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Da economista di professione ad attivista per il clima: tutti i perché di Riccardo Antoniol

Dalla "controstoria" dello sviluppo economico, ai giovani penalizzati anche in pandemia: stiamo schiacciando il principio di equità generazionale. Conversazione con Riccardo Antoniol di Fridays for Future

Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e con gli oppressi, non c’è più scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.

E’ una frase di Enrico Berlinguer, al quale non daremo né disonori né meriti in questo articolo, ma che richiama alcune delle questioni che riguardano il presente e che determineranno il futuro: il sapere, la giustizia, il passaggio dal vecchio al nuovo (modello di sviluppo), ma soprattutto i giovani, le battaglie che scelgono di combattere e le sfide che devono affrontare. 

Per questo appuntamento della nostra rubrica ClimAttivisti, dedicata alle voci e alle storie degli attivisti per il clima, abbiamo affrontato questi temi con Riccardo Antoniol, membro di Fridays For Future, da sempre molto sensibile alle questioni ambientali e che oggi si definisce un “economista riconvertito“. Riccardo ha studiato economia alla Bocconi e per anni si è dedicato ad attività nel mondo degli investimenti finanziari, finché una pausa dal frenetico mondo del lavoro, gli ha permesso di vedere quella che lui definisce “la controstoria dello sviluppo economico”.

“Mi sono reso conto che il modello fantastico nel quale tutto funziona perfettamente, in cui si genera ricchezza economica, se viene guardato con l’angolazione ambientale, non è così perfetto. Il libro The Economics of Climate Change: The Stern Review, del dott. Nicholas Stern celebre economista e accademico inglese, proprio nelle prime righe spiega come il cambiamento climatico sia la dimostrazione del fallimento del mercato; per me questa cosa è stata come uno schiaffo, il crollo di una convinzione, e ho cominciato ad approfondire, studiare e documentarmi. Guardando le cose sia con l’esperienza maturata negli studi e nella pratica da economista, sia attraverso le lenti del cambiamento climatico e delle questioni ambientali, ho iniziato a vedere la controstoria dello sviluppo economico: un grande modello che però si fonda unicamente sulle fonti fossili. Tutto quello che facciamo è principalmente il consumo di energia fossile, che oggi sappiamo non essere più sostenibile”.

L’allontanamento dalle fonti fossili per Riccardo deve essere una priorità, ma non solo: “In realtà questo è solo il primo passo di un cambiamento più profondo che è necessario fare. In sostanza è tutto il modello economico a non essere più sostenibile. Il modello libertà-democrazia-capitalismo era perfetto nel XIX e XX secolo, quando l’umanità aveva davanti a sé spazi infiniti da colonizzare, ma non è più sostenibile né praticabile, in un mondo che consuma 1,7 pianeti”.

Quella della contabilizzazione delle risorse è, a tutti gli effetti, una questione matematica.

Viviamo infatti in una situazione di deficit ecologico, ce lo ricorda ogni anno l’Earth Overshoot Day, data che segna il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi naturali possono rinnovare nel corso dell’intero anno, l’umanità utilizza attualmente il 60% in più di quanto si possa rinnovare. Nel 2020 l’Overshoot Day, è arrivato in ritardo, in totale controtendenza rispetto al passato. Se di solito la data di inizio ufficiale del nostro debito con il Pianeta cade ogni anno qualche giorno prima – nel 2019 era il 29 luglio – nell’anno della peggiore pandemia della storia moderna si è presentato tre settimane dopo: il 22 agosto 2020. La richiesta per il 2021, è quella di non aspettare una pandemia per spostare la data del deficit ecologico, è promossa con la campagna dell’Earth Overshoot Day: We do not need a pandemic to #MoveTheDate.

Il riavvicinamento alle tematiche ambientali e climatiche per Riccardo è avvenuto anche grazie alla partecipazione alle manifestazione di Fridays For Future, ai ragazzi che ne fanno parte e alla loro voglia di far sentire la propria voce, come ci racconta lui stesso: “La prima cosa che mi ha colpito è stata l’entusiasmo, soprattutto da parte dei ragazzi che ne fanno parte, consapevoli che la crisi ambientale sarà un problema che riguarderà il loro futuro”.

I cambiamenti climatici interessano tutte le regioni del Mondo: le calotte polari si fondono causando un aumento del livello dei mari, i fenomeni meteorologici estremi e le precipitazioni violente sono sempre più diffuse e i territori sono resi fragili dal sovrasfruttamento dei suoli, aumentano anche le aree a rischio siccità e ondate di calore senza precedenti. Questi (e tanti altri) fenomeni, senza azioni di mitigazione, sono destinati ad intensificarsi nei prossimi decenni e saranno proprio i giovani di oggi a doverli affrontare.

Fridays For Future, 04/09/2020 Piazza della Scala. Milano

In questi giorni molte zone di Italia sono tornate ad essere rosse/arancione scuro, con l’implicazione del ritorno alla didattica a distanza per tutte le classi di ordine e grado: “La cosa che mi preoccupa molto, – spiega Riccardo – è che per garantire che le attività produttive possano continuare, il sacrificio è che i ragazzi ritornino in DAD. Secondo me questo è un concetto profondamente sbagliato: chi è più colpito da questa situazione è chi poi dovrà affrontarla veramente”.

