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Libia, le piogge estreme rese 50 volte più probabili dal riscaldamento globale

Un’analisi di World Weather Attribution ha analizzato i dati climatici e le simulazioni dei modelli per confrontare il clima attuale, dopo un riscaldamento globale di circa 1,2°C, con il clima del passato

La catastrofe avvenuta in Libia, al di là delle responsabilità e negligenze umane, è stata amplificata e resa più violenta dai cambiamenti climatici: il riscaldamento causato dall’uomo ha reso fino a 50 volte più probabili le forti piogge nel Paese.

Un’analisi di World Weather Attribution ha analizzato i dati climatici e le simulazioni dei modelli per confrontare il clima attuale, dopo un riscaldamento globale di circa 1,2°C, con il clima del passato. Gli scienziati hanno scoperto che i cambiamenti climatici causati dall’uomo hanno reso le piogge abbondanti nel nord-est della Libia fino a 50 volte più probabili rispetto a quelle che si sarebbero verificate in un mondo senza cambiamenti climatici causati dall’uomo. Hanno inoltre riscontrato un’intensità di pioggia fino al 50% superiore rispetto a quella che si sarebbe verificata con un analogo evento in un mondo precedente al cambiamento climatico.
Le inondazioni causate dalla tempesta Daniel hanno provocato almeno 11.300 morti e 10.100 dispersi a Derna, secondo l’Onu.

Per quantificare l’effetto del cambiamento climatico sulle piogge intense nella regione, gli scienziati hanno analizzato i dati climatici e le simulazioni dei modelli al computer per confrontare il clima attuale, dopo un riscaldamento globale di circa 1,2°C dalla fine del 1800, con il clima del passato, seguendo metodi di revisione paritaria. È stato un evento che si sarebbe dovuto verificare solo una volta ogni 300-600 anni. Tuttavia, questa frequenza è molto più alta di quella che si verificherebbe in un mondo non riscaldato.

Julie Arrighi, direttore ad interim del Centro per il clima della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, i cui ricercatori hanno lavorato al rapporto World Weather Attribution, ha dichiarato:

“Questo disastro mostra come gli eventi meteorologici estremi alimentati dai cambiamenti climatici si combinino con i fattori umani per creare impatti ancora più grandi, dal momento che un numero maggiore di persone, beni e infrastrutture sono esposti e vulnerabili al rischio di inondazioni. Tuttavia, esistono soluzioni pratiche che possono aiutarci a evitare che questi disastri diventino una routine, come una gestione rafforzata delle emergenze, previsioni e sistemi di allerta migliori basati sull’impatto e infrastrutture progettate per il clima futuro.”

Non solo Libia: il riscaldamento causato dall’uomo ha reso fino a dieci volte più probabili le forti piogge anche in Grecia, Bulgaria e Turchia, Paesi sconvolti da eventi estremi nelle scorse settimane.

Jagan Chapagain, Segretario Generale della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, ha dichiarato: “Il disastro di Derna è un altro esempio di ciò che il cambiamento climatico sta già facendo al nostro tempo. Ovviamente in Libia molteplici fattori hanno trasformato la tempesta Daniel in una catastrofe umana; non è stato solo il cambiamento climatico. Ma il cambiamento climatico ha reso la tempesta molto più estrema e intensa, causando la perdita di migliaia di vite umane. Questo dovrebbe essere un campanello d’allarme per il mondo, che deve rispettare l’impegno di ridurre le emissioni, garantire i finanziamenti per l’adattamento al clima e affrontare le questioni delle perdite e dei danni”.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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