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La guerra in Ucraina fa strage di delfini. L’intero ecosistema è a rischio

Dall'inizio del conflitto si contano più di 700 esemplari morti in diversi Paesi del bacino del Mar Nero

In Ucraina siamo al 262esimo giorno di guerra con intere città rase al suolo e migliaia di vittime. L’ecosistema locale è in forte crisi con le operazioni militari che stanno impattando in modo devastante anche sulla fauna e sul suo habitat; particolarmente colpiti sono i delfini. In base ai dati raccolti dagli esperti dell’Accobams (Accordo sulla Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell’Area Atlantica attigua) dall’inizio del conflitto si contano più di 700 delfini e focene morti a causa dell’attività militare, con vittime registrate in diversi Paesi del bacino del Mar Nero tra cui Bulgaria, Romania, Turchia e Ucraina.

Foto di Brigitte Werner da Pixabay

L’accordo di Accobams, entrato in vigore il 1 giugno 2001, è uno strumento di cooperazione per la conservazione della biodiversità marina nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Il suo scopo è quello di ridurre le minacce per i cetacei e migliorare la nostra conoscenza di questi animali. La direttiva impone agli Stati membri di attuare un dettagliato piano di conservazione basato sul rispetto della legislazione che ne vieta la cattura intenzionale, sulle misure per ridurne al minimo quella accidentale e sulla creazione di aree protette.

Foto di David Mark da Pixabay

Molti delfini sono stati trovati spiaggiati, morti o morenti, con il corpo coperto di ferite e bruciature mentre altri rimasti in vita portano i segni di un incontro ravvicinato con una bomba o una mina. Parecchi sembrano fare fatica a nuotare in linea retta, altri sono in evidente stato di malnutrizione. Le apparecchiature sonar utilizzate dalla navi da guerra per individuare i sottomarini nemici, le bombe, i missili, traumatizzano questi animali da un punto di vista acustico: come tutti i cetacei, delfini e focene utilizzano il suono come strumento di navigazione e queste intense interferenze li portano ad avere problemi di orientamento.

Foto di David Mark da Pixabay

Il costante rumore di fondo li sta spingendo a spostarsi alla ricerca di cibo spesso più vicino alla costa dove rischiano però di rimanere intrappolati nelle reti per la pesca a strascico. L’intero ecosistema del Mar Nero e delle sue coste è messo a dura prova: i cetacei sono solo le vittime più evidenti che hanno fatto scattare l’allarme più urgente ma non si tratta dell’unica specie a forte rischio.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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