ItaliaPoliticheTerritorio

Acqua potabile a rischio: perché non possiamo più darla per scontata

Aprire il rubinetto e trovare acqua pulita è un gesto quotidiano che molti di noi fanno senza pensarci. Ma oggi, sempre più spesso, questo gesto rischia di non essere così scontato. L’acqua potabile sta diventando una risorsa fragile, minacciata da siccità, inquinamento e sprechi.

Negli ultimi anni, molte regioni italiane hanno vissuto periodi di scarsità d’acqua, anche in inverno. Secondo i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), il 2022 è stato l’anno più secco degli ultimi 60 anni, con un calo delle precipitazioni del 30% rispetto alla media storica.

Ma non è solo la quantità dell’acqua a preoccupare, bensì anche la qualità. L’inquinamento
da pesticidi, microplastiche, nitrati e scarichi industriali mette purtroppo a rischio la purezza
delle nostre fonti. Un recente report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente segnala che in
molte aree d’Europa, comprese zone rurali italiane, le riserve d’acqua sotterranea sono
contaminate da sostanze chimiche di origine agricola e industriale.

A tutto questo si aggiunge una rete idrica vecchia e poco efficiente. In Italia si perde quasi il 42% dell’acqua potabile lungo la rete di distribuzione, come evidenzia l’ultimo rapporto ISTAT. Questo significa che quasi la metà dell’acqua trattata e resa potabile viene dispersa prima ancora di arrivare alle case. Una situazione che diventa insostenibile in tempi di scarsità.

Anche il cambiamento climatico sta cambiando il comportamento dell’acqua; le piogge diventano più intense ma meno frequenti, creando situazioni in cui l’acqua cade tutta in pochi giorni, senza penetrare nel terreno. Questo fenomeno, unito alla cementificazione e alla mancanza di infrastrutture di raccolta, porta all’aumento di alluvioni e alla riduzione della ricarica naturale delle falde acquifere.

Cosa possiamo fare? Da un lato servono investimenti pubblici per ammodernare le reti, ridurre gli sprechi e proteggere le sorgenti. Dall’altro, anche i piccoli gesti quotidiani contano come semplicemente chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, usare elettrodomestici a basso consumo idrico, raccogliere l’acqua piovana per il giardino… questi sono solo alcuni esempi di comportamenti consapevoli.
Non si tratta di allarmismo, ma di realismo; l’acqua è un bene comune, e come tale andrebbe rispettata, difesa e gestita con intelligenza smettendola di considerala come “bene infinito”.

Redatto da Martina Hamdy

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

Articoli correlati

Back to top button