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Tagliare le emissioni oggi può evitare fino a 64 centimetri di innalzamento del livello del mare entro il 2300

Tagliare subito le emissioni climalteranti può limitare l'aumento del livello del mare, evitando fino a 64 cm entro il 2300.

Le decisioni prese nei prossimi venticinque anni determineranno quanto salirà il livello del mare nei prossimi secoli. Un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change mostra che le emissioni dei prossimi decenni “scriveranno un capitolo irreversibile” per le generazioni future: secondo i ricercatori, tagliare rapidamente i gas serra può ridurre di decine di centimetri l’innalzamento previsto entro il 2300.

Il futuro del mare è già in parte deciso

Secondo lo studio, «le risposte del livello del mare ai cambiamenti climatici si manifestano su scale temporali che vanno da decenni a millenni». Ciò significa che gli oceani e le calotte glaciali reagiscono lentamente al riscaldamento in corso, e il livello del mare continuerebbe ad aumentare per secoli anche se le emissioni si fermassero oggi.
I ricercatori stimano che le emissioni prodotte fino al 2020 abbiano già “assicurato” circa 29 centimetri di innalzamento globale medio, rispetto al periodo 1995-2014.

Quanta parte possiamo ancora evitare

L’analisi mostra però che le scelte dei prossimi decenni faranno una grande differenza.
Sotto le attuali politiche climatiche, le emissioni fino al 2050 «bloccherebbero altri 0,3 metri (con un intervallo probabile tra 0,2 e 0,5) di innalzamento del livello del mare entro il 2300 rispetto a quanto causato dalle emissioni fino al 2020». Se le emissioni continuassero fino al 2090, l’impatto salirebbe a 0,8 metri (tra 0,5 e 1,4), «di cui 0,6 metri potrebbero essere evitati con una mitigazione molto rigorosa».

Tradotto: tagliare le emissioni in linea con l’obiettivo di 1,5 °C dell’Accordo di Parigi ci permetterebbe di risparmiare fino a 64 centimetri di innalzamento del livello del mare entro il 2300 rispetto al percorso attuale.

Oceani che reagiscono lentamente ma inesorabilmente

Il lavoro chiarisce che ogni tonnellata di gas serra emessa oggi «blocca» un po’ di innalzamento aggiuntivo nei secoli futuri. Gli autori sottolineano che «ogni incremento di riscaldamento massimo derivante dalle emissioni cumulative aumenta in modo irreversibile il livello del mare».

Questa risposta lenta ma costante è dovuta al modo in cui gli oceani assorbono calore e i ghiacci continentali reagiscono al riscaldamento. Anche fermando le emissioni, «le risposte lente dell’oceano e delle calotte glaciali a temperature superficiali elevate conducono a impegni sostanziali di innalzamento del livello del mare per secoli dopo la cessazione delle emissioni di gas serra».

Un problema di giustizia climatica

Lo studio non si ferma alla media globale. Gli autori mostrano che le differenze regionali sono notevoli: per il Pacifico, ad esempio, «gli impegni regionali sarebbero circa il 10% più elevati rispetto al segnale globale, principalmente a causa di un maggiore contributo relativo dell’Antartide».
In pratica, le piccole isole del Pacifico e le aree costiere più vulnerabili saranno tra le più colpite da un fenomeno che non hanno quasi contribuito a generare.

Mitigare subito, pianificare a lungo termine

Gli autori riconoscono che esistono ancora incertezze, soprattutto riguardo alla risposta dei ghiacci antartici. Ma avvertono che aspettare non è un’opzione: «solo la prospettiva degli impegni multi-secolari porta in primo piano la grande influenza delle emissioni odierne sul sistema del livello del mare, che ha un’elevata rilevanza sociale».

Serve dunque un doppio approccio: mitigare subito e pianificare l’adattamento nel lungo periodo. Il messaggio dello studio è netto: il livello del mare continuerà a salire, ma quanto e per quanto tempo dipende dalle decisioni prese ora.

 

 


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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