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Incendi Canada, fumo anche in Italia. Bruciati oltre 3 milioni di ettari

La stagione degli incendi in Canada corre più veloce della norma, e siamo solo a giugno. Secondo i dati del Canadian Interagency Forest Fire Centre, nel 2025 sono già andati in fumo più di 3,15 milioni di ettari di foreste: una superficie superiore alla media annuale degli ultimi 25 anni, pari a circa 2,95 milioni di ettari. È un ritmo di distruzione secondo solo al devastante 2023, l’anno dei 17,3 milioni di ettari carbonizzati.

Gli incendi attivi in Canada sono decine, distribuiti in un’area immensa che va dalla Columbia Britannica fino all’Ontario. Le cause principali? Fulmini, siccità, ondate di calore. Nelle province occidentali, come Alberta e Saskatchewan, la pericolosità resta altissima, mentre nell’est le recenti piogge hanno offerto una tregua temporanea. Ma basta il ritorno di aria secca e calda per far ripartire tutto.

Tra i roghi più estesi:

  • Shoe Fire, in Saskatchewan: oltre 500.000 ettari bruciati;

  • Un incendio nel nord della Columbia Britannica che si sospetta sia riattivato da focolai rimasti attivi sotto la neve dall’anno scorso;

  • Un altro vicino a Flin Flon, al confine tra Manitoba e Saskatchewan, che ha superato i 300.000 ettari.

Oltre ai danni ambientali, si moltiplicano gli allarmi per la qualità dell’aria. In molte comunità indigene del nord-ovest sono in corso evacuazioni. Le città di Edmonton e Regina hanno registrato livelli di inquinamento da codice rosso, con fumo trasportato anche a centinaia di chilometri di distanza: le polveri degli incendi in Canada hanno raggiunto perfino l’Italia, causando caligine e foschie al Centro-Nord e facendo schizzare le concentrazioni di polveri sottili.

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Il fumo degli incendi in Canada ha raggiunto anche parte dell’Europa e dell’Italia. Si vede bene da questa immagine satellitare di lunedì 9 giugno. Fonte: NASA Worldview

La crisi climatica dietro le fiamme

Il riscaldamento globale gioca un ruolo chiave. Il Canada si sta scaldando almeno il doppio della media globale, con inverni più brevi, meno neve e una stagione secca sempre più lunga. Tutto questo aumenta il rischio di incendi vasti e difficili da contenere.

Il 2025 potrebbe diventare un altro anno nero per le foreste boreali canadesi. E se da una parte si lavora per fronteggiare l’emergenza con evacuazioni e squadre antincendio, dall’altra serve un cambio di passo nella lotta alla crisi climatica, perché la foresta che brucia oggi è solo l’anticipo della nuova normalità.

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NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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