Ghiacci

Artico senza ghiaccio d’estate: potrebbe succedere prima del 2050

La regione artica è tra le prime a mostrare chiaramente gli effetti della crisi climatica, i quali, secondo una nuova ricerca, potrebbero avvenire anche prima del previsto

L’Artico potrebbe restare senza ghiaccio marino d’estate molto prima del previsto. Secondo una nuova ricerca, infatti, la banchisa di ghiaccio artico potrebbe sparire completamente durante i mesi più caldi prima del 2050, anche a fronte di un taglio delle emissioni. Si tratta di una scoperta scioccante che ha allarmato la comunità scientifica che però sottolinea come la riduzione delle emissioni di anidride carbonica sia comunque un fattore importante nel lungo periodo. Se infatti le emissioni dovessero restare alte, infatti, un giorno la regione artica potrebbe restare senza ghiaccio marino anche durante l’inverno. E questo sarebbe uno scenario davvero catastrofico.

Estate senza ghiacci artici? Potrebbe avvenire prima del previsto

Secondo le proiezioni dell’ultima valutazione globale sul ghiaccio Artico, pubblicata nel 2013, la regione artica sarebbe potuta restare senza ghiaccio nel mese di settembre (mese in cui raggiunge ciclicamente l’estensione minima annuale) solo se le emissioni antropiche fossero rimaste alte. Ma i nuovi risultati di questo studio, pubblicato sul Geophysical Research Letters, basato su i modelli climatici di ultima generazione provenienti da 21 centri di ricerca di tutto il mondo, descrivono uno scenario decisamente diverso.

E’ bene specificare che nelle ricerche scientifiche fatte in questo campo, si parla di regione artica senza ghiaccio quando la calotta si frantuma in frammenti che complessivamente hanno un’area inferiore a 1 milione di chilometri quadrati.

La situazione sta cambiando in fretta, ed è già sotto i nostro occhi. A partire dal 1979, anno in cui sono iniziate le misurazioni, la calotta artica ha perso il 40% della sua estensione e il 70% del suo volume. L’anno scorso la sua estensione ha raggiunto il secondo valore più basso mai registrato. Si tratta della zona del mondo che sta subendo con maggiore intensità l’effetto del riscaldamento globale causato dall’uomo.

ghiaccio artico
Foto di 272447 da Pixabay

«I modelli hanno ripetutamente mostrato, in modo allarmante, la possibilità di vedere la regione artica senza ghiaccio d’estate prima del 2050, quasi indipendentemente dalle misure intraprese per mitigare l’effetto del cambiamento climatico», commenta Ed Blockley al Guardian, capo del programma sul clima polare del Met Office e uno degli scienziati che hanno preso parte allo studio. «Il segnale si presenta in ogni scenario futuro. Il risultato, oltre che essere totalmente inaspettato, è estremamente preoccupante».

Bisogna però sottolineare che esiste ancora un margine di incertezza poiché, come spiega Blockley «i modelli non sono perfetti». Nonostante ciò, però, «tutti i modelli mostrano chiaramente il declino del ghiaccio marino. Ad un certo punto sarà finito, ma quando questo avverrà è ancora difficile da prevedere con certezza».

Il taglio delle emissioni è fondamentale per evitare il peggio

Le possibilità di non vedere ghiaccio durante le prossime estati aumenta, ma non capiterà ogni anno. Secondo lo studio, infatti, la frequenza di questa possibilità cambia molto da modello a modello. In uno scenario caratterizzato da emissioni più basse, infatti, potrebbe accadere più raramente. Per questo motivo, il taglio delle emissioni antropiche è importantissimo per il futuro dell’Artico.

Lo studio ha anche dimostrato che se le emissioni di CO2 non dovessero calare, la regione artica potrebbe restare senza ghiaccio marino anche durante l’inverno. «Si tratta di qualcosa che non avevamo mai visto prima in queste proiezioni – commenta Blockley-. Sarebbe un evento catastrofico, per molte specie come, ad esempio, per gli orsi polari che vivono e cacciano solo qui». E aprirebbe anche una nuova fase per l’esplorazione umana, che potrebbe approfittare dell’assenza di ghiaccio per l’estrazione di petrolio e gas, ma anche per stabilire nuove rotte navali e per il turismo, con tutte le opportunità e minacce del caso.

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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