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Estate 2023 segnata da caldo, incendi ed estremi meteo. WMO: “urgente ridurre emissioni di gas serra”

Il mese di luglio appena concluso con tutta probabilità diventerà il mese più caldo della storia, profondamente segnato da ondate di calore che hanno interessato tre continenti nell’emisfero nord, e nuovi record di temperatura in molti Paesi del Mondo.

“Le condizioni meteorologiche estreme – un evento sempre più frequente nel nostro clima in fase di riscaldamento – stanno avendo un impatto importante sulla salute umana, sugli ecosistemi, sulle economie, sull’agricoltura, sull’energia e sull’approvvigionamento idrico. Ciò sottolinea la crescente urgenza di ridurre le emissioni di gas serra il più rapidamente e il più profondamente possibile“, ha affermato il segretario generale dell’OMM, Prof. Petteri Taalas.

Estate segnata da caldo record, incendi, alluvioni ed eventi estremi

A fare il punto sull’estate 2023, ancora in corso, è l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO) in un comunicato speciale legato agli eventi che stanno segnando la stagione estiva dell’emisfero settentrionale.

Sicuramente storica l’ondata di calore che ha soffocato per settimane l’Europa meridionale e il Nord Africa, con temperature record registrate in Francia, Grecia, Italia, Spagna, Algeria e Tunisia, sia nei valori massimi, che in quelli minimi. Spiccano i 45,4 gradi raggiunti a Figueres (Catalogna) il 18 luglio (massimo provvisorio di tutti i tempi), e i 48,2 gradi raggiunti in Sardegna il 24 luglio. In Algeria e Tunisia, la temperatura massima più alta è stata rispettivamente di 48,7 °C (Dar El Beïda/Argel) e 49,0 °C (Tunisi e Kairouan) il 23 luglio.

“Un numero crescente di studi dimostra connessioni tra il riscaldamento rapido, l’Artico e i modelli meteorologici alle medie latitudini, comprese le dinamiche atmosferiche come la corrente a getto. La corrente a getto – spiega Alvaro Silva, esperto della divisione dei servizi climatici della WMO – diventa più debole e più ondulata quando l’aria calda viene trasportata a nord e l’aria fredda verso sud. In queste condizioni si instaurano dinamiche meteorologiche quasi stazionarie che portano a prolungate ondate di caldo e siccità in alcune regioni e forti precipitazioni in altre”.

Oltre all’Europa, anche la Cina ha vissuto un’ondata di calore storica, con il raggiungimento di un nuovo record di temperatura nazionale secondo un rapporto della China Meteorological Administration, con i 52,2°C raggiunti alla stazione meteorologica di Sanbao nella città di Turpan, nella provincia cinese dello Xinjiang, il 16 luglio.

Il Nord America è stato provato da ondate di calore e incendi. Il servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti ha emesso ripetuti avvisi di calore eccessivo, per un’area abitata da più di 100 milioni di persone. Molte parti della Florida, inclusa la città di Miami, sono state colpite da un’ondata di caldo prolungata e da record. Phoenix, in Arizona, ha registrato 31 giorni (al 30 luglio), di temperature diurne superiori ai 43,3 gradi, mentre le minime notturne sono sempre rimaste sopra i 32,2 gradi.

A Furnace Creek nella famosa Death Valley, in California, una stazione meteo ha registrato temperature fino a 53,3 gradi lo scorso 16 luglio, un valore elevatissimo nonostante inferiore al record assoluto dei 56,7°C registrati 10 luglio 1913.

Tanti e vasti gli incendi divampati in Europa e nel Nord America. I roghi hanno costretto l’evacuazione di centinaia se non migliaia di residenti e turisti sulle isole greche di Rodi, Evia e Corfù. Secondo il Copernicus Atmospheric Monitoring Service, le emissioni derivanti da questi incendi hanno raggiunto livelli record, con emissioni totale stimate di 1 megatonnellata di carbonio tra il 1° luglio e il 25 luglio, quasi il doppio del record di luglio 2007.

Ma non dimentichiamo i devastanti incendi che, dalla primavera, hanno bruciato vasti settori del Canada, costringendo oltre 120 mila persone ad evacuare dalle proprie case. Il fumo degli incendi ha inoltre inquinato l’aria respirata da milioni di persone in tutto il Nord America. Nel 2023 sono andate in fumo più di 11 milioni di ettari di territorio canadese e ci sono ancora centinaia di incendi attivi.

Secondo i dati CAMS gli incendi boschivi del Canada hanno generato emissioni di carbonio per oltre 100 megatonnellate a giugno.

Ondata di caldo eccezionale anche nel mare Mediterraneo e in altri settori marini

In seguito alla incredibile ondata di calore di luglio, le temperature superficiali del mare del Mar Mediterraneo sono eccezionalmente elevate e lo saranno anche nei prossimi giorni e settimane: in alcune zone la temperatura supera addirittura i 30 °C, una differenza rispetto al normale di 4-5 gradi. Gli impatti delle ondate di caldo marino includono la migrazione di specie e le estinzioni, l’arrivo di specie invasive con conseguenze per la pesca e l’acquacoltura.

Forti piogge e inondazioni

Come se il caldo anomalo e gli incendi non bastassero, molte zone del Mondo hanno subito l’effetto di forti piogge e inondazioni, con gravi perdite in termini di vite umane e danni. In Corea del Sud decine di persone hanno perso la vita a causa di piogge torrenziali e inondazioni improvvise. Circa 15 persone sono morte per lo stesso motivo nel nord-ovest della Cina.

L’India settentrionale sta affrontando inondazioni e alluvioni distruttive: le forti piogge monsoniche hanno provocati esondazioni, spazzando via ponti e case e ucciso dozzine di persone. Secondo le autorità locali, Nuova Delhi ha vissuto il giorno di luglio più piovoso degli ultimi 40 anni, con 153 millimetri di pioggia caduti in un giorno.

Criticità anche in Giappone, con un nuovo record giornaliero di precipitazioni di 376 mm caduto il 10 luglio a Minousan e 361,5 mm a Hikosan, entrambi nella regione di Kyushu.

Nelle ultime settimane, ad affrontare condizioni simili è stato anche il New England, negli Stati Uniti nord-orientali, con gravi inondazioni, un’emergenza che ha coinvolto più di quattro milioni di persone.

“Mentre il pianeta si riscalda, dovremo aspettarci di vedere eventi piovosi sempre più intensi, più frequenti e più gravi, che porteranno anche a inondazioni più gravi”, ha affermato Stefan Uhlenbrook, direttore di idrologia, acqua e criosfera presso WMO.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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