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Clima Italia: maggio più piovoso del normale. Prosegue il trend 2025 con caldo e abbondanza di precipitazioni

La circolazione atmosferica durante il mese di maggio è stata caratterizzata prevalentemente da configurazioni di blocco, ossia da strutture anticicloniche più propense ad estendersi e permanere alle alte latitudini, contribuendo a ostacolare i normali flussi occidentali alle medie latitudini e favorendo, nel contempo, la discesa di masse d’aria fredda e instabile verso il Mediterraneo. Così, come osservato in aprile, anche in quest’ultimo mese il tempo sull’Italia è stato molto variabile e perturbato, ma a differenza del precedente, quelle incursioni di aria fredda si sono rivelate un po’ più efficaci. Infatti, l’andamento della temperatura media evidenzia oscillazioni fra periodi intorno alla media e periodi al di sotto per gran parte di maggio, eccetto i primi giorni del mese, contrassegnati da una fase anticiclonica accompagnata da afflussi di aria calda che ha portato le temperature ben oltre la media, e gli ultimi giorni, che hanno visto il ritorno dell’anticiclone subtropicale con conseguente innesco di condizioni estive caratterizzate da temperature risalite di nuovo sopra i valori normali.

Il risultato generale a livello nazionale è un valore molto vicino alla norma, con uno scarto di +0.1°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Anche scendendo più in dettaglio delle varie aree del Paese si riscontrano anomalie piuttosto contenute da nord a sud, quasi tutte leggermente positive (+0.1°C al Centro e al Sud, +0.4°C al Nord-Ovest e in Sicilia, +0.5 in Sardegna), eccetto al Nord-Est dove hanno prevalso i segni negativi (-0.4°C). Al di là dell’assenza di valori eccezionali di temperatura minima, in questo quadro non si possono attendere neppure picchi notevoli di massima. Tuttavia, l’impennata termica di fine mese è riuscita a produrre almeno un record fra le stazioni meteorologiche ENAV/Aeronautica Militare, e più precisamente sulle Alpi a San Valentino alla Muta con 26.6°C, il dato più elevato dagli anni ’50 del secolo scorso. Il trimestre primaverile chiude con uno scarto di +0.8°C, il 6° valore più elevato della serie storica al cui vertice resta saldamente al suo posto la primavera del 2007 con +1.3°C, seguita da quella del 2024 con +1.2°C. Dall’inizio dell’anno il divario con la media si riduce un po’ rispetto ai risultati del mese scorso; tuttavia, al momento, con +1.2°C di anomalia calcolata sui primi cinque mesi, il 2025 continua a veleggiare abbastanza in alto, fra gli anni più caldi.

Anche con maggio prosegue il periodo piovoso, con precipitazioni oltre la norma in molte regioni, che hanno prodotto un’anomalia di +27% a livello nazionale, non particolarmente rilevante nell’ambito della serie storica. Gli accumuli più significativi (anche oltre 150-200 mm) si sono verificati fra le Alpi e l’alta pianura Padana, ma in maniera più contenuta localmente anche in Toscana e all’estremo sud, a causa del transito di alcune intense perturbazioni fra le dieci che hanno interessato l’Italia. In generale, nei vari settori del Paese, hanno prevalso gli scarti positivi (+42% al Nord-Ovest, +25% al Nord-Est, +6% al Centro, +39% al Sud e +102% in Sicilia), tranne in Sardegna dove ha piovuto il 22% in meno rispetto alla norma. Oltre alla Sardegna, occorre segnalare comunque altre aree meno piovose del normale, benché appartenenti a settori con precipitazioni mediamente in esubero, per lo più fra alto Adriatico, Emilia e regioni tirreniche. Il quantitativo doppio del normale osservato in Sicilia è stato originato in gran parte da un solo evento a metà mese, in corrispondenza del passaggio della tempesta Ines (nominata dal nostro Servizio Meteorologico) tra la Tunisia e il settore ionico, che ha oltretutto causato alcune criticità nell’isola. Anche l’intera stagione primaverile evidenzia un notevole surplus di pioggia, grazie soprattutto al mese di marzo e, in maniera più contenuta, a maggio. Con il +40% di anomalia la stagione si posiziona al 7° posto fra le primavere più piovose, mettendo in luce, però, una distribuzione delle piogge sbilanciata verso il Centro-Nord (+76% al Nord-Ovest, +45% al Nord-Est, +30% al Centro) e la Sardegna (+61%). I livelli di precipitazione cumulata al Sud e in Sicilia, invece, si trovano più vicini alla media (+5% e +6% rispettivamente) con molte zone caratterizzate anche da anomalie negative. Non si riscontrano variazioni significative rispetto al mese scorso nel calcolo dello scarto da inizio anno, che si assesta a +40%, l’equivalente di 31 miliardi di metri cubi in più del normale.

Pertanto, questo 2025 in generale procede mediamente all’insegna del caldo e dell’abbondanza di precipitazioni.

Simone Abelli

È meteorologo presso Meteo Expert dal 1999. Nel 1995 consegue la laurea a pieni voti in Fisica con una tesi sull’analisi statistica delle situazioni meteorologiche legate agli eventi alluvionali che hanno interessato l’Italia. Dal 1996 al 1998 svolge attività di ricerca nell’ambito del progetto europeo MEDALUS sul problema della desertificazione nel Mediterraneo. Dal 2008 al 2015, diviene uno dei meteorologi di riferimento delle reti televisive Mediaset. Principali pubblicazioni: “Il clima dell’Italia nell’ultimo ventennio” e “Manuale di meteorologia”.

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