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Meteo in TV tra consapevolezza e nuovi linguaggi

Il meteo in televisione continua ad occupare un ruolo importante nella comunicazione quotidiana: è un punto di riferimento per milioni di persone, uno spazio in cui si cercano informazioni utili per affrontare la giornata, decidere come vestirsi, organizzare spostamenti o pianificare attività all’aperto.

Di recente però la percezione del meteo da parte del pubblico si è evoluta; non è più soltanto una questione di temperature o di precipitazioni: è diventata, sempre più spesso, un’occasione per interrogarsi sul clima, sull’ambiente e sul mondo che ci circonda. Anche il modo di comunicare è cambiato: grafiche più dinamiche, linguaggi più immediati, collegamenti con eventi globali e approfondimenti su fenomeni meteorologici insoliti.

Alcuni programmi iniziano a inserire riferimenti più ampi alla crisi climatica, creando un ponte tra
la previsione e la consapevolezza. Negli Stati Uniti, ad esempio, le principali reti televisive come The Weather Channel, CBS News e ABC News hanno introdotto da tempo rubriche e segmenti dedicati al cambiamento
climatico. Per tornare in Italia, possiamo paragonare questi format, al TG Meteo, a cura della redazione di Meteo.it, una rubrica quotidiana di approfondimento meteorologico trasmessa su TGcom24.

In America esistono figure specifiche come i “climate correspondents”, giornalisti scientifici che affiancano i meteorologi per spiegare come gli eventi estremi, dagli incendi in California agli uragani sulla costa est, siano legati a fenomeni climatici più ampi. Alcune emittenti locali hanno lanciato iniziative educative nelle scuole o prodotto contenuti per il web e i social, con linguaggi mirati a diverse fasce d’età. Non mancano veri e propri documentari trasmessi in prime time per spiegare, con un taglio divulgativo, l’evoluzione del clima terrestre e le
conseguenze dell’inazione.

Questo tipo di approccio, però, rimane ancora circoscritto. Anche oltreoceano, il meteo viene spesso trattato come un segmento autonomo, slegato da qualsiasi approfondimento climatico, e limitato a una previsione da dare in pochi minuti. Quando viene inserito in contesti di intrattenimento, rischia di perdere la sua funzione educativa. In poche parole: si fa qualcosa, ma non ancora abbastanza.

E in Italia? Nel nostro Paese esiste una lunga tradizione di meteorologia in TV, affidata spesso a figure molto preparate, ma ancora oggi troppo legata a uno spazio marginale, spesso trattato come una parentesi tra i contenuti “importanti”. Si dà poca continuità, quasi nessuna autonomia editoriale, e manca ancora una cultura diffusa del racconto climatico. Il rischio è che si parli di ambiente solo quando succede qualcosa di eccezionale, ad esempio un’alluvione, un’ondata di calore, una frana, e si ignori l’opportunità di costruire, giorno
dopo giorno, una narrazione che unisca informazione meteo e consapevolezza ambientale.

In questo panorama in evoluzione, stanno nascendo anche progetti che scelgono di parlare di clima attraverso strumenti diversi, pensati soprattutto per avvicinare le nuove generazioni. È il caso di MeteoHeroes, una serie animata italiana che ha saputo unire divertimento e sensibilizzazione, offrendo ai bambini un primo contatto con temi complessi come l’inquinamento, le energie rinnovabili, la biodiversità e la salvaguardia
dell’ambiente. Ciò che rende MeteoHeroes interessante non è solo l’idea narrativa, ma l’approccio
educativo semplice e diretto, che riesce a trasmettere messaggi importanti senza appesantire, e soprattutto senza mai semplificare troppo. Ogni episodio è un’occasione per raccontare una parte di mondo, per stimolare curiosità e senso di responsabilità in chi guarda. Questo tipo di narrazione è complementare a quella che avviene nei notiziari o nei programmi informativi: parlare di meteo può essere anche un modo per introdurre una
riflessione più ampia sul nostro rapporto con la Terra, sulle risorse naturali e sul futuro che vogliamo costruire.

Iniziare dai più piccoli, con gli strumenti giusti e i toni giusti, è forse uno dei modi più efficaci per farlo.
In fondo, il meteo non riguarda solo il tempo che farà domani, è anche una lente attraverso cui osserviamo i cambiamenti in atto, giorno dopo giorno. Raccontarlo con maggiore attenzione, cura e creatività non è solo un’opportunità: è una responsabilità. Le emittenti italiane, pubbliche o private, dovrebbero iniziare a considerare il clima non come un tema occasionale ma come una parte strutturale della programmazione, anche in fascia oraria rilevante.

 

Redatto da Martina Hamdy

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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