Cambiamento climatico e turbolenze in aumento: le rotte aeree più colpite

Le turbolenze aeree stanno aumentando a causa del cambiamento climatico, coinvolgendo in particolare alcune rotte internazionali e aree geografiche. Analizziamo le cause, le tipologie e le zone più interessate dal fenomeno.
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha intensificato il fenomeno delle turbolenze in volo, portando a un incremento sia della frequenza che dell’intensità degli episodi, come dimostrato dai recenti fatti di cronaca e dagli studi scientifici più accreditati. Il caso del volo Alicante-Roma, dirottato a Bologna per maltempo e forti turbolenze, ha riportato l’attenzione sui cosiddetti “buchi d’aria” ad alta quota, ora sempre più comuni e pericolosi per la sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi.
Perché il cambiamento climatico aumenta le turbolenze in volo
Gli esperti collegano l’aumento delle turbolenze al riscaldamento globale, che altera la velocità e la forza dei venti occidentali nell’alta atmosfera. Questo fenomeno genera bruschi cambiamenti nelle correnti d’aria verticale, favorendo la formazione di turbolenza in aria chiara (Clear Air Turbulence), spesso invisibile e quindi particolarmente insidiosa per i piloti. Le statistiche mostrano che dal 1979 al 2020 la durata annuale delle turbolenze gravi è cresciuta del 55%, passando da 17,7 a 27,4 ore, soprattutto sulle rotte transatlantiche e nelle aree interessate dalle correnti a getto.
I tre tipi di turbolenze e la stagionalità
Le turbolenze si dividono in tre categorie principali: convettive, legate a nuvole e temporali; orografiche, che si sviluppano sopra le catene montuose; e in aria limpida, causate da forti venti nell’alta atmosfera e difficilmente prevedibili. Storicamente, la stagione invernale era la più colpita, ma ora, a causa del cambiamento climatico, episodi significativi si verificano anche in estate e autunno, aumentando il rischio per i voli commerciali.
Le zone e le rotte aeree più esposte alle turbolenze
Secondo gli studi, le aree più soggette a turbolenze sono l’Atlantico settentrionale, il Nord America, l’Asia orientale, il Medio Oriente e il Nord Africa. La classifica delle rotte più “movimentate” vede al primo posto i collegamenti tra Cile e Argentina che attraversano le Ande, come la tratta Santiago-Mendoza. In Europa, le Alpi rappresentano la zona più a rischio: la rotta Nizza-Ginevra è la più soggetta a turbolenze, seguita dai collegamenti tra Zurigo, Basilea e Lione. In Italia, gli aeroporti di Milano Malpensa e Venezia Marco Polo figurano tra gli scali con maggiore frequenza di episodi, specie sulle rotte verso la Svizzera e la Francia.
Le conseguenze per la sicurezza e i passeggeri
Le turbolenze sono oggi la principale causa di incidenti in volo legati alle condizioni meteorologiche, con un aumento di feriti gravi e danni alle cabine, soprattutto negli Stati Uniti. Gli esperti sottolineano che, senza un’azione efficace contro il riscaldamento globale, il fenomeno continuerà a crescere, rendendo i voli sempre più instabili e meno confortevoli per milioni di viaggiatori.