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COP28, dal 2011 al 2020 perdita glaciale doppia rispetto al decennio precedente

Alla COP28 è stato sottolineato a più riprese il ruolo della criosfera e le lacune che ancora persistono sull'argomento

Alla COP28, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna che si è celebrata ieri (11 dicembre), è stato mandato un messaggio ben preciso: “Le montagne sono importanti e la criosfera è fondamentale“. Le montagne, infatti, ospitano il 15% della popolazione mondiale e circa la metà dei punti caldi della biodiversità mondiale. Inoltre, forniscono acqua dolce a metà dell’umanità. Purtroppo però, il cambiamento climatico rappresenta un’enorme minaccia esistenziale per i ghiacciai montani. Proprio quest’ultimo aspetto, è stato analizzato profondamente alla COP28.

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Alla COP28 si dà la giusta importanza alla criosfera: ecco perché

“La criosfera è una delle componenti più importanti, ma probabilmente una delle meno monitorate, del nostro ciclo idrologico. I ghiacciai si stanno sciogliendo velocemente“, ha affermato la vicesegretaria generale dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM), Elena Manaenkova. La criosfera, dunque, è il termine che indica la presenza di acqua ghiacciata e comprende, tra gli altri, neve, ghiaccio (marino), ghiacciai e permafrost.

Circa 40 dei ghiacciai monitorati dal World Glacier Monitoring Service vengono utilizzati per stimare il bilancio di massa dei ghiacciai. Dal 2011 al 2020, la perdita glaciale è stata quasi il doppio rispetto al decennio precedente. In media, secondo il rapporto sullo stato del clima 2011-2020 della WMO, i ghiacciai misurati si sono assottigliati di circa 1 metro all’anno.

Alcuni esempi concreti

Paesi come il Bhutan, che immagazzinano più carbonio di quanto ne emettono (principalmente da foreste e zone umide), risulta comunque molto esposto agli impatti dei cambiamenti climatici, alla diminuzione della criosfera e ai rischi correlati come inondazioni e smottamenti. Paesi come il Tagikistan – ricco di montagne con vaste risorse idriche, soprattutto ghiacciai -, negli ultimi decenni ha assistito alla distruzione di oltre mille ghiacciai. Ovviamente le implicazioni per lo sviluppo sostenibile non sono di certo lievi in una nazione in cui circa l’80% della produzione agricola proviene da terreni irrigati e oltre il 98% dell’elettricità del paese è generata da centrali idroelettriche. Gli impatti dei cambiamenti idrologici dovuti al ritiro dei ghiacciai e al disgelo del permafrost si stanno avvicinando al punto di non ritorno.

Proprio per tutti questi motivi, il Tagikistan è uno degli sponsor principali dell’Anno internazionale della preservazione dei ghiacciai 2025, che sarà coordinato anche dall’OMM e dall’Organizzazione scientifica e culturale delle Nazioni Unite.

Come mai la criosfera è poco compresa? Ecco una serie di motivi

La dottoressa Manaenkova ha esaminato quali sono le lacune principali sull’argomento, evidenziando anche le azioni da compiere. Dunque, esistono lacune significative nello studio e nell’analisi della distribuzione e delle caratteristiche delle variabili criosferiche, come l’estensione del permafrost, i volumi dei ghiacciai, le tendenze del ghiaccio marino, lacustre e fluviale e la variazione della copertura nevosa. Nonostante i progressi compiuti dai satelliti per l’osservazione della Terra, persistono grandi sfide legate alla copertura nuvolosa, al terreno accidentato e alle osservazioni terrestri che sono molto costose.

Nello stesso tempo, regna molta incertezza sulle proiezioni future dovute ai limiti dei modelli attuali e alla mancanza di monitoraggi a livello locale. Quindi manca una valutazione integrata del rischio riguardo agli effetti legati al cambiamento della criosfera, sottolinea la Dottoressa. Ciò che bisogna fare, afferma, è aumentare la consapevolezza, migliorare la comprensione scientifica, promuovere l’azione e rafforzare i quadri politici. In ultima analisi, bisogna aumentare il sostegno finanziario.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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