Giornata mondiale dell’acqua. Perché dovremmo festeggiarla?
Per trovare il coraggio di cambiare.
Ogni anno, il 22 Marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della conferenza di Rio. L’obiettivo della giornata è sensibilizzare istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua, di garantire l’accesso a servizi igienico-sanitari per tutti e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico. Alla ricorrenza partecipano tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, con l’invito a organizzare eventi e manifestazioni per sensibilizzare contro la crisi idrica. Ma non solo, tantissime associazioni ed enti no-profit si fanno promotori di questa giornata e contribuiscono in modo organico a sensibilizzare sul tema. Focalizzata – quindi – sull’importanza della risorsa con la “R” maiuscola essenziale per mantenere viva la biodiversità, questa giornata mondiale affronta una tematica differente in ogni sua edizione. Quest’anno il tema è intitolato così: Accelerare il Cambiamento.
Accelerare il Cambiamento, ma in quale direzione?
Cambiamento, insieme a sostenibilità, è una delle parole più inflazionate degli ultimi anni. Forse perché il nostro clima è soggetto a un repentino cambiamento, il nostro Pianeta sta vivendo uno scioccante cambiamento per mano dell’uomo (tanto da farci fare un salto epocale dall’Olocene all’Antropocene), e il nostro sistema di sviluppo dovrebbe accelerare quel cambiamento necessario a garantirci un futuro possibile, per lo meno sopportabile.
L’acqua rimane la protagonista indiscussa di tutto questo frastuono planetario, non solo permettendo la vita, ma aiutando a mitigare molti dei pasticci che l’uomo sta combinando. Due dati tra i tanti altrettanto importanti: negli ultimi 50 anni gli oceani hanno assorbito il 90% del calore generato dai gas climalteranti sempre più presenti in atmosfera, oltre al 30% circa delle emissioni stesse di questi gas serra.
Come sempre a un’azione corrisponde una reazione, perciò le disfunzioni in tutto il ciclo dell’acqua non sono tardate ad arrivare, con una estremizzazione climatica capace di minare i progressi su tutte le principali questioni globali, dalla salute alla fame, dall’uguaglianza di genere al lavoro, dall’istruzione all’industria, dai disastri alla pace. L’acqua è sempre di più una questione di contesa.
Per provare ad affacciarci al futuro con meno timori e più determinazione, servono punti di riferimento ben saldi, come gli obiettivi di sviluppo sostenibile e tra questi ce n’è uno dedicato all’acqua. Nel 2015 il mondo si è impegnato a raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) numero 6 come parte dell’Agenda 2030, con la promessa che tutti avrebbero gestito l’acqua e i servizi igienico-sanitari in sicurezza entro il 2030. Peccato che in questo momento, siamo seriamente fuori strada. I governi dovrebbero lavorare in media quattro volte più velocemente per soddisfare l’SDG 6, coinvolgendo la collettività.
Ciascuno di noi, come un colibrì.
L’acqua riguarda tutti, perciò tutti sono chiamati all’azione per provare a migliorare le cose. Le Nazioni Unite invitano ad aggiungere il nostro personale impegno a quello di governi aziende, organizzazioni, istituzioni, coalizioni. Insieme, queste promesse formeranno l’ Agenda d’azione per l’acqua , che sarà lanciata alla Conferenza sull’acqua 2023 delle Nazioni Unite .
C’è una antica leggenda, la Storia del Colibrì, che racconta come reagiamo (e come dovremmo reagire) di fronte a una crisi e a un cambiamento necessario:
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati, mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento.
Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme.
La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”
Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.
Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.
Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.
A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato.
Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.
Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.