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L’uragano Milton e i suoi venti resi più distruttivi dal cambiamento climatico

Il cambiamento climatico ha reso i venti di Milton più intensi di circa il 10%, che si può tradurre in danni due volte maggiori

L’uragano Milton ha devastato la Florida la scorsa settimana colpendo la costa occidentale dello stato con la violenza di un uragano di categoria 3. I venti catastrofici, le precipitazioni e i tornado hanno causato oltre 15 vittime e naturalmente gravi disagi. Secondo un recente studio del World Weather Attribution, senza cambiamento climatico Milton avrebbe colpito con uragano di categoria 2, dunque con venti meno intensi.

L’uragano Milton devasta la Florida: ecco i VIDEO impressionanti

L’uragano Milton si è intensificato nelle acque del Golfo del Messico a una velocità impressionante

Milton è nato lo scorso 5 ottobre come depressione tropicale nel Golfo del Messico, intensificandosi velocemente in tempesta tropicale. In seguito ha subito un’intensificazione esplosiva nell’arco di 24 ore, tra lunedì 6 e martedì 7, che lo ha elevato a uragano di categoria 5.

Questa intensificazione estremamente rapida di Milton è stata resa possibile dalle temperature elevate delle acque del Golfo del Messico, rese 400-800 volte più probabili dai cambiamenti climatici, sottolineano gli esperti. Milton si è intensificata più velocemente di qualsiasi altra tempesta nel Golfo del Messico, ma questo livello di rafforzamento esplosivo non è senza precedenti nell’Atlantico. Solo due uragani si sono rafforzati più di Milton in un periodo di 24 ore: Wilma del 2005 e Felix del 2007.

L’uragano Milton in 24 ore è diventato un ‘mostro’: Florida in allerta

Il landfall di Milton e il ruolo del cambiamento climatico: i dati del nuovo studio

Milton ha toccato terra la sera di mercoledì 9 ottobre dopo aver subito un indebolimento da uragano di categoria 5 a uragano d categoria 3. Questo ha scongiurato uno scenario ancor più drammatico, inasprito inoltre dalla scia di morte e distruzione innescata solo due settimane prima dall’uragano Helene.

Secondo lo studio del World Weather Attribution – pubblicato l’11 ottobre, quindi solo due giorni dopo dall’impatto -, senza il cambiamento climatico Milton avrebbe colpito con la violenza di un uragano di categoria 2 e non di categoria 3. Uno studio separato, pubblicato lo stesso giorno dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, ha scoperto che questo aumento di intensità ha reso Milton quasi due volte più distruttivo.

L’analisi di World Weather Attribution ha scoperto che le tempeste con velocità del vento di Milton sono diventate circa il 40% più frequenti e i venti associati a tempeste di simile rarità hanno subito un aumento di circa il 10% a causa di 1,3 gradi di riscaldamento globale dall’epoca preindustriale. Quindi, senza il cambiamento climatico, Milton avrebbe colpito la Florida come categoria 2, dunque con venti massimi sostenuti a 177 km/h, invece che come categoria 3 e quindi con venti a oltre 190 km/h.

Anche le piogge legate all’uragano sono aumento del 10-50% a causa dei cambiamenti climatici

Lo studio di attribuzione in questione, per poter essere pubblicato in modo così veloce, non ha utilizzato la modellazione tradizionale utilizzata per ricerche simili bensì si è basato sui dati degli ultimi 75 anni, più la modellazione eseguita per l’uragano Helene che ha colpito a distanza ravvicinata più o meno le stesse zone di Milton.

I ricercatori hanno così scoperto che gli estremi delle precipitazioni per la Florida centrale negli ultimi 75 anni sono aumentati in modo significativo a causa del cambiamento climatico. Per quanto riguarda le precipitazioni dell’uragano Milton, secondo lo studio sono state rese più intense del 10-50% dal cambiamento climatico con il doppio della probabilità di potersi verificare rispetto a condizioni normali.

L’influenza delle temperature oceaniche da record

Come detto in precedenza, Milton si è intensificato in maniera esplosiva nel Golfo del Messico. Le temperature oceaniche lungo il suo percorso erano costantemente più calde di 1 grado rispetto a quanto lo sarebbero state in un mondo senza cambiamenti climatici, hanno scoperto i ricercatori, diventando da 400 a 800 volte più probabili durante l’intensificazione in un grande uragano. Ciò ha influenzato l’ambiente di Milton, rendendo più probabile che la tempesta si sviluppasse e si intensificasse per tutta la sua durata.

Il cambiamento climatico ha reso gli uragani Helene e Milton quasi due volte più distruttivi

Il cambiamento climatico ha dunque aumentato l’intensità dei venti di Milton di circa il 10%. Sebbene possa sembrare un aumento poco considerevole, così non è poiché i danni legati agli uragani aumentano esponenzialmente in base alla velocità e all’intensità dei venti. Per esempio, secondo i ricercatori della NOAA, un uragano di categoria 2 con venti a 161 km/h causerà 10 volte i danni di un uragano di categoria 1 con venti a 121 km/h. Ciò include i danni non solo causati dai venti, ma anche da mareggiate, inondazioni e tornado. Quindi, un aumento del 10% dei venti di un uragano produce danni due volte maggiori.

Uno studio separato fa una stima sui danni economici di Helene e Milton

Secondo lo studio pubblicato separatamente dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, il cambiamento climatico ha aumentato la velocità del vento di Helene al momento dell’atterraggio di circa l’11% e quella di Milton di quasi il 10%. Facendo una stima sui danni economici, i ricercatori stabiliscono che il 44% dei danni economici causati da Helene e il 45% di quelli causati da Milton potrebbero essere attribuiti al cambiamento climatico.

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L’uragano Milton potrebbe causare 30-50 miliardi di dollari di perdite assicurate in Florida, secondo Fitch Ratings. Poiché le perdite totali dovute agli uragani sono in genere circa due volte più grandi delle perdite assicurate, Milton potrebbe costare circa 60-100 miliardi di dollari, rendendolo potenzialmente il quinto disastro meteorologico più costoso della storia, dopo Katrina, Harvey, Ian e Maria.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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