiente è ancora presente, mentre in altre parti del mondo, come la tundra groenlandese, questo numero supera il 30%. Oggi, la biodiversità è rinchiusa in frammenti di aree protette, parchi nazionali o riserve naturali, spesso isolate da distese agricole o aree urbane.
Riflessioni sulla necessità di un cambiamento
La biodiversità non è solo un lusso estetico; è la base della vita sul pianeta e un elemento essenziale per ogni equilibrio ecologico. Un ecosistema impoverito è meno resiliente e più vulnerabile agli eventi estremi. Il fatto che in Europa manchino 4 specie su 5 rispetto al potenziale naturale è un campanello d’allarme. Non basta piantare alberi o creare parchi “verdi”; è necessario ricostruire ecosistemi autentici, proteggere gli spazi selvaggi e favorire il ritorno delle specie native.
Possibilità di un futuro diverso
La buona notizia è che, con sforzi coordinati e una visione ecologica, è possibile invertire questa tendenza. Strategie come il rewilding, l’agricoltura rigenerativa, la creazione di connessioni ecologiche tra habitat frammentati e la tutela della fauna selvatica sono già in atto in alcune aree d’Europa. Tuttavia, è fondamentale agire rapidamente. L’inquinamento continua a causare danni devastanti agli ecosistemi, compromettendo la salute umana e la biodiversità. Le emissioni nocive e i rifiuti tossici inquinano l’aria e le acque, minacciando la sopravvivenza delle specie e la qualità della vita. Pertanto, è imprescindibile aumentare gli impegni per le energie rinnovabili, promuovendo soluzioni sostenibili che riducano l’impatto ambientale e favoriscano un equilibrio duraturo con la natura. Un continente privo di biodiversità e martoriato dall’inquinamento è un luogo senza memoria, stabilità e, a lungo termine, senza futuro.