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Caldo record in Italia: giugno 2025 più estremo dello storico giugno 2003. I dati Copernicus

L’Italia non ha mai vissuto un inizio estate così caldo, neppure nello storico giugno 2003: temperature ovunque eccezionalmente elevate di giorno e di notte, mari bollenti e zero termico alle stelle. Cosa raccontano i dati climatici di Copernicus ritagliati lungo i confini del nostro Paese? L’analisi di Meteo Expert.

Dopo una primavera con caldo record, ce lo aspettavamo: le acque superficiali dei mari che bagnano l’Italia, in giugno hanno raggiunto temperature eccezionalmente elevate per il periodo. Ma i valori più anomali sono arrivati dalla terraferma: la temperatura dell’aria vicino alla superficie è stata sempre elevatissima e, in quota, lo zero termico sulle Alpi ha superato in più occasioni la cima del Monte Bianco. Situazioni come queste, così lontane dalla norma, dalla metà del secolo scorso non si sono mai presentate, neppure nello storico giugno record del 2003.

Per quantificare le anomalie di quest’anno e poterle confrontare con quelle del 2003 e di tutti gli anni dal 1950 in poi, come di consueto abbiamo elaborato i dati mensili del solo territorio italiano prodotti da ERA5  e dalla sua versione ad alta risoluzione ERA5-Land : la rianalisi climatica sviluppata dal Copernicus Climate Change Service (C3S) del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF).

Si tratta di uno strumento ampiamente utilizzato dalla comunità scientifica internazionale per studiare il clima della Terra e i suoi cambiamenti: combina le osservazioni rilevate da stazioni meteorologiche, palloni sonda, boe, navi, aerei e satelliti con un modello meteorologico, fornendo, sotto forma di dati globali distribuiti su griglie 3D, una descrizione completa ed accurata del tempo e del clima del passato.

Giugno 2025, temperatura dell’aria e altezza dello zero termico record: superati i valori dello storico giugno 2003

Secondo i dati ERA5-Land di Copernicus, nel giugno 2025 la temperatura media nazionale sulla terraferma a due metri dalla superficie è stata di 22,05°C: ben 3,53°C in più rispetto alla media di riferimento del trentennio 1991-2020. Complici due intense e prolungate ondate di calore associate all’insistente presenza sull’Europa dell’anticiclone nordafricano, il primo mese dell’estate meteorologica 2025 è stato il più caldo mai registrato dal 1950, seguito dallo storico giugno del 2003 (+3,41°C) e da quello del 2022 (+3,28°C).

Anomalie della temperatura media dell’aria a 2 metri dalla superficie (°C) rispetto al trentennio 1991-2020, calcolate per il territorio italiano (solo terraferma) e per ogni mese di giugno dal 1950 al 2025. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Nel 2003, il caldo anomalo colpì soprattutto la Pianura Padana e le zone interne della Toscana, dove la temperatura media mensile registrò valori di oltre 4°C superiori alla media del trentennio di riferimento 1991-2020. Tra Piemonte e Lombardia occidentale si registrarono anomalie termiche non inferiori a +5°C e, se escludiamo alcune zone della Calabria e della Sicilia, nel resto dell’Italia il mese di giugno si chiuse con anomalie superiori a +2°C.

Quest’anno, l’Italia ha visto una distribuzione più omogenea delle anomalie termiche sul suo territorio, senza i picchi del 2003 concentrati sulla Pianura Padana, ma con scarti dalla media ben superiori a 3,5°C su Basso Piemonte, Liguria, Emilia, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata e Sardegna. Anche le Alpi hanno dovuto subire temperature eccezionalmente elevate, con grande sofferenza dei ghiacciai, che hanno perso tutta la riserva di neve accumulata durante l’inverno e hanno iniziato a fondere il ghiaccio vecchio con oltre un mese di anticipo.

Anomalia della temperatura media dell’aria a 2 metri dalla superficie (°C) per giugno 2025 e giugno 2003 rispetto alla media mensile del trentennio di riferimento 1991-2020. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Grazie alla spinta di giugno, il primo semestre del 2025 si è chiuso con un’anomalia media nazionale molto elevata (+1,65°C), che gli ha permesso di posizionarsi a soli 3 centesimi dal record semestrale del 2024, l’anno più caldo della serie storica, e di mantenere una discreta distanza dall’anomalia media dei primi 6 mesi del 2022 (+1,05°C), il secondo anno più caldo. In sintesi, al traguardo di metà anno, 2024 e 2025 si stanno contendendo il record per l’anno più caldo di sempre.

Anomalie della temperatura media dell’aria a 2 metri dalla superficie (°C) rispetto al trentennio 1991-2020, calcolate per il territorio italiano (solo terraferma) e per tutti i mesi dell’anno dal 1950 ad oggi. In rosso sono evidenziate le anomalie del 2025, in arancione le anomalie del 2024, in giallo le anomalie del 2023. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Se ci spostiamo in quota, e calcoliamo la differenza fra l’altezza media alla quale la temperatura dell’aria ha raggiunto il valore di 0°C (altezza dello zero termico) nel giugno 2025 e l’altezza media nel trentennio 1991-2020, scopriamo che quest’anno lo zero termico sulle Alpi si è mediamente posizionato 700 metri più in alto del normale, a 4200 metri di quota invece che a 3500 metri. E’ un’enormità, che neanche il 2003 è riuscito ad eguagliare, alla quale hanno contribuito i ripetuti e prolungati sconfinamenti oltre il limite dei 5000 metri di quota: eventi un tempo rari, ora non più.

