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Giovani citano in giudizio Donald Trump per il clima: una nuova sfida legale negli USA

Ventidue giovani americani portano in tribunale l’ex presidente Donald Trump, accusandolo di violare i loro diritti costituzionali con politiche favorevoli ai combustibili fossili e il negazionismo climatico. Il caso apre un nuovo fronte nella lotta per la giustizia climatica negli Stati Uniti.

Un gruppo di giovani attivisti tra i 7 e i 25 anni ha intentato una storica causa legale contro l’ex presidente Donald Trump, accusandolo di aver promosso politiche che aggravano il cambiamento climatico e ignorano la scienza climatica. Secondo i giovani, le azioni di Trump violano i loro diritti costituzionali, mettendo a rischio il loro futuro e quello delle prossime generazioni. Questo procedimento giudiziario rappresenta un segnale forte e un nuovo capitolo nella battaglia per la giustizia climatica negli Stati Uniti. I 22 giovani provengono tutti da alcuni degli Stati più pesantemente colpiti dai fenomeni estremi causati dal surriscaldamento globale ossia Montana, Hawaii, Oregon, California e Florida. 

Il contesto della causa e le accuse a Trump

La causa si fonda sull’accusa che l’amministrazione Trump abbia favorito l’uso di combustibili fossili, ignorando deliberatamente i dati scientifici sul riscaldamento globale e smantellando le politiche di contrasto alle emissioni di gas serra. Dal 2025, Trump ha nuovamente ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e ha avviato lo smantellamento di regolamentazioni ambientali, definendo più volte il cambiamento climatico una “bufala”. Questa strategia ha portato alla cancellazione di fondi e programmi di ricerca scientifica sul clima, con gravi ripercussioni sulla capacità del Paese di monitorare e affrontare le emergenze ambientali.

Il contenzioso è l’ultimo di una serie di casi climatici guidati dai giovani portati dallo studio legale no-profit Our Children’s Trust. La principale protagonista nel nuovo caso, Eva Lighthiser di 19 anni, è stata anche una delle promotrici nella causa Held v Montana dello studio, che ha registrato una vittoria storica nel 2023 quando un giudice ha stabilito che le politiche a favore dei combustibili fossili dello stato violavano i loro diritti ai sensi della costituzione statale.

L’impatto delle politiche negazioniste sul clima e sulle nuove generazioni

Le decisioni dell’ex presidente hanno avuto effetti concreti: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con l’aumento di eventi climatici estremi e la crescita delle emissioni inquinanti. Secondo climatologi ed esperti, la politicizzazione della scienza del clima e la disinformazione promossa da potenti lobby energetiche hanno reso più difficile una risposta globale efficace al riscaldamento globale. I giovani ricorrenti sostengono che la loro salute, sicurezza e diritto a un ambiente salubre siano stati messi in pericolo da queste scelte, aggravando le disuguaglianze ambientali e sociali.

La sfida della giustizia climatica in tribunale

Questa causa climatica si inserisce in una tendenza globale che vede sempre più giovani protagonisti di azioni legali per difendere il proprio futuro. Il caso potrebbe creare un precedente importante nel diritto ambientale statunitense, spingendo le istituzioni a riconoscere la responsabilità dello Stato nella tutela del clima e dei diritti delle nuove generazioni. La mobilitazione dei giovani rappresenta una risposta concreta al senso di impotenza diffuso di fronte alle crisi ambientali, rilanciando il dibattito su ambiente, politiche climatiche e partecipazione civica.

Conclusioni: una battaglia simbolo per il futuro

La causa intentata contro Trump segna un momento cruciale nella lotta contro il negazionismo climatico e per la difesa dei diritti umani legati all’ambiente. Indipendentemente dall’esito, il processo richiama l’attenzione sulla necessità di politiche responsabili e basate sulla scienza climatica, sottolineando l’urgenza di azioni concrete contro il cambiamento climatico per garantire un futuro vivibile alle nuove generazioni.

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