Proprio ai ragazzi è stato dedicato, all’inizio del primo lockdown nazionale, il progetto di Fridays For Future Milano chiamato #Fuoriclasse. Creato insieme a NUDM Milano e dedicato agli studenti a casa in quarantena, è una collana di approfondimenti video sui temi dell’ecologia, del femminismo e della transgenerazionalità, ovvero il legame che unisce diverse generazioni.

Per orientare il futuro è indispensabile gettare le basi teoriche per una filosofia delle generazioni, che si possa fondare sul principio di equità generazionale: è il principio secondo cui il pianeta debba essere consegnato alle generazioni future in condizioni non peggiori rispetto a quelle in cui l’abbiamo ereditato. Ciò si traduce nel diritto delle generazioni future di usufruire dello stesso tipo di risorse e servizi ecologici di cui possono beneficiare le generazioni attuali. I problemi che interessano il presente richiedono quasi tutti un ragionamento più profondo: in questo caso si tratta di considerare se esiste un vincolo tra le generazioni e, se esiste, considerarlo in ogni aspetto della realtà sociale nel quale emerge. Per le grandi sfide del nostro tempo e del futuro, ormai sappiamo che non è più accettabile un pensiero che tenda alla conservazione del presente, con superficiale progettualità sul futuro. 

I problemi climatici ambientali dovranno essere risolti dalle future generazioni, stiamo lasciando le economie al picco dell’indebitamento, con tassi di interesse a zero o addirittura negativi. In più, stiamo penalizzando queste generazioni anche nel contesto della pandemia. Non mi sembra che stiamo aiutando molto i giovani”.

Manifestazione a Palazzo Marino ad un anno dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica ed ambientale del 20/05/2019

Riccardo, come membro di Fridays For Future Milano, è ha stretto contatto con molti giovani studenti ma non solo, il collettivo milanese, raccoglie persone con età, background culturali e professionali molto variegati.

“Ho notato, soprattutto a Milano, una partecipazione molto variegata. Ad esempio, Guido Viale (sociologo e saggista, leader della protesta studentesca nel ’68. ndr), condivide le sue idee e le sue informazioni con noi, ma anche tanti ragazzi già laureati collaborano con ragazzi ancora al liceo in armonia. Ci sono persone con diverse professionalità e mondi di provenienza: giornalisti, sociologi, io sono un economista, fisici, ragazzi che hanno studiato scienze ambientali, eccetera. Attorno al tema ambientale insomma, si è raccolto un gruppo di persone con esperienze, conoscenze diverse e con la volontà di condividerle”.

Un Meltin’ pot culturale che da un lato è segno della trasversalità della tematica ambientale e dall’altro è portavoce della volontà di difendere la salute del pianeta anche per difendere la biodiversità culturale. 

Un elemento che sicuramente riguarda tutti e che con la pandemia ha raggiunto sicuramente nuove consapevolezze sull’emergenza che rappresenta è quello della Qualità dell’Aria. Fridays For Future Milano ha dato il via ad una valutazione del Piano Aria e Clima del Comune di Milano.

“Abbiamo fatto un lavoro sul Piano Aria Clima del comune di Milano, abbiamo approfondito facendo le nostre osservazioni al Comune, perché questo è un po’ un problema che notiamo: a Milano in questi anni, nonostante il problema della qualità dell’aria sia grave, si fa veramente poco. E’ l’esempio chiaro di una emergenza che non viene trattata come una emergenza, ma come una situazione contingente”. 

Le considerazioni di Fridays For Future sulle azioni proposte dal Comune, non considerate in linea con la gravità della situazione climatica e ambientale, sono consultabili integralmente QUI, in una lettera scritta dall’avv. Veronica Dini al Comune di Milano. 

Per concludere, abbiamo chiesto a Riccardo come si svolgerà la manifestazione Fridays For Future in programma per venerdì 19 Marzo 2021, salvo nuove e più stringenti restrizioni.

“Abbiamo pensato di organizzare un bike strike, così da poter mantenere le distanze di sicurezza e fare un giro a tappe per Milano in bici. Programmeremo delle tappe in alcuni punti specifici, come ad esempio l’ambasciata brasiliana per denunciare il problema dell’Amazzonia. Sarà in generale un momento per manifestare su questioni legate alla città: dall’urbanistica, al piano aria clima, al sacrificio delle aree verdi. Partiremo da L.Go Carioli per arrivare in Piazza del Duomo”. 

L’appuntamento milanese con il #BikeForFuture è dunque per venerdì 19 Marzo, alle ore 9.30 in Largo Cairoli.

Biciclettata Milano – Pavia per promuovere la pista ciclopedonale VEN.TO (Venezia – Milano) per un turismo sostenibile

 

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Di giustizia e partecipazione. Dare ai giovani gli strumenti per affrontare la crisi climatica. Conversazione con Giulia Persico

 

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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