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Inquinamento atmosferico: tutti i danni irreparabili che subiscono i capelli

Il Prof. Fabio Rinaldi, presidente dell’International Hair Research Foundation, rivela tutti gli ultimi dati eclatanti, e spiega quali sono i rimedi

Prosegue l’inchiesta condotta da IconaClima sugli effetti che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute umana. E i dati che emergono, ancora una volta,delineano un quadro quanto mai preoccupante. Stavolta, riflettori puntati sui capelli. Ne abbiamo parlato con uno tra i massimi esperti a livello internazionale, il Prof. Fabio Rinaldi. Intervistato in esclusiva da IconaClima, il Prof. Rinaldi spiega come i capelli risultano una tra le parti del corpo maggiormente colpite e danneggiate dallo smog. Parliamo di danni addirittura comparabili a quelli riportati su bronchi e polmoni. Specialista in dermatologia, Fabio Rinaldi è Presidente dell’International Hair Research Foundation, fondazione di ricerca internazionale focalizzata proprio su tutti i problemi dei capelli. Il Prof. Rinaldi è inoltre Direttore Scientifico di HMAP, un laboratorio di ricerca sul microbiota cutaneo, la cui attività è principalmente dedicata proprio agli effetti che l’inquinamento atmosferico ha sulla pelle. “I capelli sono esposti in maniera così massiccia allo smog proprio perché sono la parte del corpo più esposta all’esterno: di conseguenza, i capelli sono estremamente sottoposti ai danni dello smog. C’è però da fare una suddivisione di partenza tra fusto e cuoio capelluto. Il fusto dei capelli è una struttura completamente morta (la parte libera del capello, cioè, è un tessuto non vivente): l’inquinamento può quindi rendere i capelli più brutti, magari rovinarli al punto tale che da farli spezzare. Ma è un po’ quello che succede con le unghie lunghe: quando sono rovinate, le taglio. Il vero, drammatico problema è quello relativo al cuoio capelluto: la parte viva del capello è infatti rappresentata dalla radice, conficcata nel follicolo pilifero della cute. Proprio sul cuoio capelluto, insieme al resto della pelle esposta all’esterno (viso in primis), lo smog fa i suoi danni peggiori“.

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Fabio Rinaldi studia nello specifico questo problema da molti anni, pubblicando i risultati sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali. “Il danno sulle cellule del capo è equivalente al danno che viene arrecato alle cellule del tratto respiratorio: parliamo proprio della stessa modificazione del dna e dello stesso fatto infiammatorio, su cellule diverse, ma comunque pur sempre cellule umane. Lo stesso danno che viene provocato, insomma, a livello di polmoni, trachea, etc. Ovviamente, nelle zone maggiormente inquinate la situazione è gravissima. Ma ormai, oggi, quasi tutte le nostre regioni sono inquinate. A partire dalla Pianura Padana, inquinata dappertutto, non solo nelle grandi metropoli“. Cerchiamo di comprendere il motivo per cui i capelli soffono così tanto l’inquinamento atmosferico. “Polveri sottili e metalli pesanti si depositano soprattutto sulla pelle del cuoio capelluto perché è proprio lì che la quantità di sebo è più elevata che altrove. Tutte queste sostanze si miscelano benissimo al sebo, rimanendo in tal modo ben aderenti alla pelle e svolgendo così tutto l’effetto intossicante e infiammatorio: esattamente come quando, queste sostanze, le respiro, a danno di bronchi, polmoni, etc.“.

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Quali, dunque, i rimedi? “Il principale rimedio è lavarsi il più spesso possibile i capelli. Soltanto così allontano tutte queste sostanze inquinanti che si attaccano alla pelle, impedendo loro di interagire in modo così dannoso con la pelle. Se non mi lavo capelli per una settimana, indipendentemente dall’aspetto estetico dello sporco e indipendentemente dal fatto che esistono tecniche di lavaggio e shampoo che aiutano il cuoio capelluto e i capelli, arreco alla mia pelle danni enormi. La prima regola d’oro, dunque, è che più spesso mi lavo i capelli, meno inquinanti tengo sulla pelle. Oggi, per aiutare tutto questo, ci sono shampoo che hanno un’azione di controllo e di blocco, chelando e captando le sostanze inquinanti. Lo stesso accade per il viso: pensiamo alle donne che, struccandosi la sera, vedono venir via tutto quello sporco dovuto all’inquinamento). Più mi lavo, più mi tengo pulito, più allontano le sostanze inquinanti, e quindi infiammanti. Con questo, intendo proprio tutti quei processi che producono l’infiammazione, quindi l’apoptosi, cioè la morte cellulare, o la deviazione verso il tumore. Esattamente come succede nei bronchi. Se utilizzo, dunque, alcune accortezze, già riduco il problema di queste sostanze che, interagendo con l’interno, hanno un effetto devastante. Io visito quotidianamente persone che vivono in zone inquinate: raramente vedo un cuoio capelluto e una pelle del viso non rossa. Insomma, è rarissimo che questi miei pazienti non abbiano stati infiammatori. Peraltro, più capelli ci sono, più le sostanze inquinate vengono trattenute: per questo le persone calve hanno meno problemi“.

