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Il riscaldamento globale sta influenzando i tornado?

Gli scienziati si chiedono se il global warming possa incidere sul numero e sull'intensità di questi fenomeni violenti

Il riscaldamento globale può influire sulla frequenza e sull’intensità dei tornado? È una domanda a cui è difficile dare una risposta, ma da tempo gli scienziati stanno raccogliendo dati e riflessioni su questo tema.
Molti di loro hanno sottolineato che risulta difficile individuare nel tempo le tendenze dei tornado perché i record completi risalgono a pochi decenni fa e inoltre di anno in anno c’è molta variabilità nell’attività dei tornado. Qualche cambiamento però inizia a farsi vedere: l’intensità dei tornado non sembra essere cambiata, ma si evidenziano sempre più giorni con trombe d’aria multiple e ci potrebbe essere una variazione anche delle zone più favorevoli alla formazione dei tornado.

Immagine iStock-Getty Images

Secondo Michael Mann, ricercatore della Pennsylvania State University, interpellato da Inside Climate News, vi è una crescente evidenza che «un’atmosfera calda, con più umidità ed energia, favorisca focolai temporaleschi sempre più estesi e trombe d’aria». «Ci sono anche prove che individuano uno spostamento della genesi dei tornado verso est nelle regioni Usa interessate dal fenomeno », ha aggiunto.
I tornado sono complessi, dinamici, di breve durata e di diametro relativamente piccolo, tutti fattori che rendono lo studio di questi fenomeni piuttosto difficile. La terribile stagione Usa del 2011, con il devastante tornado di Joplin, nel Missouri, che causò la morte di 161 persone il 22 maggio, ha favorito una nuova ondata di studi scientifici sul legame tra riscaldamento globale e tornado. Secondo Harold Brooks, del National Severe Storms Laboratory di Norman, in Oklahoma, ci sono prove che «il global warming possa sempre di più favorire lo sviluppo di mega-temporali, capaci di generare trombe d’aria, grandine e venti distruttivi. Gli Stati Uniti centrali sono una delle zone dove i tornado si verificano con maggiore frequenza perché si trovano tra le Montagne Rocciose e il Golfo del Messico e in questo settore lo scontro tra l’aria fredda e secca dal Canada e quella calda e umida proveniente dal Golfo del Messico dà origine temporali che generano condizioni meteorologiche avverse».
Noah Diffenbaugh scienziato presso lo Stanford Woods Institute for the Environment ha condotto uno studio dove si evidenzia che i modelli climatici globali hanno individuato un possibile aumento dell’incidenza di forti temporali negli Stati Uniti orientali in risposta a un ulteriore riscaldamento globale. Riuscire a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, così come indicato dall’accordo di Parigi sul clima, potrebbe dunque limitare anche l’aumento di forti temporali o tempeste.

Judith Jaquet

Mi sono laureata con lode in Letterature straniere, indirizzo in Scienze della Comunicazione, con una Tesi in Linguistica generale, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (Albo dei professionisti) dal 2008, dopo aver frequentato il Master in Giornalismo Campus Multimedia dello Iulm. Lavoro nella redazione di Meteo Expert dal 2011 e mi occupo della gestione dei contenuti editoriali sul web e sui social network. Conduco le rubriche di previsioni meteo in onda sui canali Mediaset e sulle principali radio nazionali.

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