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Clima: giugno anomalo, ma la pioggia non è bastata a mettere fine alla siccità

Il clima di giugno è stato in decisa controtendenza: anomale soprattutto le piogge, molto più abbondanti della media. Ma da inizio anno mancano all'appello ancora 17 miliardi di metri cubi d'acqua

I dati relativi al giugno 2020 confermano che, dal punto di vista del clima, per l’Italia è stato un mese in decisa controtendenza. Dopo molti mesi con temperature oltre la norma e precipitazioni scarse, a giugno è infatti arrivata una quantità di pioggia molto superiore alla norma e il clima, in buona parte dell’Italia, è stato piuttosto fresco.

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Anomalia della circolazione atmosferica in Europa. Crediti: NOAA

La circolazione atmosferica su scala continentale ha mostrato una configurazione media pressoché opposta rispetto al mese di maggio: strutture anticicloniche hanno avuto la meglio sull’Europa settentrionale, mentre nel sud e nell’ovest del continente c’è stata una prevalenza di depressioni. Questa situazione ha favorito forti anomalie termiche positive in Scandinavia, tanto da determinare in questi Paesi uno fra i più caldi mesi di giugno nell’ambito delle relative serie storiche secolari. Sul versante opposto, invece, le frequenti fasi di maltempo accompagnate da masse d’aria più fresca hanno lasciato in eredità anomalie termiche leggermente negative che hanno interessato anche l’Italia. Complessivamente, comunque, lo scarto a livello continentale è stato decisamente positivo: le elaborazioni del Copernicus Climate Change Service indicano un valore di 1.3°C sopra la media del trentennio 1981-2010 che rappresenta, insieme al dato del 1999, il secondo valore più elevato della serie dopo il record del giugno 2019.

Clima di giugno: i dati dall’Europa e dal mondo

A giugno il clima è stato leggermente più fresco del normale in buona parte dell’Italia

In Italia giugno è stato il primo mese dell’anno a evidenziare una battuta d’arresto con temperature lievemente sotto la media (-0.1°C di anomalia). In gran parte delle regioni sono stati registrati valori nella norma o poco al di sotto; ha fatto eccezione solo la Sardegna, dove lo scarto è stato leggermente positivo (+0.2°C). Questo risultato è stato determinato dalla combinazione fra le particolari condizioni del tempo ostinatamente instabile, perturbato e generalmente fresco durante le prime due decadi del mese e il balzo verso un clima più tipicamente estivo con temperature sopra la norma dopo il solstizio d’estate. Di questi sbalzi termici hanno risentito soprattutto le temperature massime, che in effetti presentano le anomalie più vistose: si è passati da uno scarto medio di -1.3 °C nei primi 20 giorni, con una punta di -1.8°C al Nord-Ovest, a uno scarto medio di +1.7°C nell’ultima decade, con un picco di +2.4°C sulle regioni centrali.

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Da metà degli anni ’90 solo una volta la temperatura media di giugno è scesa sotto la norma, così quello di quest’anno si configura come il secondo evento nell’ambito degli ultimi 25 anni. Il dato sotto la media di giugno, naturalmente, è causa di una leggera attenuazione della forte anomalia positiva osservata da inizio anno che, scendendo al valore comunque notevole di +1°C, si porta al 6° posto fra quelle più elevate della serie storica.

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La serie delle anomalie delle temperature medie di giugno registrate in Italia

 

Anomalie delle temperature medie registrate in Italia negli ultimi anni e nella prima metà del 2020

Notevoli soprattutto le anomalie delle precipitazioni: è arrivato il doppio della pioggia tipica di giugno

Le frequenti fasi di maltempo che si sono verificate nella prima parte del mese hanno determinato abbondanti precipitazioni in molte zone; infatti, giugno è stato piuttosto piovoso in gran parte del Paese, con un’anomalia complessiva pari a +54%.

Le piogge sono state abbondanti soprattutto al Nord, con valori spesso oltre i 180 mm: in queste regioni l’anomalia è stata mediamente di +60%, ma con un maggior contributo da parte delle regioni di Nord-Ovest rispetto al settore di Nord-Est, che contempla anche delle zone con accumuli inferiori alla media come l’Emilia Romagna orientale.
Al Centro il dato non è stato particolarmente ampio, poiché in molte zone le precipitazioni sono state vicine alla media o inferiori; tuttavia, in questo settore spiccano gli accumuli osservati in alta Toscana, in particolare i 124 mm rilevati a Pisa che, superando i 118 mm del 1991, rappresentano per questa stazione il dato più elevato degli ultimi 40 anni.
Al Sud e alle Isole maggiori spettano le anomalie più ampie rispetto ai valori di riferimento: in queste regioni complessivamente ha piovuto il 114% in più rispetto alla norma, a causa delle vistose anomalie osservate al Sud e sulla Sicilia. Sono stati notevoli, in particolare, gli accumuli che sono stati osservati il 5 giugno, quando è stato registrato un nuovo record mensile a Marina di Ginosa, con 102 mm, che supera di gran lunga il precedente primato di 68 mm del 1989 e rappresenta un quantitativo sei volte superiore al valore medio di questa località.

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Con anomalie simili, il mese di giugno appare in decisa controtendenza rispetto al declino pluviometrico degli ultimi decenni: è notevole osservare che si tratta del 4° valore più elevato degli ultimi 60 anni, e per trovare un mese di giugno più piovoso di questo occorre risalire al 1997.

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La serie delle anomalie delle precipitazioni medie di giugno registrate in Italia

Le piogge abbondanti di giugno non bastano a risolvere la questione siccità: all’appello mancano ancora 17 miliardi di metri cubi di acqua

Le abbondanti precipitazioni di giugno riducono la pesante anomalia negativa calcolata dall’inizio dell’anno, che ora si assesta a -19%: all’appello mancano circa 17 miliardi di metri cubi di acqua rispetto alla media.

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Simone Abelli

È meteorologo presso Meteo Expert dal 1999. Nel 1995 consegue la laurea a pieni voti in Fisica con una tesi sull’analisi statistica delle situazioni meteorologiche legate agli eventi alluvionali che hanno interessato l’Italia. Dal 1996 al 1998 svolge attività di ricerca nell’ambito del progetto europeo MEDALUS sul problema della desertificazione nel Mediterraneo. Dal 2008 al 2015, diviene uno dei meteorologi di riferimento delle reti televisive Mediaset. Principali pubblicazioni: “Il clima dell’Italia nell’ultimo ventennio” e “Manuale di meteorologia”.

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