Texas, l’alluvione lampo evidenzia i pericoli e le sfide dell’allerta
Mentre il bilancio delle vittime supera quota 180, è fondamentale lavorare a sistemi di allerta migliori e più inclusivi

Una quantità di pioggia pari a quella tipica di interi mesi è caduta in poche ore sul Texas, causando un’alluvione lampo devastante, che ha ucciso più di 180 persone. Il caso evidenzia le lacune nei sistemi di allerta precoce e il rischio crescente di eventi estremi in un clima che cambia.
Una tragedia senza precedenti in poche ore
L’evento si è verificato nella notte tra il 4 e il 5 luglio. Alle 4 del mattino, mentre la maggior parte delle persone dormiva, il fiume Guadalupe è salito di quasi 8 metri in appena 45 minuti. Non c’erano sirene nei campi e, sebbene le autorità avessero diramato un flash flood watch con oltre 12 ore di anticipo e un warning tre ore prima dell’alluvione, il sistema di comunicazione dell’emergenza non è riuscito a raggiungere chi ne aveva più bisogno.
Cosa sono le inondazioni lampo
Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), le inondazioni lampo rappresentano circa l’85% di tutti i casi di alluvione e sono le più letali: secondo le stime provocano oltre 5.000 morti ogni anno. Si verificano quando piogge intense provocano una rapida e violenta crescita del livello dell’acqua nel giro di poche ore. A differenza delle inondazioni fluviali lente, lasciano pochissimo tempo per reagire. Le aree urbane e montane – come quella del Texas – sono le più vulnerabili a questo tipo di alluvione, perché l’acqua scorre velocemente senza poter essere assorbita dal suolo.

Un fenomeno sempre più frequente e sempre più estremo
Il riscaldamento globale contribuisce a rendere più frequenti e intensi questi eventi. Un’atmosfera più calda trattiene più umidità, quindi può rilasciare più pioggia in meno tempo. Nel caso del Texas, la combinazione tra l’umidità portata da una tempesta tropicale e un sistema in arrivo dal Messico ha generato un enorme complesso temporalesco (mesoscale convective system), con accumuli fino a 46 cm di pioggia in poche ore. Le condizioni orografiche – terreno roccioso e scarsa vegetazione – hanno facilitato il deflusso rapido dell’acqua, peggiorando la situazione.
Le inondazioni sono ancora un rischio sottovalutato
Secondo la Banca Mondiale, circa 1,8 miliardi di persone nel mondo sono esposte a inondazioni con probabilità di ritorno centennale. Il 90% vive in Paesi a basso e medio reddito. I danni economici globali delle sole inondazioni lampo superano i 50 miliardi di dollari ogni anno. Tra i disastri recenti:
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le alluvioni del 2020 in Asia meridionale (6.511 morti, 105 miliardi di dollari di danni)
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il disastro in Pakistan del 2022 (oltre 1.700 vittime, 33 milioni di persone colpite)
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gli eventi del 2024 tra Europa, Medio Oriente e Africa (36 miliardi di dollari di danni).
La risposta della Organizzazione Meteorologica Mondiale
Per affrontare questa emergenza crescente, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) coordina il Flash Flood Guidance System (FFGS), operativo in oltre 70 Paesi. Combina dati satellitari, radar e modelli meteorologici ad alta risoluzione per fornire previsioni mirate e in tempo reale. L’iniziativa fa parte del più ampio piano Early Warnings for All, che mira a garantire allerta tempestive ed efficaci a tutte le persone, ovunque vivano.
Ma non bastano le tecnologie. Servono formazione, coordinamento tra enti meteorologici e autorità locali, e sistemi di comunicazione che non si affidino solo alla radio o ai messaggi su smartphone. La sicurezza deve arrivare anche a chi dorme in una tenda in mezzo a una foresta.
NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.