Il cambiamento climatico può alterare anche il sapore del gin
Le variazioni nei pattern di pioggia e temperature modificano la composizione delle bacche di ginepro, ingrediente chiave del distillato

Il cambiamento climatico sta già trasformando paesaggi, economie e abitudini. Ma ora, secondo una nuova ricerca, potrebbe arrivare a modificare anche qualcosa di apparentemente banale e rassicurante: il gusto di un gin tonic.
Uno studio dell’International Centre for Brewing and Distilling della Heriot-Watt University ha evidenziato che le bacche di ginepro – ingrediente essenziale nella produzione del gin – sono sempre più influenzate dalle condizioni meteorologiche instabili causate dalla crisi climatica. Il risultato? Cambiano i composti aromatici che conferiscono al gin il suo profilo sensoriale distintivo.
Gin e ginepro: una questione di terroir
Come accade per il vino, anche le bacche di ginepro possiedono un proprio terroir, ovvero l’insieme delle caratteristiche ambientali di un luogo – come clima, suolo, altitudine ed esposizione al sole – che influenzano il sapore e l’aroma di ciò che vi cresce.
Gli scienziati hanno raccolto e distillato ginepro proveniente da diverse regioni europee – tra cui Italia, Kosovo, Serbia, Albania e Macedonia – e da annate diverse. I campioni sono stati analizzati con gascromatografia accoppiata a spettrometria di massa (GC-MS), una tecnica in grado di identificare i composti volatili responsabili degli aromi.
I dati parlano chiaro: in anni particolarmente piovosi, la quantità totale di composti aromatici volatili può diminuire fino al 12% rispetto ad annate più secche. Inoltre, l’umidità influisce sui tempi e sulle modalità di essiccazione post-raccolta, alterando soprattutto i composti più solubili in acqua – quelli che contribuiscono alle note floreali e agrumate tipiche di molti gin artigianali.
Implicazioni per la filiera (e per il gusto)
L’industria del gin – cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni anche grazie alla spinta dei piccoli produttori e alla ricerca di profili aromatici sempre più sofisticati – potrebbe trovarsi davanti a una sfida concreta: mantenere la coerenza sensoriale del prodotto in un clima che cambia.
Per agricoltori, fornitori di botaniche e distillatori, la variabilità indotta dal cambiamento climatico significa dover ripensare i metodi di coltivazione, raccolta ed essiccazione. Un processo che comporta costi, adattamenti e, inevitabilmente, scelte.
Questa ricerca, pubblicata nel Journal of the Institute of Brewing, è un esempio lampante di come il cambiamento climatico non sia più un concetto astratto, confinato ai ghiacciai che fondono o ai modelli climatici proiettati nel 2100. È qualcosa che entra anche nei dettagli più ordinari della vita quotidiana.
NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.