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È cresciuta la popolazione dei lupi in Italia: i risultati del primo monitoraggio nazionale

Si stima che in Italia ci siano circa 3.300 lupi, ma sono ancora molte le minacce per la specie. Fondamentale sostenere Parchi ed Enti locali nella gestione dei conflitti di questo predatore con le attività dell’uomo

L’Ispra ha condotto il primo monitoraggio dei lupi in Italia, e i risultati sono stati resi noti martedì 17 maggio. L’analisi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale rivelano che la popolazione dei lupi in Italia è in aumento.

Un numero stimato intorno ai 950 esemplari si muove nelle regioni alpine, mentre sono quasi 2400 quelli distribuiti lungo il resto della penisola. Complessivamente in Italia si stima la presenza di circa 3300 lupi.

Se si calcola l’estensione delle aree di presenza dei lupi (41.600 km2 nelle regioni alpine e 108.500 km2 nelle regioni peninsulari), si può affermare che la specie occupa la quasi totalità degli ambienti idonei nell’Italia peninsulare. Ovunque la popolazione di lupo è cresciuta, sulle Alpi si è registrato l’aumento più significativo.

L’Ispra ha sottolineato che i dati emersi rappresentano una stima, e per ciascuno dei numeri relativi alla presenza della specie va considerata una forchetta di errore: tra gli 822 e i 1099 per le regioni alpine, tra 2020 e 2645 per le aree peninsulari. Il monitoraggio è stato condotto suddividendo in celle di 10×10 km il territorio nazionale e realizzando due analisi distinte per le Regioni/Province Autonome della zona Alpi e le Regioni dell’Italia peninsulare.

Lupi in Italia

L’Ispra ha monitorato la presenza dei lupi in Italia su mandato del Ministero della Transizione Ecologica. Il lavoro si è protratto tra il 2020 e il 2021, fa sapere l’Istituto, e ha coinvolto una vasta rete di esperti nella raccolta dei segni di presenza del lupo da Nord a Sud. 

La presenza del lupo è stata documentata da 6520 avvistamenti fotografici con fototrappola, 491 carcasse di ungulato predate, 1310 tracce, 171 lupi morti, oltre che da 16.000 escrementi rinvenuti sul terreno. Sono state condotte 1500 analisi genetiche che hanno permesso di identificare la specie. Complessivamente sono stati percorsi a piedi 85.000 km per raccogliere i dati necessari all’indagine.

L’importanza del progetto non sta solo nei suoi risultati, avverte l’Ispra, ma anche nell’aver gettato le basi per un monitoraggio più efficace in futuro, per una migliore protezione della specie e per offrire maggiore sostegno a Enti locali e Parchi nazionali che devono occuparsi della sua conservazione e della mitigazione dei conflitti di questo predatore con le attività dell’uomo.

Lupi in crescita in Italia, ma i rischi per la specie sono ancora molti

Il lupo è una specie rigorosamente protetta dalla normativa Internazionale e nazionale, ma deve ancora far fronte a diversi rischi. La minaccia più grave per i lupi in Italia è rappresentata dall’uomo: ne abbiamo parlato con l’esperta Mia Canestrini in una recente intervista che aveva da poco preceduto la pubblicazione dei dati dell’Ispra:

Sui rischi che corrono i lupi in Italia arriva anche il monito del WWF. Gianluca Catullo, responsabile specie e habitat di WWF Italia, ha sottolineato che «occorre non abbassare la guardia e continuare a lavorare per favorire la coesistenza del lupo con le attività umane, la zootecnia in primis. Ci auguriamo che questi risultati siano l’inizio del percorso che porti all’approvazione finalmente di un Piano di gestione e conservazione condiviso, che preveda azioni atte a contrastare le minacce e a migliorare la convivenza tra le comunità locali e il lupo».

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