Doppia alluvione in Emilia Romagna: da inizio maggio caduta la pioggia di 6 mesi. Le cause del disastro
Sulla Romagna cadute, concentrate nella prima metà di maggio, le piogge che normalmente cadono nell'arco di 6 mesi
La duplice alluvione che hanno colpito l’Emilia Romagna nelle prime settimane di maggio è legata certamente all’estrema vulnerabilità del territorio, ma anche all’intensità delle piogge portate sulla zona dal passaggio di due perturbazioni molto intense. Nella prima metà di maggio in Romagna sono cadute le piogge di 6 mesi: un evento sicuramente eccezionale che ha incontrato un territorio fragile e vulnerabile.
Ripercorriamo dunque i fenomeni meteorologici che hanno provocato l’alluvione del 16-17 maggio, e quella dell’inizio di maggio.
Alluvione in Emilia Romagna: le cause meteo del disastro
Le cause meteorologiche dell’ultima alluvione che ha interessato la Romagna, si possono trovare nella dinamica che ha accompagnato il profondo vortice ciclonico sull’Italia. Piogge intense, nubifragi hanno interessato un’area molto ampia, venti burrascosi hanno causato mareggiate, impedendo il normale deflusso dei fiumi e dando origine ad un fenomeno che provoca piogge particolarmente persistenti. Tutto questo si unisce ovviamente alla particolare vulnerabilità del territorio, e alle condizioni preesistenti del terreno, ormai saturo dopo le abbondanti piogge ricevute ad inizio mese.
L’intensa perturbazione responsabile del disastro del 16-17 maggio, un ciclone mediterraneo rimasto stazionario sul Centro Italia per molto tempo, ha innescato venti intensi in rotazione antioraria sull’Italia, con una convergenza tra venti di Scirocco e di Bora sull’Alto Adriatico: questo ha dato vita a fenomeni intensi, persistenti e insistenti, con nubifragi diffusi, su un’area molto ampia della Romagna.
A questo si è aggiunto l’effetto “stau“, termine tedesco che significa “ristagno”: i forti venti da est, impattando sulla catena montuosa degli Appennini, hanno perso parte dell’umidità che è precipitata al suolo sotto forma di pioggia insistente, sempre sulle stesse zone.
I venti intensi, inoltre, hanno causato mareggiate intense lungo la costa, frenando in parte il normale deflusso dei fiumi nel mare.
In tutto sono 21 i fiumi esondati anche in più punti, 35 i Comuni con allagamenti tra la Romagna e il bolognese, 48 quelli in cui si sono verificate frane, anche importanti, tra Reggio Emilia e Rimini: si contano circa 250 frane in tutto. Il bilancio tragico, con 9 morti accertati, ancora decine di dispersi e migliaia di sfollati. Al lavoro per gestire emergenza e sfollati, più di 1.100 volontari, oltre 600 vigili del fuoco, forze dell’ordine e Croce Rossa.
Annullate a causa dell’alluvione non solo la tappa italiana della Formula 1, in programma a Imola, e la Nove Colli, importante corsa ciclistica che si svolge lungo l’Appennino romagnolo, rimandata a giugno.
Alluvione in Romagna: la pioggia di 6 mesi concentrata in meno di 20 giorni
Nelle 48 ore di maltempo (dal 15 al 17 maggio) si sono registrati picchi di 300 millimetri sui bacini del crinale e collina forlivese. Sulla stessa area, sulle colline e montagna della provincia di Ravenna e sul settore orientale del bolognese sono in media caduti tra i 150 e i 200 millimetri. Sulla pianura cesenate forlivese fino a 150 millimetri.
La dinamica descritta è molto simile a quella che ha dato origine alla prima alluvione di maggio. L’intenso vortice ciclonico, rimasto stazionario sul Centro Italia per diverse ore, ha innescato una convergenza dei venti sull’alto Adriatico, con effetto stau lungo i versanti romagnoli dell’Appennino e quindi piogge molto intense, durate diverse ore.
Complessivamente sull’Emilia Romagna, dall’1 al 17 maggio, sono caduti diffusamente dai 300 ai 400 mm di pioggia, con punte localmente fino a 400-500 mm. Il mese è stato decisamente piovoso anche in Campania, con accumuli che hanno anche qui superato localmente i 400-500 mm, ma fortunatamente senza danni.
Si tratta di piogge eccezionali, che normalmente cadono nell’arco di 6 mesi almeno. In entrambe le occasioni, infatti, sono cadute infatti, le piogge che normalmente cadono in stagioni intere.
Queste due forti ondate di maltempo hanno incontrato un territorio già molto vulnerabile e reso ancora più fragile dal terreno, impermeabilizzato dalla siccità prima della prima ondata di maltempo, e reso saturo dalle precedenti precipitazioni in occasione della seconda ondata.