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Sostenibilità a Wimbledon: le palline da tennis rinascono come rifugi per i topi delle risaie

Sono circa 55.000 le palline usate durante il torneo; non finiscono tutte in discarica o come souvenir per i tifosi. L'iniziativa che unisce sport, sostenibilità e conservazione della natura

Ogni anno il torneo di Wimbledon, uno degli eventi sportivi più prestigiosi al mondo, cattura l’attenzione di milioni di appassionati di tennis. Oltre ai colpi spettacolari di campioni come Jannik Sinner e alle sue iconiche tradizioni, c’è una storia meno conosciuta che unisce sport, sostenibilità e conservazione della natura. Le palline da tennis usate durante le partite, circa 55.000 ogni anno, non finiscono tutte in discarica o come souvenir per i tifosi: molte trovano una seconda vita, trasformandosi in rifugi sicuri per i minuscoli topi delle risaie, i roditori più piccoli d’Europa.

Imago

Un progetto di riciclo creativo, iniziativa unica nel suo genere

Dal 2001 l’All England Lawn Tennis Club, l’organizzazione di Wimbledon, in collaborazione con associazioni britanniche per la tutela della fauna selvatica come le Wildlife Trusts, ha avviato questa iniziativa unica nel suo genere. Le palline da tennis usate che non soddisfano più i rigorosi standard per il gioco professionistico, vengono donate per essere trasformate in “tiny houses” per i topi delle risaie. Queste palline, forate e svuotate, diventano rifugi impermeabili e sicuri, montati su paletti o appesi tra l’erba alta a circa un metro dal suolo per proteggerli da predatori e alluvioni.

Foto di Alexa da Pixabay

I topi delle risaie sono animaletti di piccole dimensioni: in media sono lunghi tra i 5,5 e i 7,5 cm e il loro peso non supera i 7 grammi. Vivono in ambienti rurali, tra erba alta, siepi e campi di cereali, dove costruiscono nidi sferici intrecciando fili d’erba. È proprio la forma sferica delle palline da tennis a rivelarsi perfetta per imitare i loro nidi naturali, offrendo un riparo resistente all’umidità e agli attacchi di predatori come donnole e rapaci. Ogni pallina può ospitare fino a 10 topolini, inclusi i cuccioli, rendendole un’alternativa ideale alle tane naturali, spesso distrutte dall’agricoltura intensiva e dalle inondazioni causate dai cambiamenti climatici.

Foto di Robert Owen-Wahl da Pixabay

Un problema ambientale, una soluzione innovativa

Il tennis professionistico ha un impatto ambientale non trascurabile. Ogni anno a livello globale si producono circa 330 milioni di palline da tennis, la maggior parte delle quali finisce in discarica, dove impiega fino a 400 anni per biodegradarsi a causa della combinazione di gomma e feltro (una miscela di lana e nylon difficile da riciclare). Solo a Wimbledon si stima l’utilizzo di oltre 55.000 palline in 2 settimane, necessarie per garantire prestazioni ottimali durante le partite, con sostituzioni ogni 7-9 giochi. Questo progetto, rafforzato dal 2022 grazie alla Wimbledon Foundation, non solo riduce gli sprechi ma offre un contributo concreto alla conservazione di una specie in declino. I topi delle risaie, infatti, sono sempre più minacciati dalla perdita di habitat dovuta a pratiche agricole intensive e condizioni climatiche estreme. Le palline usate, una volta modificate con un piccolo foro d’ingresso, diventano un rifugio sicuro, caldo e impermeabile, particolarmente prezioso durante il periodo della nidificazione.

 

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Un successo che sta spronando anche altri club

L’iniziativa ha avuto un tale successo che diversi club di tennis britannici hanno iniziato a donare le loro palline usate a organizzazioni ambientaliste, ampliando l’impatto del progetto. Le immagini di questi minuscoli roditori che sporgono il musetto dalle palline da tennis hanno conquistato il cuore di molti, diventando un simbolo di come anche piccoli gesti possano fare la differenza per l’ambiente. Oltre a questo utilizzo creativo, le palline di Wimbledon seguono anche altre strade di riciclo: alcune vengono rivendute come souvenir, altre donate a scuole di tennis o trasformate in materiali per pavimentazioni sportive. Tuttavia, il progetto delle “casette” per i topolini rimane il più affascinante, unendo l’eccellenza sportiva alla responsabilità ecologica.

Credits: TikTok @mousefamilybythebrambles

Wimbledon: un modello di sostenibilità

Questa iniziativa si inserisce in un più ampio impegno di Wimbledon verso la sostenibilità. Il torneo ha adottato misure come bottiglie riutilizzabili per i giocatori e un “muro vivente”, un aspetto del giardino verticale, realizzato per attirare api e farfalle sui campi sul Court No. 1, il secondo stadio da tennis, dimostrando che anche un evento di portata globale può contribuire alla protezione dell’ambiente. In un’epoca in cui la crisi climatica richiede azioni concrete, il riutilizzo delle palline da tennis come rifugi per la fauna selvatica è un esempio brillante di come sport e natura possano convivere in armonia.

Foto di davidkenny91 da Pixabay

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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