Mediterraneo bollente, le previsioni diventano cruciali

Il Mar Mediterraneo, culla di civiltà e casa per oltre 500 milioni di persone in 22 Paesi, è oggi uno degli ecosistemi marini più minacciati dal cambiamento climatico. Si sta riscaldando il 20% più velocemente della media globale e registra già conseguenze pesanti su biodiversità, economie costiere e sicurezza delle persone.
Dal 1980 a oggi, la temperatura della superficie marina del Mediterraneo è aumentata di circa 0,4 °C per decennio. Un ritmo superiore alla media oceanica globale, con impatti evidenti: le ondate di calore marine – eventi in cui le acque restano anormalmente calde per giorni o settimane – sono sempre più frequenti, lunghe e intense.
A giugno 2025 sono state toccate temperature mai registrate prima, con anomalie superiori a +4 °C lungo le coste di Francia e Spagna. In alcune aree del bacino occidentale si sono rilevate punte di +5 °C rispetto al clima di riferimento 1985–1999.

«Le anomalie della temperatura superficiale del mar Mediterraneo, calcolate rispetto alla media del 1985-1999, mostrano un aumento progressivo nel mese di giugno, soprattutto negli ultimi anni», afferma Emanuela Clementi, direttrice della ricerca sui sistemi regionali di previsione oceanica del CMCC.
«I dati dicono quello che sentiamo sulla pelle da diverse estati», aggiunge Giulia Bonino, ricercatrice del CMCC. «Negli ultimi 20 anni il riscaldamento è accelerato e le ondate di calore sono diventate più frequenti e gravi».
Le previsioni salvano ecosistemi e attività economiche
In uno scenario tanto dinamico e rischioso, le previsioni rappresentano uno strumento chiave. Il CMCC ha sviluppato il sistema MedFS (Mediterranean Forecasting and Analysis System), in grado di anticipare eventi estremi come ondate di calore marine, tempeste improvvise, Medicanes (uragani mediterranei) e forti correnti.
Nel 2022, durante l’ondata marina da record, il sistema ha fornito allerte tempestive per aree sensibili come il Mar Ligure e il Golfo di Taranto, aiutando a mitigare danni a pesca, acquacoltura e turismo. MedFS serve anche a ricostruire eventi passati – come l’acqua alta a Venezia o la tempesta Gloria – per migliorare la pianificazione delle risposte future.

Intelligenza artificiale e previsioni: più veloci, più efficaci
L’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning sta rivoluzionando la modellistica climatica. Il CMCC ha dimostrato che gli algoritmi possono prevedere temperature e ondate marine con la stessa affidabilità dei modelli dinamici tradizionali, ma in tempi più rapidi e con costi minori.
Una risorsa preziosa, che consente anche di simulare la diffusione di sversamenti di petrolio o di ottimizzare le rotte navali in chiave di sicurezza e riduzione delle emissioni.
«La domanda non è se ci sarà una fuoriuscita di petrolio, ma quanto gravi saranno le conseguenze», sottolinea Svitlana Liubartseva, autrice principale di uno studio CMCC che ha identificato le aree più vulnerabili del Mediterraneo secondo le previsioni: Stretto di Sicilia, Adriatico settentrionale e bacino orientale.
Conoscere per reagire: ricerca e adattamento
Modelli climatici ad alta risoluzione, sistemi di allerta tempestiva, applicazioni dell’AI: la scienza può offrire strumenti concreti per prevenire, adattarsi, proteggere. Ma serve che questi strumenti diventino parte delle politiche pubbliche e delle scelte quotidiane.
Il Mar Mediterraneo è al centro di una crisi climatica senza precedenti: come ricorda il CMCC, non è più questione di se ci saranno nuovi eventi estremi, ma quando e con quali impatti. E, soprattutto, di quanto saremo pronti a reagire.
NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.