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Stagione degli uragani 2025: previsioni allarmanti e forti impatti attesi

Il 2025 si prospetta come un anno critico per gli uragani nell’Atlantico, con tempeste più intense e danni potenzialmente devastanti.

Un avviso urgente da parte degli esperti

La stagione degli uragani nel bacino atlantico, che va da giugno a novembre, si preannuncia come una delle più attive degli ultimi decenni. Secondo gli esperti della Colorado State University, l’attività ciclonica potrebbe superare del 125% la media climatologica del periodo 1991-2020. Si prevedono 17 tempeste tropicali, di cui almeno 9 evolveranno in uragani, con 4 di grande entità, ovvero di categoria 3 o superiore sulla scala Saffir-Simpson, con venti che superano i 178 km/h.

Fattori chiave per l’intensificazione delle tempeste

Alla base di queste previsioni preoccupanti ci sono due fattori principali. Il primo è la temperatura elevata della superficie dell’oceano Atlantico, che fornisce l’energia necessaria per la formazione dei cicloni tropicali. Le acque tra le coste dell’Africa occidentale e i Caraibi hanno già registrato valori molto superiori alla norma. Il secondo fattore riguarda le condizioni atmosferiche favorevoli, in particolare nei cieli del sud degli Stati Uniti, dove venti poco intensi in quota favoriscono lo sviluppo verticale delle tempeste.

Un’analisi della stagione 2024

La stagione 2024 è stata particolarmente impattante, con 11 uragani registrati, di cui 5 di grande intensità, causando danni stimati in 130 miliardi di dollari. Le regioni più colpite sono state il Golfo del Messico, la Florida e i Caraibi, con decine di migliaia di sfollati. Gli esperti avvertono che il 2025 potrebbe aggravare ulteriormente questa situazione, dato l’aumento della frequenza e della potenza degli uragani.

Preparativi in corso per il 2025

Con previsioni così allarmanti, le autorità locali stanno accelerando i piani di emergenza. Le esercitazioni per l’evacuazione e il rafforzamento delle linee elettriche sono già in corso. La protezione civile invita la popolazione a non sottovalutare le previsioni stagionali, poiché anche un solo uragano di grande entità può causare danni immensi.

Un futuro incerto per le regioni costiere

La tendenza verso stagioni sempre più attive è un chiaro segnale della crisi climatica in atto. Se non verranno attuate politiche di mitigazione delle emissioni di gas serra, il rischio è che questi fenomeni diventino la nuova normalità. Il 2025 potrebbe diventare un anno spartiacque, non solo per la forza dei venti, ma per la consapevolezza del cambiamento climatico e della necessità di proteggere le popolazioni vulnerabili. Tuttavia, il negazionismo climatico dell’amministrazione Trump non aiuterà a prevenire questi disastri annunciati, rendendo ancora più urgente l’adozione di misure decisive. Resta da vedere come Trump giustificherà questi uragani devastanti senza puntare il dito contro il cambiamento climatico. Forse cercherà di addossare la colpa a politiche passate o a eventi naturali inevitabili, ma sarà sempre più difficile ignorare l’impatto delle attività umane sul clima globale.

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