USA: Camera approva una legge fiscale che smantella gli incentivi alle rinnovabili
La Camera dei rappresentanti USA ha approvato un controverso pacchetto fiscale che elimina gran parte degli incentivi alle energie rinnovabili introdotti dall'Inflation Reduction Act. Il provvedimento, passato con un margine ristrettissimo, minaccia posti di lavoro, investimenti e obiettivi climatici.

La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, a guida repubblicana, ha approvato il 22 maggio 2025 un maxi pacchetto fiscale fortemente voluto dal presidente Donald Trump che mira a smantellare buona parte degli incentivi alle energie rinnovabili introdotti dall’Inflation Reduction Act (IRA) durante l’amministrazione Biden.
Un’approvazione sul filo del rasoio
Il controverso disegno di legge, soprannominato “One big beautiful bill”, è passato con un margine estremamente ristretto: 215 voti favorevoli contro 214 contrari. Due deputati repubblicani hanno votato contro la proposta, mentre altri due si sono astenuti, evidenziando tensioni anche all’interno della maggioranza. Il provvedimento è ora diretto al Senato, dove potrebbe subire ulteriori modifiche prima della votazione finale.
Il pacchetto fiscale, elaborato dalla commissione Ways and Means della Camera, prevede l’eliminazione o il drastico ridimensionamento di crediti fiscali fondamentali per il rimpatrio manifatturiero e per la produzione e installazione di tecnologie pulite. A essere colpiti saranno principalmente il fotovoltaico, i sistemi di accumulo energetico, i veicoli elettrici, le pompe di calore, l’idrogeno verde e le catene di fornitura legate alla produzione industriale nazionale.
Impatti economici e ambientali devastanti
Secondo analisi indipendenti, le conseguenze di questo provvedimento potrebbero essere devastanti sia dal punto di vista economico che ambientale. Si stima che la legge potrebbe costare oltre 830.000 posti di lavoro entro il 2030, con un impatto particolarmente severo nel settore delle energie rinnovabili e delle tecnologie pulite.
Per i consumatori americani, le previsioni indicano un aumento delle bollette energetiche di circa 230 dollari all’anno, a causa della ridotta competitività delle fonti rinnovabili rispetto ai combustibili fossili. Dal punto di vista ambientale, il provvedimento potrebbe provocare l’emissione di 260 milioni di tonnellate di CO₂ in più entro il 2035, compromettendo gravemente gli obiettivi climatici degli Stati Uniti.
Investimenti a rischio e impatti sui territori
Particolarmente preoccupante è il rischio che mezzo trilione di dollari di investimenti già programmati nel settore delle energie pulite possano essere cancellati o ridimensionati. Ironicamente, molti di questi investimenti erano previsti proprio in Stati repubblicani, che potrebbero quindi subire le conseguenze economiche più gravi.
Il disegno di legge prevede che solo le aziende che avvieranno la costruzione di nuovi impianti solari, eolici o geotermici entro 60 giorni dalla firma del provvedimento potranno usufruire degli attuali crediti fiscali, a condizione che completino gli impianti entro la fine del 2028. L’unica eccezione riguarda l’energia nucleare, che continuerà a beneficiare di significative agevolazioni fiscali fino alla fine del 2028.
Altre misure controverse
Oltre allo smantellamento degli incentivi alle rinnovabili, il pacchetto include altre misure controverse. È stata anticipata la data per l’introduzione dei nuovi requisiti lavorativi per Medicaid dal 1° gennaio 2029 al 31 dicembre 2026, con possibilità per gli Stati di anticiparla ulteriormente. Il testo prevede anche un finanziamento aggiuntivo di 12 miliardi di dollari per rimborsare agli stati le spese effettuate per la sicurezza dei confini dal 2021 in poi.
Mentre il presidente Trump esulta per l’approvazione del pacchetto fiscale, esperti ed economisti lanciano l’allarme sulle possibili conseguenze per l’economia americana, la transizione energetica e la lotta al cambiamento climatico.