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Al Wonderwallà Festival l’arte diventa un grido per il Pianeta

La stagione estiva dei murales entra nel vivo con l’opera dello street artist di fama internazionale Dulk e il suo racconto visivo dedicato alla biodiversità e alla resistenza ai cambiamenti climatici

Nel piccolo borgo di Vallà, frazione di Riese Pio X in provincia di Treviso, l’arte diventa un grido per il Pianeta. L’artista spagnolo Antonio Segura Donat, conosciuto come Dulk, ha realizzato il suo ultimo murale “Dove vagano le bestie selvagge” per il progetto di rigenerazione urbana The Wallà. Presentato durante il Wonderwallà Festival che si tiene questo fine settimana dal 29 al 31 agosto, l’opera è un potente racconto visivo che intreccia biodiversità e resistenza ai cambiamenti climatici, temi centrali nella poetica di Dulk.

Antonio Segura Donat, Dulk

Il cuore pulsante di The Wallà è la street art

The Wallà è un progetto di rigenerazione urbana partecipata che ha visto la sua nascita a maggio 2021 su iniziativa dell’associazione di promozione sociale “Collettivo BocaVerta”, in collaborazione con il Comune di Riese Pio X e con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Treviso. Il nome unisce in un gioco di parole il termine inglese wall (muro) e il paese in cui ha luogo l’iniziativa, Vallà. Attraverso il linguaggio della street-art punta a migliorare aree di degrado urbano e creare opportunità culturali ed economiche per il territorio, valorizzando gli immobili oggetto degli interventi degli artisti.

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Ogni figura per Dulk rappresenta la capacità della natura di resistere ai cambiamenti climatici

Con il suo stile surreale e colorato Dulk dà vita a una processione di creature fantastiche: una volpe, simbolo di astuzia e vulnerabilità, guida un gruppo di animali ibridi: una rana con corpo di dinosauro, un gufo che sembra custodire antichi segreti e una chiocciola che si trasforma in airone. Ogni figura rappresenta la capacità della natura di adattarsi, reinventarsi e resistere alle minacce del cambiamento climatico. Il suo lavoro non è solo estetica, ma un invito a riflettere sulla crisi ecologica globale: gli animali immaginari sono la visione che ha l’artista della natura che lotta per sopravvivere.

 

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La biodiversità deve essere celebrata: l’arte deve dare voce alle perdite

La biodiversità che Dulk celebra con dettagli minuziosi e colori vibranti, è al centro del suo messaggio. Gli ecosistemi del Pianeta, sempre più fragili, perdono specie a un ritmo allarmante e lui usa l’arte per dare voce a questa perdita, disegnando creature che non esistono ma che evocano la bellezza e la complessità della vita sulla Terra. Il suo murale a Vallà non parla solo di ciò che è stato perso, ma anche di ciò che possiamo ancora salvare, immaginando un futuro in cui la natura possa rigenerarsi.

The Wallà

Il cambiamento climatico, con il suo impatto su habitat e specie, è un altro tema cruciale dell’opera. L’artista spagnolo che ha collaborato con organizzazioni ambientaliste in passato, utilizza il murale per richiamare l’attenzione su eventi estremi come incendi, siccità e innalzamento dei mari che minacciano la biodiversità. La volpe, al centro del dipinto, sembra guardare lo spettatore, quasi a chiedere: “Cosa farete per proteggere il nostro mondo?”. Il progetto The Wallà che ha già trasformato Vallà in una galleria a cielo aperto con oltre 1000 m² di murales, amplifica il messaggio di Dulk grazie a un virtual tour che rende l’opera accessibile a un pubblico globale.

Antonio Segura Donat, Dulk

In quest’opera ho riunito un gruppo di personaggi che, come molte specie in via d’estinzione, sono costretti a migrare, lasciando il proprio habitat alla ricerca di un luogo migliore. A guidare questa carovana c’è la volpe, un animale che simboleggia l’astuzia, ma anche la vulnerabilità. Accanto a lei ci sono creature che sembrano uscite da un sogno, o forse da un futuro impossibile. Una rana con il corpo di un dinosauro, un gufo dallo sguardo saggio, una chiocciola che si trasforma in un airone. Ognuno di loro è un essere ibrido, una fusione tra realtà e fantasia. Rappresentano il tentativo stesso della natura di reinventarsi per sopravvivere. Tutti avanzano insieme, in una sorta di processione o migrazione simbolica, guidati dallo spirito che conduce il viaggio. Questo murale è un invito a immaginare nuovi percorsi, nuovi modi di coesistere” ha dichiarato l’artista.

 

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The Wallà non è più soltanto un luogo fisico: è diventato un ecosistema narrativo, un’esperienza culturale continua e accessibile che vive nel borgo, ma anche online, 24 ore su 24. Con l’arrivo di Dulk, uno dei nomi più riconosciuti della street art internazionale, il progetto ha fatto un ulteriore salto di qualità. La sua opera, potente e poetica, affronta il tema della migrazione e della trasformazione con una sensibilità che tocca corde universali, mescolando sogno e urgenza ecologica. Il nostro obiettivo, fin dall’inizio, è stato duplice: rigenerare il territorio e raccontare storie attraverso l’arte, coinvolgendo la comunità in un percorso partecipato e visionario. Il nuovo virtual tour è un passo fondamentale in questa direzione: permette a chiunque, da qualsiasi parte del mondo, di esplorare Vallà e le sue opere, di scoprire gli artisti e le loro ispirazioni, offrendo un invito alla visita ma anche uno strumento didattico e divulgativo. The Wallà oggi è un laboratorio aperto di creatività urbana, e il suo valore cresce giorno dopo giorno” queste le parole di Mauro Berti, portavoce del collettivo Bocaverta.

The Wallà

Prima di Dulk c’era stata l’opera dell’artista romana Alice Pasquini, in arte Alicè, che nella prima parte della stagione ha realizzato la sua opera in dialogo con i bambini della scuola dell’infanzia, coinvolti anche in un laboratorio collettivo espositivo. In queste giornate il borgo veneto è pronto ad accogliere i PichiAvo, street artist di Valencia (Spagna) apprezzati e conosciuti in tutto il mondo per il loro stile inconfondibile in cui i graffiti incontrano l’arte classica.

 

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Il progetto The Wallà rappresenta una delle esperienze più significative e innovative di valorizzazione culturale e rigenerazione urbana che abbiamo intrapreso nel nostro territorio. È nato dal desiderio di dare nuova linfa a un piccolo borgo, ma in pochi anni ha saputo conquistare l’attenzione nazionale e internazionale, diventando un punto di riferimento per la street art e per le politiche culturali partecipative. A livello turistico, The Wallà sta generando un indotto crescente, attirando visitatori da tutta Italia e dall’estero, grazie anche al virtual tour e al festival Wonderwallà, che portano attenzione mediatica, presenze e nuove opportunità. Ma l’aspetto che mi rende più orgoglioso è vedere come la comunità stia facendo proprio questo percorso: i cittadini non sono spettatori, ma co-autori di una rinascita culturale che sta cambiando il volto del nostro paese” ha commentato Matteo Guidolin in rappresentanza del collettivo Bocaverta.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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