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Il 2022 si avvia a diventare l’anno più caldo di sempre anche per l’Italia: i dati

L'anno in corso oltre ad essere il più caldo, al momento si presenta anche come il più siccitoso almeno dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso.

L’autunno meteorologico si è chiuso con un mese di novembre più caldo e più piovoso della media. L’anomalia termica mensile, pari a +1.6°C, si pone al 6° posto fra le più elevate e contribuisce a far salire in cima al podio la stagione autunnale che, anch’essa con +1.6°C di scarto, risulta la più calda della serie storica, sorpassando di 0.1°C i precedenti record del 2014, 2018 e 2019.

Con questi risultati, non può che consolidarsi il primato da inizio anno: il 2022, infatti, si conferma il più caldo con +1.4°C di scarto rispetto al valore di riferimento del trentennio 1981-2010. Fra le varie zone dell’Italia, spicca il Nord con un’anomalia mensile pari a +2.2°C, mentre nel resto del Paese ci si è fermati a valori fra 1°C e 1.5°C sopra la media. Le regioni settentrionali si sono messe in evidenza anche a livello stagionale e nelle elaborazioni da inizio anno, in particolare il Nord-Ovest che chiude l’autunno e il periodo gennaio-novembre con uno scarto di +2.3°C e +2°C rispettivamente (quest’ultimo valore nettamente più elevato del record di +1.4°C dell’anno 2018).

Nonostante le ampie anomalie osservate nel Nord Italia, è nella parte meridionale del Paese che, nel mese di novembre, sono state registrate alcune temperature notevoli, la più significativa delle quali è 28.7°C rilevata ad Amendola (FG) il giorno 1, che non solo rappresenta la più elevata del mese fra tutte le stazioni meteorologiche ufficiali, ma anche il nuovo record di novembre per quella località.

Per quanto riguarda le precipitazioni, le numerose perturbazioni transitate sull’Italia (in tutto 10), alcune molto intense, hanno determinato un mese complessivamente piovoso (+24% a livello nazionale) con le anomalie più ampie sulle regioni meridionali (+54% al Sud comprese le Isole, che rappresenta il 7° valore più elevato della serie storica), a seguire il Nord-Est con +23% (ma con scarti negativi sul settore alpino orientale) e infine il Centro con +17%. Ancora una volta, in controtendenza rispetto al resto del Paese, si mette in luce il Nord-Ovest dove si è registrato un deficit pari a -16% con le anomalie più pesanti in Piemonte dove in molte zone ha piovuto meno della metà (ad esempio -63% a Torino). Fra le varie fasi di maltempo che hanno prodotto anche diverse criticità, ne emergono due in particolare: una il giorno 22 durante il quale le intense, diffuse e insistenti precipitazioni hanno dato origine al giorno più piovoso dell’anno e contemporaneamente i venti burrascosi di Scirocco hanno determinato il record di marea di 209 cm sulle coste dell’alto Adriatico (a Venezia la marea è stata contenuta grazie alle barriere del MOSE); l’altra situazione notevole è rappresentata dal nubifragio avvenuto nelle prime ore del giorno 26 sull’isola di Ischia, con un accumulo fra 100 e 130 mm in pochissimo tempo, che ha provocato una frana nel versante settentrionale dell’isola, che ha travolto la frazione di Casamicciola causando molti danni e purtroppo anche delle vittime.

A livello stagionale, la combinazione di due mesi piovosi (settembre e novembre) con un mese molto siccitoso (ottobre) ha determinato un’anomalia poco pronunciata di segno negativo, pari a -5%, ma con una distribuzione spaziale che vede ancora le regioni nord-occidentali in pesante deficit (-43%, il 7° valore più ampio della corrispondente serie storica), il Sud con accumuli decisamente sopra la media (+31%) e le altre zone del Paese con valori non molto distanti dalla norma. Infine, come già osservato con le temperature, anche le precipitazioni annuali, nonostante il recupero di novembre, continuano a mantenersi ai minimi livelli con la più ampia anomalia negativa della serie storica, pari a -25%. Quindi, in attesa dei risultati di dicembre, il 2022 oltre ad essere il più caldo, al momento si presenta anche come il più siccitoso almeno dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso.

Simone Abelli

È meteorologo presso Meteo Expert dal 1999. Nel 1995 consegue la laurea a pieni voti in Fisica con una tesi sull’analisi statistica delle situazioni meteorologiche legate agli eventi alluvionali che hanno interessato l’Italia. Dal 1996 al 1998 svolge attività di ricerca nell’ambito del progetto europeo MEDALUS sul problema della desertificazione nel Mediterraneo. Dal 2008 al 2015, diviene uno dei meteorologi di riferimento delle reti televisive Mediaset. Principali pubblicazioni: “Il clima dell’Italia nell’ultimo ventennio” e “Manuale di meteorologia”.

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