In Antartide nelle scorse settimane è avvenuta la “scomparsa” di un enorme ghiacciaio. Un vasto settore della piattaforma di ghiaccio di Larsen B, già drammaticamente crollata nel 2002, è collassato tra il 19 e il 20 gennaio 2022. Il collasso si è verificato per diversi fattori tra i quali un’estate più calda della media e una serie di forti tempeste di Foehn che hanno innescato un effetto domino. Il ghiaccio marino antartico nel mese di gennaio ha visto la sua seconda estensione più bassa in 44 anni.
All’inizio di febbraio l’estensione del ghiaccio marino è paragonabile a quella della stagione 2017-2018.
Quest’ultimo episodio è solo l’ultimo di una serie di eventi straordinari verificatisi negli ultimi venti anni nel settore di Larsen B. Tra gennaio e marzo del 2002 si verificò un enorme crollo, con 3.250 chilometri quadrati di ghiaccio improvvisamente scomparsi, un’area paragonabile allo stato americano del Rhode Island.
La piattaforma di ghiaccio di Larsen, situata nel Mare di Weddell, si estende lungo la costa orientale della Penisola Antartica, ed è formata da tre segmenti, due dei quali si sono distaccati. La piattaforma Larsen B si disintegrò nel febbraio del 2002. Lo stesso destino era toccato nel gennaio del 1995 alla piattaforma Larsen A che conteneva 3250 km² di ghiaccio dello spessore di 220 metri.
Estate calda e venti di Foehn tra le cause del collasso
Gli scienziati stanno ancora studiando il motivo della rottura, ma hanno osservato che i venti di Foehn hanno contribuito a destabilizzare la banchisa. Dopo il crollo di Larsen B, il ghiaccio marino “ancorato” alla terraferma cresce sopra il livello dell’acqua ogni inverno, sciogliendosi completamente nella maggior parte delle estati.
La rottura del ghiaccio marino di questa estate è importante perché l’acqua derivante dal disgelo da un ghiacciaio aumenta il volume dell’oceano e contribuisce direttamente all’innalzamento del livello del mare.
