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Overshoot Day: in Italia è arrivato il 15 maggio

Si tratta del giorno del sovrasfruttamento delle risorse naturali messe a disposizione dal Pianeta

Se la Terra fosse una casa con muri e soffitto, oggi avrebbe dispensa e frigorifero completamente vuoti. Il 10 maggio 2019 è stato, per l’Europa, l’Overshoot Day, il giorno del sovrasfruttamento delle risorse naturali messe generosamente a disposizione dal Pianeta. Se ogni abitante di questo mondo conducesse il nostro stile di vita, dal 1° gennaio al 10 maggio avremmo consumato tutte le risorse che gli ecosistemi possono donarci in un anno e poi spontaneamente rigenerare. Da oggi a fine 2019 vivremmo a debito, dilapidando il capitale naturale del Pianeta e di fatto, impoverendolo. Per l’Italia l’Overshoot Day è arrivato il 15 maggio, assieme a Francia e Polonia.

Gli Overshoot Day dei singoli Paesi europei sono sparpagliati nel calendario dei primi sei mesi dell’anno, con il Lussemburgo che spicca come meno virtuoso (ha consumato le risorse dopo soli 46 giorni dall’inizio del 2019) e la Romania come più parsimoniosa: se le fa bastare per 192 giorni. Se tutti seguissero il nostro (cattivo) esempio – emettendo la stessa quantità di CO2, consumando la stessa quantità e tipologia di cibo, depauperando allo stesso ritmo le foreste e occupando la medesima quantità di suolo naturale – servirebbero le risorse di 2,8 Terre per arrivare a fine anno: molto di più delle 1,7 Terre che occorrerebbero globalmente all’umanità, che vive già ben al di sopra delle sue possibilità. Per i prossimi sei mesi, emetteremo più emissioni di CO2 di quelle che gli ecosistemi che ci ospitano possano assorbire, strapperemo alle foreste più biomassa di quella che possano rigenerare, impoveriremo i mari a ritmi per i pesci insostenibili, eroderemo il suolo minacciando la biodiversità.

Ma come si ottiene questa data fatidica? L‘Overshoot Day si calcola confrontando l’impronta ecologica di ogni singolo cittadino (in questo caso europeo) con la biocapacità, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. L’impronta ecologica misura la quantità di suolo e di mare biologicamente produttivi che servirebbero per generare le risorse consumate dalla popolazione (o dal singolo) e assorbire i suoi rifiuti (o le sue emissioni). Di seguito il collegamento per calcolare quella di ognuno di noi: http://www.footprintcalculator.org/

Il nostro Pianeta è in grado solo in parte di rinnovare ciò che continuamente gli chiediamo: campi per coltivare cibo e fibre, nutrire gli animali, produrre oli e carburanti; foreste da cui ricavare legname e che sequestrino CO2; pascoli per allevare e produrre carni, latte, pelli e lana; pesci che già peschiamo oltre il consentito, suolo che occupiamo con nuove infrastrutture. Nazioni come Cina, Stati Uniti, India, Russia e Brasile hanno la maggiore impronta ecologica totale del mondo. Se l’Europa fosse un unico Paese, si piazzerebbe però al terzo posto di questa poco onorevole classifica. Benché la Cina abbia un’impronta ecologica complessiva due volte più alta di quella di Europa e USA, quella dei suoi singoli cittadini è molto più bassa: semplicemente perché la Cina è molto più popolosa. Per le sue foreste, il Brasile ha una delle più alte riserve di biocapacità del Pianeta, anche se questa è minacciata dalla deforestazione e dall’aumento della domanda interna di risorse in un Paese in via di sviluppo.

A questo punto dobbiamo domandarci: quando è previsto l’Earth Overshoot Day? Secondo i calcoli dell’organizzazione di ricerca internazionale Global Footprint Network, l’anno scorso cadde il primo agosto. Mai così presto dal 1971, ovvero il primo anno in cui iniziammo a indebitarci con il Pianeta e con il nostro futuro: allora coincise con il 21 dicembre. Pochi anni dopo, nel 1985, il Pianeta era già esaurito il 5 novembre. Nel 2000, il 23 settembre. Nel 2010 iniziammo a intaccare le riserve il 9 agosto. E quest’anno? Quando inizieremo a “scroccare dalla dispensa globale”? Ancora non lo sappiamo, quasi certamente tra luglio e agosto, ma a breve potremo essere più precisi. Per il 2019 il team di ricerca, infatti, ha deciso di trasformare l’evento in un concorso aperto alle scuole – e già terminato – che consiste proprio nell’indovinare la data in cui avremo “consumato” il Pianeta. In questo modo si coinvolgono maggiormente le nuove generazioni – le più interessate dal debito contratto negli ultimi 50 anni dagli adulti – e le si sprona a ricercare modelli di sostentamento maggiormente sostenibili.

Seguiteci, vi terremo aggiornati.

Rino Cutuli

Rino Cutuli è laureato in Scienze Ambientali e si è specializzato in Meteorologia Applicata. Da febbraio 2005 lavora come Meteorologo presso Meteo Expert. Nel settembre del 2011 pubblica il suo primo libro dal titolo "Rosso di sera..." dedicato ai proverbi e modi di dire sul tempo, inserito nella collana meteo Alpha Test. Nel giugno del 2013 consegue l’attestato di competenza “Meteorologo Aeronautico”, rilasciato da ENAC secondo la normativa WMO vigente. Da settembre 2014 insegna Meteorologia presso l'Istituto Tecnico Aeronautico A. Locatelli di Bergamo. Nel febbraio del 2017, infine, consegue la qualifica di Meteorologo professionista.

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