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Anche in India si soffoca per lo smog: a Nuova Delhi le scuole primarie sospendono le lezioni in presenza

L'81% delle famiglie nelle ultime 3 settimane ha segnalato che almeno un membro ha sofferto di problemi di salute dovuti all'inquinamento

É emergenza smog anche in India: nella capitale Nuova Delhi il governo ha obbligato tutte le scuole primarie a sospendere le lezioni in presenza fino a nuovo avviso, ha vietato le costruzioni non essenziali, ha esortato i residenti a evitare di bruciare carbone per il riscaldamento e ad uscire di casa solo se strettamente necessario.

Smog a New Delhi [Arun Sankar/AFP]
Avevamo già parlato del grave inquinamento atmosferico che insiste nella provincia pakistana del Punjab dove sono state vietate la maggior parte delle attività all’aperto ed in alcune zone è stata ordinata la chiusura anticipata di negozi, mercati, centri commerciali per limitare le malattie causate dall’aria insalubre. La NASA aveva anche condiviso le immagini satellitari della coltre di smog che dal Pakistan si estendeva all’India settentrionale.

Lo smog del Pakistan si estende verso est, fino all’India. Credit: NASA WorldView

La qualità dell’aria nell’India settentrionale è peggiorata nell’ultima settimana, con lo smog tossico che è arrivato perfino ad oscurare il famoso Taj Mahal che si trova a circa 220 km da Nuova Delhi ed il santuario più sacro del Sikhismo, il Tempio d’Oro di Amritsar. Mercoledì 13 novembre a Nuova Delhi e nelle zone limitrofe sono stati registrati livelli di inquinanti PM2.5 oltre 50 volte superiori al massimo giornaliero raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e giovedì 14 anche i voli hanno subito ritardi: il sito di monitoraggio Flightradar24 ha mostrato che giovedì pomeriggio l’88% delle partenze e il 54% degli arrivi erano in ritardo a causa della nube di smog che ha ridotto la visibilità.

A causa dei crescenti livelli di inquinamento, tutte le scuole primarie di Delhi passeranno alle lezioni online, fino a nuove disposizioni” ha annunciato giovedì su X Marlena Atishi, primo ministro di Nuova Delhi. Le altre misure che includono l’irrorazione delle strade con acqua e antipolvere, nonché la pulizia meccanizzata per aiutare il deposito della polvere, sono entrate in vigore da venerdì mattina.

Ogni anno Delhi e gli stati del nord devono fare i conti con l’aria inquinata che regna nei mesi invernali, da ottobre a gennaio, a causa del crollo delle temperature, del fumo, della polvere, della bassa velocità del vento, delle emissioni dei veicoli e della combustione delle stoppie dei raccolti. Secondo IQAir, il gruppo svizzero che monitora l’indice di qualità dell’aria (AQI), anche le città satellite di Noida e Gurgaon che si trovano a sud di Delhi, hanno registrato livelli di AQI che hanno raggiunto quota 500. Secondo le linee guida dell’OMS, l’aria con valori AQI pari o inferiori a 100 è considerata soddisfacente per la respirazione, cattiva intorno a 180 e pericolosa dai 300 in su.

Foto di Simon da Pixabay

Un sondaggio condotto da LocalCircles, una piattaforma di comunità online, a Delhi e nelle città vicine ha rivelato che l’81% delle famiglie nelle ultime tre settimane, ha segnalato che almeno un membro ha sofferto di problemi di salute dovuti all’inquinamento e ha acquistato medicinali o dispositivi, tra cui sciroppi per la tosse, inalatori e, in alcuni casi, pure antibiotici. Quattro famiglie su dieci hanno consultato un medico.

Secondo IQAir, l’India è stata classificata anche come il terzo Paese più inquinato al mondo, dopo i vicini Bangladesh e Pakistan e nel 2023 Delhi è stata la capitale più inquinata del globo. Gli esperti affermano che la rapida industrializzazione, abbinata alla scarsa applicazione delle leggi ambientali, ha contribuito all’aumento dell’inquinamento. L’India ha visto molto sviluppo negli ultimi decenni ma la scarsa regolamentazione industriale porta le fabbriche a non seguire misure di controllo adeguate.

Il mese scorso la Corte Suprema dell’India ha stabilito che l’aria pulita è un diritto umano fondamentale e ha ordinato sia al governo centrale sia alle autorità statali di intervenire.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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