Il buco dell’ozono sull’Antartide è uno dei più grandi e profondi degli ultimi anni
Pochi giorni fa ha raggiunto la massima estensione annuale
![buco ozono antartide](https://www.iconaclima.it/contents/uploads/2020/10/copernicus-ozono-780x405.jpg)
Il buco dell’ozono sopra l’Antartide pochi giorni fa ha raggiunto la sua massima estensione annuale. Il buco dell’ozono raggiunge, infatti, il suo picco tra metà settembre e metà ottobre, durante la stagione primaverile dell’emisfero meridionale. In questo periodo le temperature nell’alta atmosfera, più precisamente nella stratosfera, iniziano ad aumentare e contemporaneamente ha inizio l’impoverimento dell’ozono stratosferico. In questa fase il vortice polare diventa via via più debole, fino ad esaurirsi intorno alla fine dell’anno, quando i livelli di ozono tornano normali.
Quest’anno il buco dell’ozono formatosi sopra il continente antartico ha raggiunto una estensione massima di 24.8 milioni di chilometri quadrati. Secondo i dati del Nasa Ozone Watch il picco di estensione è stato raggiunto il 20 settembre, mentre il 1 ottobre è stata registrato il valore più basso di 95 Dobson Units.
This year's #OzoneHole is one of the larger and deeper ones of recent years and recently reached its maximum size.
Our Atmosphere Monitoring Service @CopernicusECMWF provides daily #ozone forecasts, ranging from ?high ozone values to ?low values.
More?https://t.co/VxiXqzvTMH pic.twitter.com/zIdfTwI25D
— Copernicus EU (@CopernicusEU) October 9, 2020
Secondo gli esperti il motivo dell’anomalia registrata quest’anno risiede in un vortice polare molto stabile e intenso, capace di mantenere costantemente temperature molto basse nell’ozonosfera sull’Antartide. Temperature molto basse (inferiori ai -78°C) favoriscono la formazione di nuvole stratosferiche che, sotto l’effetto della radiazione solare, favoriscono l’efficienza delle reazioni delle sostanze chimiche presenti nella stratosfera, come il cloro e il bromo, capaci di “mangiare” lo strato di ozono.
«Il buco dell’ozono di quest’anno assomiglia molto a quello del 2018, a sua volta molto esteso, sicuramente tra i più estesi degli ultimi 15 anni», spiega Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service all’ECMWF. «Dopo l’anomalo buco dell’ozono del 2019, molto piccolo e meno duraturo a causa condizioni meteorologiche eccezionali, quest’anno stiamo registrando un buco dell’ozono decisamente più esteso, a conferma dell’importanza di continuare a far rispettare il Protocollo di Montrèal».
Da quando è stato introdotto il divieto degli alocarburi, gas serra tra cui i più conosciuti sono i clorofluorocarburi (CFC), il buco dell’ozono sta gradualmente diminuendo. Dall’ultimo rapporto della WMO del 2018 si stima un ritorno a condizioni normali (intorno ai livelli precedenti al 1980) sopra l’Antartide entro il 2060.