Secondo un nuovo studio, condotto dal gruppo World Weather Attribution. l’ondata di caldo da record che ha colpito il Madagascar in ottobre sarebbe stata “virtualmente impossibile” senza il riscaldamento globale causato dall’uomo. Sono ormai anni che gli scienziati ci indicano come il riscaldamento globale causato dall’uomo stia rendendo più frequenti e più intensi i fenomeni meteorologici estremi in tutto il mondo e tra questi anche le ondata di calore. Il Madagascar, in particolare la regione più popolata intorno alla capitale Antananarivo, ha vissuto nel 2023 l’ottobre più caldo di sempre, battendo molti record di temperatura minima e massima.
The October heatwave in Madagascar would have been virtually impossible in a world without human-caused climate change.
Our study is the first to quantify the influence of climate change on a heatwave in Sub-Saharan Africa. ? pic.twitter.com/0cIVCVc1ZR
— World Weather Attribution (@WWAttribution) November 23, 2023
Questo studio di attribuzione è il primo che ha preso in esame l’Africa subsahariana e ha rilevato che le temperature sono state più alte di 2,5°C rispetto alla media recente. I ricercatori hanno calcolato che se la temperatura globale arriverà fino a 2°C al di sopra dei livelli preindustriali, ogni cinque anni si verificherà un’ondata di calore di questa intensità.
Le ondate di calore in tutte le regioni dell’Africa subsahariana, secondo gli autori della ricerca, sono drammaticamente sottovalutate e ciò porta a una scarsa consapevolezza dei pericoli del caldo estremo. Si stima che la mortalità legata al caldo aumenterà di quattro volte entro il 2080, a meno che non vengano effettuati i necessari investimenti per l’adattamento.
Il Madagascar meridionale è particolarmente vulnerabile agli impatti delle ondate di calore e i sistemi alimentari e agricoli rischiano di collassare a causa delle alte temperature, dell’aggravarsi delle condizioni di siccità e dei frequenti cicloni altamente distruttivi. L’aria estremamente secca durante le ondate di calore, comprese le notti, provoca difficoltà di respirazione e i bambini sono i più colpiti, con un’elevata mortalità dovuta al caldo.
Per stimare l’influenza dei cambiamenti climatici causati dall’uomo su questo caldo estremo, gli studiosi hanno utilizzato una combinazione di modelli climatici e osservazioni scoprendo che, a causa dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo, l’evento sarebbe stato più “freddo” di circa 1 o 2 °C se l’uomo non avesse riscaldato il pianeta bruciando combustibili fossili.
La dott.ssa Friederike Otto, docente senior di scienze climatiche presso l’Imperial College di Londra, ha dichiarato: “Il cambiamento climatico è un problema creato e aggravato dai Paesi e dalle aziende più ricche, ma sono i più poveri a soffrire di più. Alla COP28, abbiamo bisogno di impegni da parte dei Paesi sviluppati per fornire finanziamenti al fondo per le perdite e i danni”.