Il clima cambia, l’Irlanda risponde: viaggio tra miti e rivoluzione verde

Come nel resto del mondo, anche in Irlanda, il clima sta subendo trasformazioni significative. Questi cambiamenti stanno avendo implicazioni dirette sull’ambiente, sull’economia e sulla società irlandese.
Secondo Met Éireann – il servizio meteorologico irlandese – la temperatura media annuale è aumentata di oltre 0,9°C negli ultimi 120 anni, con un incremento osservato in tutte le stagioni. Secondo il Rapporto Ireland’s Climate Change Assessment dell’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) 16 dei 20 anni più caldi si sono verificati dal 1990, con il 2022 registrato come l’anno più caldo fino ad oggi. Aumento delle temperature che si traduce anche in anomale ondate di caldo, come quella che sta interessando in questi giorni parte d’Europa – Italia compresa – e che sta mantenendo in alcune zone d’Irlanda il termometro intorno ai 25 °C, condizione molto insolita, una volta addirittura rara.
Anche le precipitazioni stanno cambiando: sono aumentate di circa il 7% negli ultimi 30 anni rispetto al periodo 1961-1990. Le regioni occidentali e settentrionali del paese hanno registrato gli aumenti più significativi. Il numero di tempeste nominate in Irlanda ha raggiunto livelli record, con la stagione 2023-2024 che ha visto 14 tempeste denominate, il numero più alto da quando è iniziata la denominazione nel 2015. Eventi come la tempesta Eowyn hanno causato danni significativi, interruzioni di corrente e vittime, evidenziando l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi anche a questa latitudine.
Un’altra conseguenza del cambiamento climatico in atto è l’innalzamento del livello del mare, fattore decisamente problematico per le comunità costiere. Studi recenti hanno evidenziato tassi di innalzamento del livello del mare superiori alla media globale nelle città costiere irlandesi come Cork e Dublino, dove sta aumentando il rischio di inondazioni e erosione.
Il fulcro della strategia irlandese è rappresentato dal Climate Action Plan 2024, che stabilisce obiettivi ambiziosi per sei settori chiave: elettricità, edifici, trasporti, agricoltura, industria e uso del suolo. Tra i principali traguardi figurano una riduzione del 75% delle emissioni nel settore elettrico entro il 2030, l’installazione di 6 GW di capacità eolica onshore e 5 GW di solare fotovoltaico entro il 2025, nonché l’eliminazione dell’uso di carbone e torba nella generazione di elettricità.
Ha compiuto progressi significativi nell’espansione delle energie rinnovabili, attraversando il paese si vede come siano ormai integrate nel paesaggio turbine eoliche e pannelli solari. Il governo irlandese ha lanciato il Future Framework for Offshore Renewable Energy, che prevede l’installazione di oltre 13 GW di capacità eolica offshore entro il 2030 e un totale di 20 GW entro il 2040 . Parallelamente, è in costruzione il Celtic Interconnector, un cavo sottomarino da 700 MW che collegherà l’Irlanda alla Francia, facilitando lo scambio di energia rinnovabile e migliorando la sicurezza energetica.
L’agricoltura rappresenta una sfida significativa per la transizione verde irlandese. Il piano climatico prevede una riduzione del 25% delle emissioni agricole entro il 2030, attraverso misure come l’adozione dell’urea inibita e la produzione di 1 TWh di biometano entro il 2025. L’adozione del programma ACRES, con un finanziamento di 1,5 miliardi di euro, per incentivare pratiche agricole sostenibili.
Per quanto riguarda l’uso del suolo, l’Irlanda mira a piantare 8.000 ettari di nuovi boschi all’anno fino al 2030 e a riabilitare 63.000 ettari di torbiere sfruttate. Queste iniziative non solo contribuiscono alla riduzione delle emissioni, ma offrono anche nuove opportunità economiche, come dimostra la trasformazione delle ex comunità di tagliatori di torba in destinazioni turistiche sostenibili.
Un altro settore in cui si gioca un ruolo fondamentale è quello della finanza. Con il Financial Services Centre di Dublino, l’Irlanda è un importante centro per i servizi bancari, assicurativi e di gestione degli investimenti, anche grazie alla sua posizione strategica post-Brexit come porta d’accesso al mercato europeo per molte aziende finanziarie. La finanza verde in particolare gioca un ruolo cruciale nella transizione irlandese. Il governo ha raccolto circa 10,8 miliardi di euro attraverso green bond sovrani, destinati a progetti di trasporto pulito, efficienza energetica e adattamento climatico . Inoltre, l’aumento della carbon tax a 56 euro per tonnellata di CO₂ emessa rappresenta un incentivo economico per ridurre le emissioni.
In conclusione, le proiezioni future climatiche per l’Irlanda indicano che, entro la metà del secolo (2041-2060), le temperature potrebbero aumentare di 1-1,6°C rispetto al periodo di riferimento 1981-2000, con gli aumenti più significativi previsti nell’est del paese. Gli eventi di ondate di calore estive potrebbero diventare più frequenti, mentre i giorni di gelo e ghiaccio diminuire quasi della metà. Per far fonte a questo cambiamento l’Irlanda ha intrapreso un percorso ambizioso verso la sostenibilità, con politiche integrate che abbracciano energia, trasporti, agricoltura e finanza. Tuttavia, il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità di superare le sfide esistenti, in particolare i ritardi nei processi autorizzativi e la resistenza al cambiamento in alcuni settori. Con un impegno continuo e una collaborazione efficace tra governo, industria e società civile, l’Irlanda ha l’opportunità di diventare un modello di transizione verde a livello europeo.