Great Pacific Garbage Patch, sono 6 i Paesi responsabili dell’enorme isola di rifiuti
Sono 6 i Paesi maggiormente responsabili dell’enorme isola di rifiuti che galleggia da anni nell’Oceano Pacifico. Lo rivela uno studio pubblicato su Scientific Reports, dove si dimostra che il 90% della spazzatura che forma la Great Pacific Garbage Patch proviene dalle principali nazioni industrializzate dedite alla pesca.
Al primo posto è materiale che arriva dal Giappone (il 33.6%), seguito da Cina (32.3%) e Corea del Sud (9.9%). Dagli Stati Uniti proviene invece circa il 6.5% dei rifiuti, e in percentuale minore sono stati trovati oggetti taiwanesi e canadesi.
Work by @modellinghouse, @TheOceanCleanup and colleagues uncover that most floating plastic in the North Pacific Garbage Patch can be traced back to five industrialised fishing nationshttps://t.co/Qq6YGfA9Fx
— Scientific Reports (@SciReports) September 8, 2022
La zona di accumulo, denominata North Pacific Garbage Patch è diventata un simbolo dell’impatto dell’uso su vasta scala della plastica anche se la massa di plastica accumulata sulla superficie dei vortici subtropicali oceanici come l’NPGP rappresenta solo una piccola percentuale delle emissioni globali di plastica nell’ambiente marino.
BREAKING: Our study, published today in @SciReports, reveals that 75% — 86% (by weight) of plastic debris in the Great Pacific Garbage Patch (GPGP) comes from fishing activities at sea. (1/6) pic.twitter.com/nKT4577E1N
— The Ocean Cleanup (@TheOceanCleanup) September 1, 2022
Studi recenti stimano che diversi milioni di tonnellate di rifiuti di plastica mal gestiti entrano negli oceani del mondo dalle città costiere e dai fiumi in tutto il mondo ogni anno e si ritiene che la maggior parte si accumuli prevalentemente sulle coste o sul fondale.
I ricercatori hanno utilizzato i risultati di una campagna di raccolta di rifiuti avvenuta nel 2019 da parte del progetto olandese The Ocean Cleanup che aveva analizzato rifiuti di plastica dura, reti e corde.
Nello studio, i ricercatori hanno considerato circa seimila pezzi di rifiuti di plastica dura e cercato di identificarne la provenienza grazie ai loghi o alle parole impresse nei rifiuti di plastica. Un terzo dei rifiuti non è risultato identificabile e il 26% del materiale raccolto era costituito da attrezzature utilizzate nella pesca. Tra questi anche boe e galleggianti.