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I ponti verdi: strutture artificiali costruite per tutelare gli animali

Ponti, cavalcavia, sottopassi e tunnel ricoperti di terra e vegetazione. Sono apparsi per la prima volta in Francia intorno alla metà degli anni 50

I ponti verdi sono strutture artificiali che vengono costruite per permettere agli animali di attraversare autostrade, binari che possono rappresentare barriere difficilmente valicabili se non letali. Vengono realizzati appositamente e unicamente per proteggerli: si tratta di ponti, cavalcavia, sottopassi o tunnel ricoperti di terra e vegetazione con una larghezza che va dai 10 ai 60 metri. Queste strutture vengono rivestite di terra e vegetazione nella parte superiore per fornire l’habitat adatto a una vasta gamma di specie mentre nella parte inferiore ospitano carreggiate per il transito dei veicoli. Oltre a salvaguardare gli spostamenti possono diventare luogo d’incontro e accoppiamento fra animali della stessa specie che vivono separati e di conseguenza assicurano una maggiore variabilità genetica; sono zone dove è più facile procacciarsi il cibo e garantiscono anche una maggiore sicurezza per gli automobilisti.

Cavalcavia della fauna selvatica, Parco Nazionale di Banff, Alberta, Canada

Per renderli più appetibili per gli animali, vengono utilizzate piante ricche di frutti prelibati in grado di attirarli. Il transito degli esseri umani su queste strutture verdi è vietato ed eventualmente multato. La costruzione di nuove strade o di una qualsiasi altra struttura artificiale di grande portata, determina un enorme impatto sull’ambiente circostante, compresa la fauna locale. Un habitat naturale tagliato in due da una superstrada, ad esempio, ha forti conseguenze sugli animali selvatici. Prima di tutto il contatto fra veicoli e animali spesso provoca la morte di quest’ultimi, inoltre la barriera artificiale rende difficile procurarsi cibo e acqua per moltissime specie e diminuisce drasticamente le possibilità di riproduzione e, di conseguenza, la diversità genetica.

Singapore

L’intervento dell’uomo ha aumentato fortemente le interruzioni territoriali che sul lungo periodo possono portare addirittura all’estinzione di alcuni animali. Tali infrastrutture hanno effetti anche immediati, ad esempio possono tagliare in due il percorso di una migrazione stagionale e quindi portare grossi problemi alla specie animale abituata a seguire sempre lo stesso tragitto.

I ponti per gli animali sono apparsi per la prima volta in Francia intorno alla metà degli anni 50. Nel 2012 grazie a una campagna di sensibilizzazione e una raccolta fondi organizzate dalla guardia forestale Gerhard Klesen, è stato costruito un ponte per soli animali a Schermbeck in Germania: dopo una lunga crociata durata più di 10 anni, sono stati raccolti 6 milioni di dollari necessari per la realizzazione. Le persone che vengono sorprese in flagranza di reato a transitare sulla struttura vanno incontro a una multa di quasi 50 dollari. Il primo ospite di questo ponte è stato un cinghiale; in seguito volpi, lepri e pipistrelli. Inoltre la Germania ha in programma di costruire altre 100 strutture simili entro il 2023. Ponti verdi si trovano anche in Canada, Australia, Paesi Bassi, Germania e in Italia. Nel Banff National Park in Canada ci sono 41 strutture per l’attraversamento della fauna selvatica, di cui 6 cavalcavia e 35 sottopassaggi che evitano agli animali di avere a che fare con la Trans-Canada Highway, una strada a quattro corsie molto trafficata. Da quando nel 1996 è iniziato il monitoriggio di questo parco, i ricercatori hanno scoperto che circa 11 specie di grandi mammiferi, tra cui alci e orsi, hanno usato i ponti ben 200.000 volte.

Foto di Gerhard G. da Pixabay

In Australia nel Christmas Island National Park esiste un cavalcavia per la migrazione dei granchi rossi dall’entroterra verso il mare e nei Paesi Bassi troviamo il ponte verde più lungo in assoluto, circa mezzo miglio unicamente dedicato alla fauna selvatica. In Italia la regione con più strutture verdi è il Friuli Venezia Giulia: nel suo territorio sono presenti 4 ponti verdi lunghi fino a 800 metri, 4 tunnel sotterranei e 50 sottopassi. Grazie a progetti come questi si riescono a salvare da morte certa moltissimi animali e diminuisce l’impatto ambientale dell’infrastruttura artificiale su di essi: è stato calcolato che è possibile arrivare a ridurre le collisioni tra auto e animali di una percentuale di ben l’80%.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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