Agricoltura e allevamento: i disastri climatici hanno causato perdite per 3,8 trilioni di dollari negli ultimi 30 anni
I disastri e gli eventi meteo-climatici, resi più intensi e frequenti dal riscaldamento globale, hanno provocato danni e vittime in tutto il mondo, con una perdita negli ultimi 30 anni di 3,8 trilioni di dollari di colture e produzione zootecnica nel mondo. Lo rende noto la FAO nel nuovo report “L’ impatto dei disastri sull’agricoltura e sulla sicurezza alimentare” in cui si stima che la perdita annua media a causa di eventi disastrosi ammonta a 123 miliardi di dollari all’anno o il 5% del prodotto interno lordo agricolo (PIL) globale. La perdita complessiva, inoltre, potrebbe essere maggiore poiché non include le perdite nei sotto-settori della pesca, dell’acquacoltura e della silvicoltura, da cui non arrivano dati sistematici sulle perdite.
“L’agricoltura è uno dei settori più esposti e vulnerabili nel contesto del rischio di catastrofi, data la sua profonda dipendenza dalle risorse naturali e dalle condizioni climatiche. I disastri ricorrenti possono potenzialmente erodere i progressi ottenuti in termini di sicurezza alimentare e minare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari”, ha affermato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu nella prefazione al rapporto.
I disastri provocano perdite per 123 miliardi di dollari all’anno nell’agricoltura e allevamento
Gli eventi catastrofici sono aumentati da 100 all’anno negli anni ’70, a circa 400 all’anno in tutto il mondo negli ultimi 20 anni. Non solo gli eventi catastrofici stanno aumentando in frequenza, intensità e complessità, ma si prevede anche che il loro impatto peggiorerà, poiché i disastri indotti dal clima amplificano le vulnerabilità sociali ed ecologiche esistenti.
Negli ultimi tre decenni, i disastri, ossia gli eventi in grado di causare gravi interruzioni del funzionamento di una comunità o società, quali gli eventi meteo estremi, siccità, alluvioni, ondate di caldo, incendi ma anche i focolai di parassiti e malattie, hanno inflitto le perdite relative più elevate ai paesi a reddito medio-basso, fino al 15% del loro PIL agricolo totale. I disastri hanno avuto un impatto significativo anche sui Piccoli Stati Insulari in Via di Sviluppo (SIDS), causando loro la perdita di quasi il 7% del loro PIL agricolo.
I disastri, tra l’altro non hanno vita breve ma finiscono per avere un impatto secondario con rischi che riguardano il clima, la povertà e la disuguaglianza, la crescita della popolazione, le emergenze sanitarie causate da pandemie, pratiche come l’uso e la gestione insostenibile del territorio, i conflitti armati e il degrado ambientale.
In casi estremi, i disastri provocano lo sfollamento e l’emigrazione delle popolazioni rurali. Le massicce inondazioni innescate da piogge monsoniche anomale nella provincia meridionale del Sindh, nel Pakistan, sono un esempio di come la combinazione di rischi abbia innescato sfollamenti, incidendo negativamente sui sistemi agroalimentari e aumentando l’insicurezza alimentare.
Le perdite di cereali sono ammontate in media a 69 milioni di tonnellate l’anno, praticamente l’intera produzione cerealicola della Francia nel 2021, seguite da frutta e verdura e colture di zucchero, ciascuna con perdite medie prossime alle 40 milioni di tonnellate per anno. Per quanto riguarda frutta e verdura, le perdite corrispondono all’intera produzione di frutta e verdura in Giappone e Vietnam nel 2021. Carni, latticini e uova hanno mostrato una perdita media stimata di 16 milioni di tonnellate all’anno, corrispondente all’intera produzione di carne, latticini e uova in Messico e India nel 2021.
Gli agricoltori, in particolare i piccoli proprietari terrieri che coltivano in condizioni di acqua piovana, sono gli attori più vulnerabili nei sistemi agroalimentari e sopportano il peso maggiore degli impatti dei disastri.
Sostenere l’adozione di buone pratiche di riduzione del rischio di catastrofi a livello aziendale, specifica la FAO, può aiutare i piccoli agricoltori a evitare perdite e migliorare la loro resilienza. Gli investimenti nelle buone pratiche di riduzione del rischio di catastrofi a livello di azienda agricola possono avere risultati in media 2,2 volte migliori rispetto alle pratiche applicate in precedenza. Il rapporto mostra che, per ogni dollaro investito in azioni preventive, le famiglie in zone rurali possono guadagnare fino a 7 dollari in benefici ed perdite evitate nelle attività agricole.