IniziativeNotizie Mondo

La lotta per la salvezza delle alghe marine

Grave pericolo per gli habitat di fanerogame: sono in declino dal 1930 e il 7% viene perso ogni anno

L’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, è la principale autorità che definisce l’agenda ambientale globale e promuove l’attuazione coerente della dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile all’interno del sistema delle Nazioni Unite. Tra le molte iniziative sostenute, in particolare ha deciso di prendersi cura delle fanerogame marine sostenendo progetti come il Mikoko Pamoja a Gazi Bay, in Kenya, a Maputo Bay in Mozambico e a Dale Bay in Galles. Secondo la ricerca dell’UNEP, gli habitat delle piante marine sono in grave pericolo; dal 1930 sono in decadimento e il 7% viene perso ogni anno, l’equivalente di un campo da calcio ogni 30 minuti. I cambiamenti climatici insieme all’aumento delle popolazioni costiere, al dragaggio e alla pesca eccessiva, hanno contribuito a questo declino. L’ecosistema marino si basa su centinaia di queste piccole piante che svolgono un ruolo cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici, immagazzinando circa il 18% del carbonio oceanico; garantiscono inoltre la sicurezza alimentare per diverse specie marine, proteggono le coste, arricchiscono la biodiversità, controllano le malattie e filtrano l’acqua.

Foto di Kerstin Riemer da Pixabay

Mikoko Pamoja che in swahili significa “mangrovie insieme”, è il primo progetto al mondo a finanziare la conservazione delle mangrovie attraverso la vendita di crediti di carbonio; è innovativo e molto importante per la comunità di Gazi Bay che si trova sulla costa sud-orientale del Kenya. Si tratta di una struttura di compensazione del carbonio su piccola scala che utilizza le mangrovie puntando a fornire incentivi a lungo termine per il loro ripristino e protezione attraverso l’impegno e la partecipazione della comunità. Le entrate generate dalla vendita di crediti di carbonio vengono utilizzate per sostenere progetti di sviluppo locale nei sistemi idrici e igienico-sanitari, nell’istruzione, nella salute e nella conservazione dell’ambiente. Unisce la decisione di impegnarsi nel combattere il cambiamento climatico, conservare la biodiversità e migliorare i mezzi di sussistenza della comunità. Pur trattandosi di un progetto pionieristico, è riuscito ad attirare l’attenzione della politica nazionale nel Piano di gestione dell’ecosistema di mangrovie nazionali del Kenya ed è utilizzato per la formazione da organizzazioni internazionali come il WWF e il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. È un modello per progetti futuri, il primo dei quali è Vanga, un sito più grande che si trova al confine con la Tanzania, che amplierà il modello di Mikoko Pamoja fino a diventare una foresta 4 volte più grande; questo secondo progetto ha ricevuto i fondi di start up dalla Fondazione Leonardo DiCaprio.

Foto di Ravini da Pixabay

Gli esperti che si occupano di Maputo Bay in Mozambico, avvertono che la raccolta distruttiva dei molluschi, insieme alle inondazioni e alla sedimentazione dei fiumi che si svuotano nella baia, stanno distruggendo i letti di alghe: l’86% delle praterie di alghe sono andate perdute solo nel nord-ovest della baia di Maputo, mettendo a rischio la cultura locale, l’occupazione e la sicurezza alimentare. Con più alghe, c’è più spazio per la crescita dei molluschi, il che potrebbe dare una spinta alle attività di pesca locali, migliorare la qualità igienico-sanitaria, nutrizionale e organolettica per gli abitanti della zona. Si pensa anche a incentivare il turismo: i viaggiatori potrebbero iniziare a visitare sempre più le baie, attratti dalla vasta gamma di vita marina supportata dalle alghe.

Foto di Stefania Andriola

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato gli anni dal 2021 al 2030 come il decennio dedicato al ripristino dell’ecosistema, progettato per prevenire, arrestare e invertire il degrado degli ecosistemi in tutto il mondo. Questo invito all’azione globale sarà lanciato il 5 giugno, Giornata mondiale dell’ambiente. Il decennio delle Nazioni Unite riunirà il sostegno politico, la ricerca scientifica e la forza finanziaria per aumentare considerevolmente il restauro con l’obiettivo di far rivivere milioni di ettari di ecosistemi terrestri e acquatici. “Dobbiamo essere consapevoli dell’impatto che diverse attività hanno sui nostri ecosistemi costieri. Dobbiamo assicurarci di prevenire, fermare e invertire i danni alle praterie di fanerogame, ove possibile. Dobbiamo lavorare insieme come comunità globale per assicurarci di riconoscere e sostenere il ripristino delle alghe come un’azione importante che aiuta a ridurre il riscaldamento globale” ha affermato Leticia Carvalho, capo dell’UNEP Freshwater and Marine Branch.

Foto di Stefania Andriola
Leggi anche:

Alla scoperta delle microalghe con la dottoressa Graziella Chini Zittelli

 

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

Articoli correlati

Back to top button