Cicloni e cambiamento climatico: nuove minacce per la Grande Barriera Corallina
La Grande barriera corallina è da anni sotto osservazione: il delicato equilibrio delle condizioni ambientali è infatti a rischio, compromesso dal surriscaldamento degli oceani e dall’intensificazione degli eventi meteo. L’aumento della temperatura degli oceani, nonché la loro acidificazione, ha provocato eventi di sbiancamento dei coralli in ogni angolo del Mondo.
Ma negli ultimi mesi gli esperti temevano che le condizioni meteorologiche locali, spinte dall’effetto di El Niño, ora al suo apice, avrebbe potuto danneggiare ulteriormente la barriera corallina al largo della costa del Queensland, in Australia.
Gli studiosi temevano uno sbiancamento ulteriore, e un indebolimento dell’ecosistema. Ma non avevano messo in conto la violenza dei cicloni sopraggiunti. Il maltempo e l’arrivo di cicloni tropicali, con onde, mareggiate e piogge intense, possono infatti anch’essi danneggiare la più grande barriera corallina del Mondo.
Il ciclone Jasper, in particolare, che ha raggiunto questa regione dell’Australia a dicembre 2023 e il ciclone Kirrily, formatosi la scorsa settimana, hanno colpito con particolare intensità il nord-est del continente, con piogge abbondanti. L’acqua dolce e i sedimenti, scaricati in mare dai fiumi, così come le mareggiate che accompagnano i cicloni, possono aver danneggiato la barriera corallina. L’acqua dolce infatti può contribuire allo sbiancamento dei coralli, e l’acqua torbida può privare di luce le barriere coralline e le praterie di alghe, favorendo così la crescita delle alghe, rendendo più difficile la crescita e la moltiplicazione dei coralli. Il moto ondoso può inoltre strappare e danneggiare l’habitat sottomarino della barriera corallina, un’area che serve da vivaio per i pesci, habitat ideale tra l’altro per dugonghi e tartarughe.
I cicloni in transito sull’area se non altro contribuiscono in teoria a raffreddare le acque, eppure secondo la Great Barrier Reef Marine Park Authority (GBRMPA) le temperature della superficie del mare sono rimaste almeno 1°C sopra la media in tutta la barriera corallina. Fortunatamente un primo monitoraggio della barriera ha suggerito che i danni del ciclone Jasper non sono stati gravi quanto temuto. Nel rapporto emergono isolati sbiancamenti, colpa probabilmente del riscaldamento delle acque. Gli effetti diretti del maltempo non sono quindi ancora chiari, ma gli scienziati temono che in ogni caso riducano le capacità di ripresa della barriera, tra uno sbiancamento e l’altro.
Entro il 1 febbraio il governo federale consegnerà all’UNESCO un rapporto sullo stato di avanzamento dei suoi piani di conservazione della barriera corallina: l’anno scorso si era impegnato a migliorare la qualità dell’acqua e ad allineare gli obiettivi climatici con il mantenimento del riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi.