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Il discorso di fine anno di Mattarella è un appello alla giustizia climatica e alla riduzione della spesa militare

Nel tradizionale discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha lanciato un messaggio forte e chiaro a milioni di italiani: è tempo di riconsiderare le nostre priorità globali. Con toni accorati, Mattarella ha puntato i riflettori sull’enorme squilibrio tra le risorse destinate agli armamenti e quelle allocate per combattere il cambiamento climatico. Il 2024 ha segnato un record nella spesa militare globale, con 2.443 miliardi di dollari investiti in armamenti, una cifra che supera di otto volte i 300 miliardi stanziati durante la COP29 di Baku per la lotta contro il riscaldamento globale.

Il Presidente ha sottolineato come questa sproporzione rappresenti non solo un problema economico, ma anche morale e politico. “L’aggressione della Russia all’Ucraina ha innescato un aumento della spesa in armamenti,” ha dichiarato Mattarella, “ma questo non può giustificare il sacrificio di risorse fondamentali necessarie per affrontare emergenze vitali come il cambiamento climatico.” Queste parole hanno messo in evidenza una realtà difficile da ignorare: la sicurezza delle future generazioni non dipende solo dalle armi, ma anche dalla capacità di garantire un pianeta vivibile.

Cambiamento climatico e disuguaglianze negli investimenti

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con temperature globali che hanno superato la soglia critica di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, un limite che, secondo l’Accordo di Parigi, non avrebbe dovuto essere raggiunto prima della fine del secolo. Tuttavia, mentre gli effetti del riscaldamento globale si fanno sempre più evidenti, le risorse destinate all’azione climatica restano gravemente insufficienti. Alla COP29 di Baku, i leader mondiali hanno concordato di stanziare 300 miliardi di dollari all’anno per la finanza climatica, una cifra ben lontana dai 1.300 miliardi richiesti inizialmente e dai 2.400 miliardi stimati come necessari per sostenere i paesi in via di sviluppo.
In parallelo, la spesa militare continua a crescere, alimentata non solo dalla guerra in Ucraina, ma anche da una corsa al riarmo tra le principali potenze mondiali. Gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e l’India guidano questa classifica, con un incremento che in Europa è ulteriormente sostenuto dalle tensioni geopolitiche e dalla necessità di rafforzare le difese. Anche l’Italia ha aumentato il proprio budget militare, superando i 30 miliardi di euro nel 2024. Questi investimenti, sebbene giustificati dalla modernizzazione delle forze armate, hanno attirato critiche per l’impatto che potrebbero avere su settori cruciali come il welfare e la sostenibilità.

Italia e il futuro della sostenibilità

Nel suo discorso, Mattarella ha riconosciuto i progressi dell’Italia nel 2024, tra cui un aumento significativo delle installazioni di energia solare e un interesse crescente verso tecnologie innovative. Tuttavia, ha avvertito che questi risultati rischiano di essere insufficienti senza un impegno più deciso verso la sostenibilità. “E se i fondi destinati agli armamenti venissero investiti nella lotta al cambiamento climatico?” si è chiesto il Presidente, riecheggiando le preoccupazioni espresse anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres.
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), un investimento annuale di 4.500 miliardi di dollari potrebbe permettere di mantenere l’aumento della temperatura globale sotto 1,5°C. Questa cifra, sebbene ambiziosa, è meno del doppio dell’attuale spesa militare globale. Per Mattarella, il futuro richiede una cooperazione internazionale più solida, politiche di investimento coraggiose e una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini.

Un richiamo alla responsabilità condivisa

Mattarella ha concluso il suo discorso con un appello alla responsabilità collettiva. La crisi climatica e l’escalation delle spese militari rappresentano due facce della stessa medaglia: una gestione miope delle risorse che privilegia le esigenze immediate a scapito del lungo termine. “Non possiamo permetterci di ignorare le conseguenze delle nostre azioni,” ha dichiarato il Presidente, invitando tutti, leader politici e cittadini, a unirsi per costruire un futuro più giusto e sostenibile.

Il discorso di Mattarella è stato un monito potente, un invito a guardare oltre le tensioni geopolitiche e a mettere al centro della politica globale il benessere delle future generazioni. Un messaggio che, in un mondo sempre più frammentato, risuona come un faro di speranza e determinazione.

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