Il G20 di Napoli ha raggiunto il primo obiettivo e nella giornata di ieri, giovedì 22 luglio, ha portato all’approvazione di un comunicato relativo all’Ambiente.
Questo era il tema principale dei negoziati per il primo della due giorni di vertice che sta riunendo a Napoli i ministri dell’Ambiente dei paesi del G20. Per la giornata di oggi il lavoro della diplomazia si profila meno semplice: sul tavolo ci sono le questioni più spinose dell’energia e, soprattutto, della crisi climatica.
Nella prima giornata di negoziati al G20 di Napoli i lavori si sono concentrati sull’ambiente e la biodiversità, concludendosi con la pubblicazione di un documento che in 7 pagine elenca 25 articoli tracciando alcune “linee guida” fondamentali:
Crediti: G20 Italy
Solo nell’ultimo mese numerosi disastri legati all’emergenza climatica hanno sconvolto il mondo, tra alluvioni senza precedenti in Europa come in Cina e incendi record che divorano milioni di ettari negli Stati Uniti e perfino in Siberia. È l’ennesimo campanello d’allarme che ricorda l’urgenza dell’azione per il clima, e la speranza è che i ministri dell’Ambiente delle 20 economie più potenti del mondo lo ascoltino.
Il vertice di oggi rappresenta una tappa molto importante anche in vista della COP26, che con i colloqui globali sul clima che si terranno tra soli 100 giorni sarà un momento cruciale per il futuro del pianeta, e il nostro.
Stamattina il presidente della COP26, Alok Sharma, è intervenuto al vertice di Napoli chiedendo passi avanti per un «futuro più sano, più sicuro e più pulito».
«Questa riunione ministeriale del G20 è un passo fondamentale sulla strada per Glasgow», ha affermato, ricordando che i paesi riuniti oggi a Napoli rappresentano quasi l’80 per cento delle emissioni globali e l’80 per cento dell’economia globale. «Abbiamo nelle nostre mani le chiavi del futuro dei nostri figli», ha detto.
A questo link è disponibile il testo integrale del suo discorso, in inglese.
Tra le questioni più difficili c’è quella dei soldi. Il punto è stato sintetizzato bene da un attivista di Avaaz, un’organizzazione con sede negli Stati Uniti: «Il nord (del mondo, ndr) sta dicendo al Sud “dobbiamo proteggere l’ambiente”, e il sud sta dicendo “abbiamo bisogno di soldi per farlo”», ha detto Oscar Soria, come riporta Reuters. E ha aggiunto che «la presidenza italiana non si sta dimostrando molto brava a mettere tutti d’accordo».
Si tratta di una criticità già emersa nei negoziati intermedi in vista della COP26 che si sono svolti all’inizio di giugno, e anche in quell’occasione non si era trovata una via d’uscita.
Un accordo raggiunto nel 2009 aveva portato i paesi più ricchi a promettere finanziamenti significativi a favore dei paesi meno sviluppati per supportarli nella lotta alla crisi climatica: entro il 2020 avremmo dovuto raggiungere la cifra dei 100 miliardi di dollari all’anno. L’obiettivo non è stato centrato e sembra poco probabile che i negoziati del G20 in svolgimento a Napoli possano portare dei passi avanti su questo punto.
Per quanto riguarda le comunicazioni ufficiali sul clima a cui arriveranno oggi i ministri la speranza è naturalmente che vengano prese posizioni più coraggiose e concrete relative all’azione per il clima. Secondo gli osservatori i tentativi della presidenza italiana di rafforzare il linguaggio nelle dichiarazioni del G20 trova tuttavia la resistenza di alcuni paesi. Tra questi ci sono principalmente il Brasile e l’Arabia Saudita, i cui governi sono noti per la scarsa attenzione verso le tematiche climatiche e ambientali.
Per la fine della giornata è in programma la pubblicazione di un comunicato condiviso da tutti i paesi del G20.
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