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Il Parlamento Europeo ha votato per lo stop alle auto a diesel e benzina dal 2035, ancora stallo sul sistema di scambio delle emissioni

Il Parlamento Europeo ha votato le misure del pacchetto Fit For 55 nella giornata di mercoledì 8 giugno. Si tratta delle misure ritenute necessarie a centrare l’obiettivo di far calare le emissioni dell’Europa del 55 per cento entro il 2030.

Il pacchetto Fit for 55 rientra nell’ambito del Green Deal Europeo e della Legge europea sul Clima, con cui ci siamo posti l’obiettivo vincolante di raggiungere la neutralità climatica – ovvero le zero emissioni nette – entro il 2050.
Per farcela serve che i livelli di emissioni di gas serra scendano in modo sostanziale nei prossimi decenni, e per questo è stato considerato necessario fissare l’obiettivo intermedio del -55% al 2030.

fit for 55

Otto i report su cui si sono espressi i parlamentari europei a Strasburgo, con una votazione che ha fatto emergere profonde divisioni all’interno del Parlamento e che ha portato a qualche novità significativa ma anche grosse battute d’arresto. Ecco i punti principali:

Stallo sul sistema ETS (Emissions Trading System)

Si tratta del sistema di scambio delle emissioni: semplificando molto, consiste in “permessi” che le aziende più inquinanti comprano da quelle che inquinano di meno per compensare. Il Parlamento Europeo ha bocciato la proposta relativa all’ETS con i voti sfavorevoli dei partiti di destra (secondo cui le misure penalizzerebbero troppo l’economia) ma anche dei gruppi ambientalisti e di sinistra, che l’hanno considerata poco ambiziosa. Adesso il testo dovrà tornare alla Commissione Europea per essere rivisto.

Attualmente sono soggette all’ETS soltanto 11 mila industrie e centrali energetiche particolarmente inquinanti, che producono circa il 40 per cento delle emissioni dell’Unione Europea. Con il nuovo piano il sistema di scambio dovrebbe coprire praticamente tutte le emissioni includendo realtà diverse, come quelle come operano nei trasporti.
Un altro punto della riforma riguardava le tempistiche relative alla progressiva abolizione delle quote gratuite che attualmente l’Unione Europea “regala” alle industrie inquinanti: la proposta, che è stata respinta, puntava ad fermarle tra il 2028 e il 2034.

Anche altri due testi chiave sono stati rinviati in commissione

  • CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism): si tratta di una sorta di dazio per i paesi extra-UE che hanno standard ambientali meno severi.
  • Social Climate Fund, un fondo da 72 miliardi di euro per compensare le imprese e le categorie maggiormente colpite economicamente dalle misure ambientali.

Stop alle auto a “emissioni non-zero”

La novità che sta facendo più discutere riguarda il divieto di produrre veicoli a benzina, a diesel o ibride dopo il 2035. La misura tuttavia non è ancora definitiva: nei prossimi mesi dovrà essere negoziata col Consiglio dell’Unione Europea, l’organo in cui sono rappresentati i governi dei 27 paesi membri.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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