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L’uragano Ian tra i più distruttivi di sempre a causa del riscaldamento globale

Diversi studi confermano che eventi di questo tipo diverranno sempre più frequenti

L’uragano Ian ha sconvolto la Florida dove si sono superate le 100 vittime. Ian è stato infatti l’uragano più letale per lo Stato dall’uragano del Labor Day del 1935, che uccise 423 persone. Con Ian più di 1.600 persone sono state tratte in salvo in alcune parti del sud-ovest e del centro della Florida. Lunedì sera ancora più di 491.000 case, aziende e altri edifici in Florida non avevano elettricità.

L’uragano più mortale che abbia mai colpito la Florida è stato l’uragano San Felipe-Okeechobee nel 1928, checausò la morte di 1.836 persone nello stato secondo il National Hurricane Center. Il più grande numero di vittime causato direttamente da un uragano in Florida negli ultimi 30 anni è stato l’uragano Andrew: categoria 5 nel 1992 che uccise 65 persone.

Secondo un recentissimo studio del Lawrence Berkeley National Lab il cambiamento climatico ha reso l’uragano molto più intenso con almeno il 10% in più di pioggia.
La ricerca ha confrontato i picchi di precipitazione durante la tempesta con circa 20 diversi scenari informatici di un modello con le caratteristiche dell’uragano Ian in un mondo senza cambiamenti climatici causati dall’uomo.

Crediti NOAA

Nuovi dati della NASA hanno rivelato come le acque particolarmente calde del Golfo del Messico abbiano alimentato Ian per farlo poi diventare una delle tempeste più potenti che abbiano colpito gli Stati Uniti negli ultimi dieci anni.

Le temperature della superficie del mare sono state estremamente calde al largo della costa sud-occidentale della Florida, consentendo alla tempesta di accumulare energia appena prima di arrivare a nord di Fort Myers. Più del 90% del calore in eccesso causato dal riscaldamento globale di origine antropica negli ultimi 50 anni è stato assorbito dagli oceani e la maggior parte di esso viene immagazzinata a livello superficiale ossia nelle prime centinaia di metri.

Un altro studio pubblicato su Nature Communications lo scorso mese di gennaio ha esaminato gli uragani del 2020 e ha evidenziato che sono stati oltre il 10% più piovosi rispetto a uno scenario di un mondo non surriscaldato dai gas a effetto serra.

È risaputo che a ogni grado in più di calore, l’aria nell’atmosfera può contenere il 7% in più di acqua. Nei giorni scorsi il Golfo del Messico ha registrato 0,8 gradi in più rispetto alla norma.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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