Anomalia dell’altezza dello zero termico (m) per giugno 2025 e giugno 2003 rispetto alla media mensile del trentennio di riferimento 1991-2020. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

In situazioni come questa, in particolare come nell’ultimo weekend di giugno, con zero termico più in alto della vetta del Monte Bianco per 36 ore consecutive, nessun ghiacciaio o nevaio alpino ha scampo: tutti sono in fusione, non solo di giorno, ma anche di notte, con grave perdita di massa anche alle quote più elevate e aumentato rischio di crolli e di colate di detriti.

Mari italiani caldissimi, ad un soffio dal record del 2003

Nel mese di giugno, il Mediterraneo occidentale è stato colpito da una intensa e prolungata ondata di calore marina. Secondo i dati del Copernicus Marine Service (CMEMS), il giorno 22 la temperatura delle acque superficiali del Mar delle Baleari e del Tirreno era di oltre 5°C superiore alla media del periodo, con valori tipici della metà di agosto. Non stupisce, dunque, che la temperatura media mensile dei mari che circondano l’Italia, compresi nel dominio 36-47°N e 6-20°E, abbia raggiunto il valore di 24,24°C, registrando un’anomalia di +2,31°C rispetto alla media climatica: circa un decimo in meno del record dello storico giugno 2003. L’ennesimo duro colpo all’equilibrio degli ecosistemi marini e alla biodiversità, e l’ennesima iniezione di energia a favore dello sviluppo di fenomeni atmosferici estremi.

Anomalie della temperatura dello strato superficiale del mare (°C) rispetto al trentennio 1991-2020 per il dominio 36-47°N e 6-20°E, per ogni mese di giugno dal 1950 al 2025. Dati ERA5. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Nel giugno 2025, le acque superficiali di tutti i mari di ponente hanno registrato anomalie superiori a +2,5°C, con picchi oltre i +3°C intorno alla Sardegna. Il Mar Adriatico e lo Ionio hanno invece accumulato un minor surplus di calore, raggiungendo temperature quasi ovunque di 2 gradi superiori alla media climatica: anomalie più contenute rispetto a quelle registrate dagli stessi bacini nel giugno 2003.

Anomalia della temperatura dello strato superficiale del mare (°C) per giugno 2025 e giugno 2003 rispetto alla media di giugno del trentennio di riferimento 1991-2020. Dati ERA5. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Se calcoliamo l’anomalia media del primo semestre dell’anno in corso (media gennaio-giugno 2025) e la confrontiamo con l’anomalia del primo semestre di tutti gli anni a partire dal 1950, troviamo il 2025 saldamente al primo posto della classifica dei semestri più caldi (anomalia media di +1,25°C), seguito dal 2024 (+0,99°C) e dal 2007 (+0,76°C). Se quindi sulla terraferma la temperatura dell’aria vicino alla superficie vede una lotta ad armi (quasi) pari tra 2024 e 2025, nel mare il 2025 sembra non avere, al momento, rivali.

Anomalie della temperatura dello strato superficiale del mare (°C) rispetto al trentennio 1991-2020, calcolate per il dominio 36-47°N e 6-20°E per tutti i mesi dell’anno dal 1950 ad oggi. In rosso sono evidenziate le anomalie del 2025, in arancione le anomalie del 2024, in giallo le anomalie del 2023. Dati ERA5. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Giugno 2025 eccezionalmente secco in (quasi) tutta l’Italia

Con il 42% di pioggia in meno rispetto alla media climatica del trentennio 1991-2020, secondo i dati ERA5-Land di Copernicus, giugno 2025 è stato il terzo più secco degli ultimi 76 anni, dietro al giugno record del 1950 (-49%) e al giugno del 1952 (-48%). Tra i mesi di giugno più piovosi, ben distaccati dagli altri anni troviamo quello record del 1997 (+63%), quello del 1953 (+62%) e quello del 1992 (+52%): tutti nel secolo scorso.

Anomalie delle precipitazioni (%) rispetto al trentennio 1991-2020, per il territorio italiano (solo terraferma), per ogni mese di giugno dal 1950 al 2025. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Poche le aree in cui le piogge non sono risultate in difetto: Alpi e Prealpi, Romagna e alcune zone della Sicilia. Per il resto, l’Italia ha ricevuto meno della metà delle piogge che dovrebbero cadere nel mese di giugno, in particolare alcune zone della Pianura Padana, gran parte delle regioni tirreniche, la Puglia e la Sardegna, dove è caduto meno di un quarto della pioggia attesa.

Anomalia delle precipitazioni (%) per giugno 2025 rispetto alla media mensile del trentennio di riferimento 1991-2020. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Dopo un inizio estate così estremo, come proseguirà la stagione? Al prossimo report!

Laura Bertolani

Laureata in Scienze Naturali, nel 1997 è entrata a far parte del team di meteorologi di Meteo Expert. Fino al 2012, all’attività operativa ha affiancato attività di ricerca, occupandosi dell’analisi della performance dei modelli di previsione. Attualmente si dedica a quest’ultima attività, ampliata implementando un metodo di valutazione dell’abilità dei modelli a prevedere dodici configurazioni della circolazione atmosferica sull’Italia, identificate per mezzo di una rete neurale artificiale.

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