In continuità con dicembre, anche gennaio si è rivelato mite (anomalia termica mensile nazionale +1.5°C, al 6° posto fra i più caldi, molto vicino al valore del gennaio 2022), ma a differenza del precedente mese siccitoso, le precipitazioni mediate sull’intero territorio nazionale si sono avvicinate alla norma (anomalia pluviometrica mensile nazionale -3%). In realtà il dato relativo alle piogge è il risultato della combinazione fra il deficit al Centro (-25%), al Sud (-17%, ma con locali accumuli oltre la norma sul settore tirrenico) e in Sicilia (-37%) dove prosegue questo inverno avaro di piogge, e l’esubero al Nord-Est (+76%); al Nord-Ovest, nonostante il dato leggermente positivo (+9%) si segnalano ancora accumuli inferiori alla norma per lo più in Piemonte.
Valori intorno alla media, invece, in Sardegna (+4%). In generale le precipitazioni si sono concentrate nelle prime due decadi che si sono rivelate piuttosto movimentate, mentre la terza decade del mese è stata per lo più anticiclonica e decisamente siccitosa. In questo mese, che è quello centrale della stagione invernale, di inverno vero se ne è visto poco, solo a tratti. Gli episodi nevosi si sono verificati praticamente solo in quota in montagna; solamente in un’occasione, il giorno 17, i fiocchi si sono visti fino a 400-500 metri nel settore alpino e prealpino. Al di là di due brevi fasi con temperature sotto la media, hanno prevalso i periodi miti che hanno visto talvolta salire le temperature su livelli primaverili, anche da stagione inoltrata, come nell’evento di Föhn intorno al 24/25, quando le massime hanno superato i 20 gradi sulle aree montuose del Nord-Ovest, fino a toccare punte vicine ai 25 gradi nelle vallate alpine piemontesi. Anche al Centro-Sud sono stati superati in diverse occasioni i 20 gradi, ma in queste aree la differenza con la norma risulta meno eclatante pur in un contesto decisamente anomalo.
I dati parziali della stagione in corso evidenziano in maniera inclemente una situazione preoccupante riguardo la carenza di piogge (-27% a livello nazionale), con le anomalie più ampie al Centro-Sud (-44% al Centro, -35% al Sud, -52% in Sicilia, -21% in Sardegna) seguite dal Nord-Ovest con -19%. Il Nord-Est, in controtendenza, vede il bilancio del bimestre dicembre-gennaio positivo con un surplus pari a +21% grazie agli accumuli di quest’ultimo mese. Anche l’anomalia termica resta su livelli notevoli: +1.6°C relativo al primo bimestre invernale è uno fra i valori più elevati della serie storica, con il ragguardevole contributo delle regioni centrali (+2.1°C), seguito dal Nord-Ovest (+1.7°C), dal Nord-Est (+1.4°C) e infine dal Sud e Isole (+1.3°C).
Anche a livello globale le notizie non sono confortanti con un gennaio che ha superato tutti i precedenti almeno dal 1850, chiudendo con uno scarto di +1.27°C sopra la media del XX secolo (fonte NOAA) e +1.66°C sopra la media del periodo 1850-1900 designato come riferimento all’era pre-industriale (fonte Copernicus Climate Change Service).