Territorio

Incendi in Italia: oltre 30.000 ettari in fumo nei primi sette mesi del 2025. Le regioni più colpite

Legambiente lancia l’allarme: bruciati più di 43.000 campi da calcio. Sicilia, Calabria e Puglia tra le regioni più colpite. Grave il ritardo nei Piani antincendio.

In Italia è di nuovo emergenza incendi. Nei primi sette mesi del 2025 sono andati in fumo 30.988 ettari di territorio, una superficie pari a oltre 43.000 campi da calcio. A lanciare l’allarme è Legambiente, che ha diffuso il nuovo dossier Italia in fumo insieme a dodici proposte concrete per rafforzare prevenzione e governance.

Sud e isole i più colpiti: Sicilia in testa

Il fuoco continua a devastare soprattutto il Meridione: sei regioni del Sud (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna) occupano i primi posti nella classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, dove 248 roghi hanno incenerito 16.938 ettari. Seguono Calabria (3.633 ha), Puglia (3.622 ha), Basilicata (2.121 ha, con una media di oltre 160 ettari a incendio), Campania (1.826 ha) e Sardegna (1.465 ha).

Anche il Centro-Nord non è immune: il Lazio ha registrato 696 ettari bruciati, mentre in Alto Adige 216 ettari sono stati distrutti da appena tre roghi.

Incendi dolosi e crisi climatica: un mix esplosivo

Dietro questa nuova ondata di incendi c’è un mix pericoloso di criminalità ambientale, incuria e cambiamento climatico. Secondo il Rapporto Ecomafia 2024, quasi la metà degli incendi boschivi in Italia è di origine dolosa, spesso contro ignoti. L’azione delle ecomafie, unita al surriscaldamento globale e alla prolungata assenza di piogge, sta rendendo il nostro territorio sempre più vulnerabile.

«Non basta intervenire sull’emergenza estiva – spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – Serve un approccio integrato che unisca prevenzione, monitoraggio, rilevamento e lotta attiva». Fondamentale, secondo l’associazione, anche rilanciare le comunità rurali e rivedere la gestione del territorio, premiando i servizi ecosistemici e contrastando qualsiasi tentativo di speculazione post-incendio.

Aree protette e Natura 2000 sotto attacco

Gravissimo anche il bilancio nelle aree naturali protette: sono 6.261 gli ettari andati distrutti all’interno della rete Natura 2000, in 198 incendi. Tra le regioni più colpite: Puglia (2.169 ha), Sicilia (1.547 ha), Sardegna (740 ha), Campania (738 ha) e Calabria (590 ha). Il rogo più esteso ha colpito Dualchi, in provincia di Nuoro, con 439 ettari bruciati, tutti in area protetta.

Ritardi nei Piani AIB: situazione preoccupante

Secondo la legge, tutte le aree protette devono dotarsi di un Piano Antincendio Boschivo (AIB) aggiornato. Ma i dati parlano chiaro: su 24 Parchi nazionali solo 8 hanno completato l’iter di approvazione. Cinque parchi (tra cui Stelvio e Aspromonte) hanno il piano scaduto e non ancora aggiornato, mentre 59 riserve naturali statali su 67 non dispongono ancora di un piano operativo.

Un vuoto normativo e operativo che mina ogni possibilità di risposta efficace.

Le proposte di Legambiente per prevenire i roghi

Per uscire da questa spirale, Legambiente ha messo nero su bianco 12 proposte, tra cui:

  • coordinamento nazionale tra enti e Regioni;

  • gestione sostenibile delle aree rurali;

  • integrazione tra urbanistica e prevenzione incendi;

  • estensione delle pene anche ai roghi non boschivi;

  • coinvolgimento attivo delle comunità locali.

Tra le buone pratiche segnalate: il progetto con INWIT in Abruzzo che utilizza tecnologie IoT per il rilevamento precoce degli incendi, l’esperienza toscana con i Piani Specifici di Prevenzione, e la pianificazione integrata avviata in Piemonte.

Il dossier di Legambiente è disponibile a questo link.


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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