EuropaPolitiche

La crisi climatica influenza anche le intenzioni di voto

Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change, gli europei che vivono ondate di caldo e clima estremamente secco sono più preoccupati per l'ambiente e hanno maggiori probabilità di votare per i partiti dei Verdi

In un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change si sono messi sotto esame i dati sulle elezioni del Parlamento europeo e i sondaggi sulle preoccupazioni ambientali tra il 2002 e il 2019. È venuto alla luce un “effetto significativo e considerevole” dei periodi estremamente caldi o siccitosi sulle preoccupazioni ambientali e sul voto per i partiti dei Verdi.

Tra il 2004 e il 2019 la percentuale di seggi detenuti dai partiti verdi al Parlamento europeo è aumentata del 74%, dal 5,7% al 9,9%.

I ricercatori hanno evidenziato quello che descrivono come “un effetto significativo e considerevole di anomalie della temperatura, episodi di caldo e periodi di siccità sulla preoccupazione ambientale e sul voto per i partiti verdi”.

Sono stati combinati dati climatologici ad alta risoluzione con dati Eurobarometro aggregati a livello regionale (34 paesi) e dati elettorali del Parlamento europeo (28 paesi). I risultati mostrano un effetto significativo e considerevole delle anomalie della temperatura, degli episodi di calore e dei periodi di siccità sulle preoccupazioni ambientali e sul voto per i partiti dei Verdi.

L’effetto sul voto varia da regione a regione anche a seconda del clima sperimentato

L’entità dell’effetto climatico varia in modo sostanziale tra le diverse regioni europee. Questo effetto diventa più forte nelle regioni con un clima continentale o atlantico temperato più fresco e più debole invece nelle regioni con un clima mediterraneo più caldo. Le relazioni sono moderate dal livello di reddito regionale, suggerendo che le esperienze di cambiamento climatico aumentano il sostegno pubblico all’azione per il clima, ma solo in condizioni economiche favorevoli. I risultati hanno importanti implicazioni per gli attuali sforzi per promuovere l’azione per il clima in linea con l’accordo di Parigi.

Gli studiosi hanno preso in considerazione tutti i tipi di condizioni meteorologiche estreme, e le ondate di caldo sono state particolarmente correlate al comportamento del “voto verde”.  I voti per i partiti verdi sono aumentati dello 0,8% quando le ondate di caldo si sono verificate in media un giorno in più al mese per un periodo di 12 mesi.

Come ha riferito a Forbes  l’autrice dello studio Raya Muttarak, direttrice di “Population, Environment and Sustainable Development” presso il Centro Wittgenstein per la demografia e il capitale umano globale a Laxenburg, non si tratta di lievi oscillazioni. “In realtà, l’effetto è piuttosto sostanziale“, ad esempio, nelle ultime elezioni del Parlamento europeo nel 2019, la quota di voti del Partito dei Verdi per Inghilterra e Galles è stata dell’11,8%. I nostri risultati mostrano che un giorno in più, insolitamente caldo, nei 12 mesi prima delle elezioni avrebbe portato a una quota di voti del 12,6% per il Partito dei Verdi. Un altro giorno più caldo avrebbe portato il 13,4%, e così via”.

In linea con gli impegni assunti con l’accordo di Parigi, l’UE si è impegnata a ridurre le proprie emissioni di carbonio del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, il che significa investire in importanti cambiamenti nel modo in cui funzionano le economie, dalla produzione e trasporti di energia alla produzione e all’agricoltura.

Il sostegno pubblico è dunque fondamentale per intensificare le azioni per limitare il riscaldamento globale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

Articoli correlati

Back to top button