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Tanto più l’infiammazione procede, dunque, più i bulbi soffrono, e i capelli cadono. “Nel 2007 ho fatto studio su un folto gruppo di persone residenti sul Lago di Como: ebbene, il 60% di queste aveva gli stessi problemi legati all’inquinamento che avevano gli abitanti delle grandi metropoli. Attraverso un lavoro fatto insieme a meteorologi, tramite i dati delsatellite, abbiamo così appurato che l’inquinamento sulla Pianura Padana è quasi uguale.E, infatti, Como risulta una tra le città più inquinate“. Quando l’infiammazione aumenta molto, si può avere la caduta dei capelli. Spesso si imputa tale caduta dei capelli allo stress. Ma non è così. “Abbiamo pubblicato uno studio che dimostra come, man mano che l’infiammazione procede, si possono contrarre malattie anche molto gravi, come la lichen plano pilare (LPP), malattia che porta alla formazione di una cicatrice al posto della pelle. Si tratta di una malattia molto seria: un’infiammazione cronicizzata a stimoli per i quali l’inquinamento svolge un ruolo fondamentale“. Lo stesso accade alla cute del viso: basti pensare a tutte quelle donne che hanno la couperose, o altre situazioni di arrossamento. “Tutti questi danni sono tipicamente provocati dall’inquinamento“. Quali sono le sostanze più inquinanti? ” Le sostanze più inquinanti sono quelle aeree. In assoluto, le peggiori sono le polveri sottili e i metalli pesanti. Poi ci sono tutti i derivati del petrolio e del benzene. Quindi, parliamo di un’intossicazione che arriva dall’esterno. Ci possono, ovviamente, essere anche le intossicazioni che giungono dall’interno: basti pensare alle intossicazioni da mercurio nelle persone che abitualmente mangiano moltissimo pesce“.

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I rimedi, però, lo abbiamo visto, ci sono. “Basta, innanzitutto, come già abbiamo detto, lavare quotidianamente i capelli. Questo vale anche per chi ha capelli sottili. Per poterli lavare ogni giorno, basta scegliere shampoo che rispettano il microbiota della pelle, cioè l’equilibrio dei batteri della pelle. Ne abbiamo proprio parlato su una delle riviste scientifiche più importanti del mondo. Questi batteri, che sono quei 100 trilioni di batteri del corpo che ci tengono in vita, si sono dovuti talmente dovuti adattare all’inquinamento da crearsi autonomamente sistemi di enzimi e sistemi metabolici in grado di difenderci dall’inquinamento. Ecco perché la modificazione dell’equilibrio dei batteri, la famosa disbiosi, porta a una riduzione della capacità di difendersi dall’infiammazione dovuta all’inquinamento.
Se uso lo shampoo giusto, il problema si riduce. Oggi, appunto, esistono shampoo che contengono sostanze in grado di chelare le sostanze inquinanti: in pratica, capaci di prendersele e portarsele via col lavaggio. Ci sono poi shampoo contenenti sostanze in grado di riequilibrare il microbiota della pelle, cioè l’equilibrio dei batteri che fanno quel lavoro di riduzione dell’infiammazione. E che, inoltre, rispettano il fusto. E, in ogni caso, chi ha capelli sottili, può sempre utilizzare un gel o una maschera“. Ma non è tutto. “Oltre agli shampoo, ci sono sostanze, acquistabili in farmacia, che, spruzzate il più frequentemente possibile, specialmetne nei giorni di massimo inquinamento, chelano le sostanze inquinanti, prendendodle e portandosele via. O, ancora, ci sono sostanze da prendere per bocca: integratori che contengono whitania, una delle sostanze più anti-inquinanti che esistono, oppure integratori che contengono la zeulite: parliamo di una sostanza naturale, derivante dalla lava dei vulcani. Si tratta semplicemente di quattro atomi di silicio messi insieme, ma formibadibili. La zeulite veniva data a Fukushima dopo l’esplosione nucleare proprio perché in grado di bloccare i nucleotidi e portarseli via il più possibile: il Governo giapponese la dava da bere a tutta la popolazione. La whitania, invece, è una tra le sostanze che maggiormente bloccano l’effetto di morte cellulare. Si tratta, inoltre, di sostanze con funzione antiaging non soltanto contro le rughe ma, soprattutto, a favore delle cellule di tutto il corpo“. Tra gli altri rimedi, anche le vitamine. “Ci sono gruppi vitaminici che combinano vitamina A e vitamina C ad alta concentrazione e hanno un’azione fortemente modulatoria del microbiota della pelle, favorendo così quei batteri che mi aiutano a smaltire l’infiammazione da inquinamento, e bloccano il processo di inquinamento. In aiuto arriva anche un’alimentazione che controlli il microbiota: fibre, sostanze che aiutano i batteri, yogurt (io consiglio sempre di fare mix di yogurt, non prenderne un tipo solo…ma cambiare, mischiarne un paio insieme diversi, per avere ceppi diversi: più ceppi ci sono, meglio è. Anche dall’interno del corpo, dunque, possiamo dare un sostanzioso aiuto per bloccare processi di infiammazione dovuti all’inquinamento“. Un ultimo suggerimento, quanto mai pratico: “D’inverno, cerchiamo di tenere il cappello in testa: può sembrare banale, ma un buon cappello può trattenere anche metà delle sostanze inquinanti“.

 

 

 

Anna Maria Girelli Consolaro

Giornalista e conduttrice televisiva, Anna Maria dal febbraio 2010 lavora per Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995). Sin dall’infanzia è profondamente interessata e attratta da tutto quel che riguarda la natura e l’ambiente. Per questo, tra le sue grandi passioni, ci sono gli sport all’aria aperta e i viaggi. La sua attività giornalistica è sempre stata dedicata al settore delle eccellenze italiane e, su questo tema, ha condotto oltre 20 trasmissioni televisive, di cui è stata anche autrice. Moderatrice di convegni e conduttrice di eventi, per circa dieci anni Anna Maria ha scritto sulle pagine venete del Corriere della Sera.

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