Concerti e sostenibilità: quando la musica diventa anche green

I concerti sono momenti di condivisione, emozione e spettacolo, ma dietro le luci del palco e le casse che vibrano c’è anche un impatto ambientale tutt’altro che trascurabile.
Spostamenti di migliaia di persone, consumo di energia, produzione di rifiuti, trasporto delle attrezzature, uso di materiali monouso: ogni evento dal vivo lascia un’impronta ecologica, spesso invisibile al pubblico ma molto reale.
Negli ultimi anni, con la crescente attenzione verso i temi ambientali, il mondo della musica ha iniziato a porsi
delle domande importanti: è possibile organizzare concerti e festival riducendo le emissioni?
Secondo un’analisi pubblicata dal Green Touring Network, la musica dal vivo genera ogni anno circa 670.000 tonnellate di CO₂, considerando tutti gli aspetti legati ad un tour: dagli spostamenti della band e del team tecnico, all’elettricità utilizzata per gli impianti audio e luci, fino ai viaggi del pubblico e alla produzione di merchandising. Un singolo concerto può produrre da 2 a 10 kg di CO₂ per spettatore, in base alla location e all’organizzazione. Gli eventi più grandi, come i concerti negli stadi, possono arrivare a generare anche 500
tonnellate di CO₂ in una sola serata: l’equivalente delle emissioni che servirebbero a far crescere 8.000 alberi per dieci anni.
Di fronte a questi numeri, molti artisti e organizzatori stanno cercando di cambiare le cose, non solo per dare il buon esempio, ma anche perché il pubblico stesso è diventato più attento e consapevole. Un caso molto discusso è quello dei Coldplay, che hanno deciso di impostare il loro “Music of the Spheres World Tour” su criteri di sostenibilità molto precisi. La band ha annunciato un piano in 12 punti che include il taglio del 50% delle emissioni rispetto al tour precedente, l’uso di energia rinnovabile per alimentare i concerti, palchi realizzati con materiali riciclati, pedane che producono energia con il movimento del pubblico, e la piantumazione di un albero per ogni biglietto venduto. Non si tratta di semplici slogan, ma di azioni concrete, monitorate e documentate.
Anche in Italia ci sono esempi significativi. Elisa, con il suo tour “Back to the Future”, ha ridotto il numero di mezzi utilizzati per gli spostamenti, scegliendo un solo tir per le attrezzature, e ha promosso l’iniziativa “Music for the Planet” in collaborazione con Legambiente, con l’obiettivo di piantare 500 milioni di alberi in cinque anni. Jovanotti, durante il suo “Jova Beach Party”, ha introdotto l’uso di stoviglie compostabili, sistemi di raccolta differenziata sul posto e la collaborazione con decine di associazioni ambientaliste per la pulizia delle spiagge dopo ogni tappa. In parallelo, anche molti festival internazionali stanno rivedendo le loro logiche;
Glastonbury, uno dei più famosi al mondo, ha eliminato le bottiglie di plastica monouso, incentivando l’uso di borracce e punti di ricarica, e ha installato impianti solari per alimentare parte delle aree. Altri eventi, come il We Love Green di Parigi, sono nati fin dall’inizio con una forte impronta ecologica, utilizzando solo energia da fonti rinnovabili, cibo biologico a km zero e materiali completamente compostabili.
Tuttavia, la sostenibilità dei concerti resta un tema complesso perché non esiste purtroppo una soluzione perfetta, e molte scelte richiedono compromessi o investimenti importanti. Ad esempio, i carburanti sostenibili per i trasporti delle attrezzature sono ancora poco diffusi e costosi, e i sistemi di compensazione delle emissioni, come la piantumazione di alberi, devono essere verificati e ben pianificati per essere davvero efficaci. Anche il
pubblico ha un ruolo fondamentale: scegliere mezzi condivisi per raggiungere il concerto, utilizzare borracce riutilizzabili, evitare gli sprechi e rispettare la raccolta differenziata può fare davvero la differenza. Quello che però sta emergendo in modo sempre più evidente è che la sostenibilità è diventata parte dell’identità degli eventi, un elemento che influenza la comunicazione, la logistica e perfino la scelta degli sponsor. La musica ha il potere di muovere le masse e i grandi concerti possono essere un’occasione per dimostrare che intrattenimento e rispetto
per l’ambiente non sono in contrasto.
Redatto da Martina Hamdy